La testa a custodia di un pugno
di cenere. I piedi come spazio di miseria su cui far scorrere l’acqua il
giovedì santo. Tra la testa e i piedi… l’avventura di una Quaresima che oggi, esatta
nei suoi ritorni, chiama l’uomo ad abitare il silenzio per uscire il giorno di
Pasqua con parole nuove. E dentro la bisaccia, oltre che un pezzo di pane, ci
mettiamo un segnale stradale come pro-memoria: sotto il calvario anche
quest’anno troverai "direzione obbligatoria".
Il deserto: novità e
rischio, rotte tracciate e sentieri da ridisegnare, sabbia, sogni e stelle.
Maestra inimitabile la Scrittura Sacra!
Il deserto sta nel mezzo: da una parte l’Egitto – con la sicurezza della sua
schiavitù e le pentole piene di cipolle – dall’altra la Terra Promessa – con il rischio
della libertà e l’affidamento alla manna
promessa per bocca di un anziano condottiero -. E l’uomo, duplicato eterno di
quel popolo eletto, divorato da un affanno: la sicurezza della schiavitù o il
rischio della libertà? A tuffarci nei papiri della Scrittura emerge
l’imprevedibile: il popolo ebreo nasce nel deserto. Entra vestito da straccione
e, complice un’atroce purificazione, esce annodato in un’umanità nuova.
Guardi Roma dall’alto: è una
donna che corre e inciampa, litiga e si riappacifica, s’alza, combatte e
progetta. Clacson, cimeli di storia, liturgie gregoriane. Si nutre d’orgoglio e
disperazione.
E un Dio dietro che,
cenere alla mano, le sussurra: "Ricordati
che sei polvere. Convertiti e credi al Vangelo"
!

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