Per dare un colore alla mia scommessa, basta il passaggio di un libro di Fabio Volo: “Una mattina sono uscito di casa, il cielo era azzurro e limpido, ho continuato a guardarlo mentre camminavo, stavo bene, respiravo a pieni polmoni, al terzo passo ho pestato una m…. Cosa devo fare? Rinunciare al cielo per paura delle m….? No, io no!”. Io rischio su Danilo. Se poi sbaglio me lo rinfaccerete. Ma saprò difendermi anche in quel caso. Perché anche allora sarò vincitore, se non altro per la bella possibilità che ho avuto di provarci fino in fondo.
D’altronde il mondo ospita due tipi di uomini. Di ragazzi. Di anime. I ragazzi-scontati e i ragazzi-inizio. I ragazzi-scontati pensano: “siamo fatti così, non possiamo cambiare, non possiamo risorgere”. I ragazzi-inizio pensano: “ogni mattina è buona per darsi un’anima giovane”. I ragazzi-scontati vivono rasoterra. I ragazzi-inizio vivono in terra, ma hanno nostalgia del mare aperto. I ragazzi-scontati si comportano con la vita come con la pioggia: aspettano che passi. I ragazzi-inizio tengono la vita in mano e la dirigono. I ragazzi-scontati seguono il gregge. I ragazzi-inizio rischiano la fuga solitaria. I ragazzi-scontati tengono l’anima accuratamente piegata in quattro. I ragazzi-inizio portano l’anima agli allenamenti.
Danilo Di Luca ha conosciuto la gloria dell’altare e l’infamia della polvere, oltrechè l’ignobile peso del sospetto. Il campione acclamato, il ciclista accusato, l’uomo che chiede redenzione. L’ho conosciuto per uno strano gioco del destino – che altro non è se non il vestito che Dio indossa quando decide di viaggiare in borghese tra le vie dell’umano – e ho subito capito che l’uomo può sbagliare ma anche avere il diritto di ripartire: non conta il perché cadi, ma il come ti rialzi.
Ho deciso di scommettere su di lui perché dentro quella giovinezza, dal fondo del baratro ho sentito la nostalgia di vecchi profumi e di narrazioni da favola. La forza naturale, semplice, spontanea di un amore che diventa passione e che con il sostegno della passione diventa mestiere. Un bellissimo straordinario, mestiere. Lo sport è il mestiere della vita. L’uomo deve battersi con tutte le sue risorse, come nella vita: la forza, il coraggio, l’astuzia, la resistenza, la passione costruita con tutti i sacrifici. L’atleta dorme con la sua bici vicino al letto perchè adora respirare quell’odore acre che emana dalle gomme appese al gancio del soffitto, quell’odore dell’olio che lustra la catena, una ruota libera, quell’odore di vernice che impregna l’ambiente. Dorme, sogna e poi parte. Alzarsi e partire: ecco la molla che spinge l’atleta ancor prima della sfida. Andare, con un sogno in tasca, lungo il filo di una strada che si disperde chissà dove, accanto ai paesi e in mezzo ai campi, al fianco di piccole ferrovie locali o attraverso incroci che segnalano il mistero dei paesaggi. Il corridore che parte all’alba con la sua bicicletta nel silenzio d’una natura che a poco a poco si risveglia, è come un cercatore d’oro, un cacciatore di fortuna. Ho deciso di scommettere e rischiare la mia faccia per lui nel momento in cui pochi scommetterebbero: ma è l’azzardo ciò che fa di una piccola scommessa un possibile capitale. L’ho fatto perchè il mio sacerdozio profuma di strada, di polvere e di redenzione. E’ anche lui uno di quelli delle “tre del pomeriggio”, uno di quelli che ho incrociato laddove la vita li ha portati, in quegli anfratti misteriosi e nebbiosi in cui un giorno scopri d’esserci caduto. Laddove il buio apre un baratro e ti inghiotte dentro, fino a spegnere l’anima e il desiderio. Eppure lo sport sa rinascere sempre dalle sue macerie. Perché lo sport è un gioco della vita, uno di quei giochi che chiedono la pazienza del centimetro da conquistare, del volto da ricostruire, della speranza da far rinascere.
Danilo è questo e molto di più. Ad un campione si chiede il pentimento: perché chi nasce campione ha una responsabilità in più di fronte al popolo tifoso. E per un campione chiedere scusa e ammettere il tradimento è cosa difficile da fare: s’infrange un mito, si insinuano i sospetti, si rimettono in discussione le vittorie precedenti. Ecco perché una volta pentito gli va data una possibilità di riscatto, all’altezza dei suoi sogni. Nella Scrittura Sacra Dio non chiede l’umiliazione o la morte del peccatore. Ma che si converta e viva.
Oggi attorno a Danilo c’è un gruppo di amici scatenati che gli vogliono bene per quello che è e non per quello che sicuramente potrà tornare ad essere. Che amano quella paura di non riuscire a riacquistarsi la fiducia della gente, quel timore nascosto dietro un viso giovane, la preoccupazione di un futuro che mostrerà colori inediti. Noi vogliamo bene a questo Danilo. Al campione che di fronte ad un teatro gremito di ragazzi chiede scusa, promette di tornare a vincere a testa alta e offre loro il gesto più bello: firmare il primo contratto della sua nuova vita sportiva davanti a loro. Danilo lo sa – perché molte volte gliel’ho ripetuto in questi due mesi – che i ragazzi sanno perdonare e tornano velocemente a ri-amare. Ma sulla fiducia dei ragazzi non si può scherzare. Io sono convinto che sulle strade rosa del prossimo Giro si riaccenderà l’affetto attorno a questo abruzzese che per anni ha incarnato la passione, la caparbietà e la costanza dei grandi poemi epici e cavallereschi. Mi consola pensare che quest’affetto è già sorto attorno alle ceneri di una squalifica.
E questo ha ancora più sapore.
Da sacerdote suo coetaneo credo nella sua rinascita perché Dio m’ha insegnato il suo trucco vincente, quelo che gli ha permesso di firmare vittorie inaspettate e sorprendenti dentro alle ferite della storia sacra. E il segreto è semplice: quando tu li pensi sconfitti, loro scattano in contropiede.
Nelle ceneri della sconfitta ho intravisto una ferita. Che con paziente passione e amore so che Dio farà diventare una feritoia. Attraverso la quale mostrare che non cadere mai non è più la gloria più grande. Rialzarsi dopo ogni sconfitta questa sì è la gloria più grande.
Nel suo volto il volto di un Dio che chiede di imparare a capitalizzare gli errori commessi. Per costruire una nuova pagina di speranza.
Un sacerdote amico e fratello
Ti voglio bene, Danilo.
Assieme torneremo grandi!