Come spesso accade per ciò che riguarda le madri, spesso le loro gesta rischiano di passare sotto silenzio, anche quando meriterebbero la gloria dei più grandi condottieri del mondo.
Manco a farlo apposta, la protagonista di questa storia si chiama proprio Glory: è venuta in italia nel 2011, in cerca di una vita migliore, come molti altri.
Si era sposata con Samuele Nascimben ed i due aspettavano con comprensibile trepidazione la nascita della bimba, frutta del loro amore. Ancora più desiderata proprio perché si trattava di una gravidanza, seguita ad un aborto che aveva portato con sé tanto dolore.
Questa bella notizia è, però, funestata da un’amara scoperta: Glory ha un tumore al seno. La prassi prescrive abbondanti chemioterapie, per scongiurare il pericolo che il morbo si diffonda, creando metastasi in altre parti del corpo. Ma, con una bimba in grembo, una donna è già diventata madre, per cui la sua prospettiva è inevitabile che muti. «Ho fede — diceva a tutti —, io sto male ma la bambina è sana, non voglio abortire per sostenere cure più impegnative».
Non si tratta di essere eroi. Solo, di essere mamma all’ennesima potenza. Perché quando diventi madre, non puoi più scegliere tra la tua vita e quella della tua bimba, perché ormai, lei è già la tua vita, la luce dei tuoi occhi, senza la quale non riesci più ad immaginare la tua esistenza. Allora, la scelta vera è tra due parti di te: essere disponibile a dare la tua vita, per lei, se necessario oppure trattenerla, col rischio di perdere la parte più bella di te, la bimba che porti in grembo.
Gloria ama la vita, non è autolesionista, infatti si cura: ma solo finché le cure non rischiano di nuocere alla piccola che porta in grembo: sa di esserne responsabile, sa che lei conta sulla sua mamma per venire al mondo e accetta il compromesso, oggi possibile, di una chemio “soft”, nel tentativo di rallentare la malattia, senza, però, causare danni alla bimba.
Greta è nata tre mesi fa, bella, come lo è ogni bimba agli occhi dei propri genitori. E Glory ha avuto l’opportunità di guardarla begli occhi, cullarla, vederla crescere, fare i primi progressi.
Poi, il male ha avuto il sopravvento. Negli ultimi giorni, il tumore si è fatto più aggressivo, portandosela via il 18 agosto, a 29 anni.
«Ne avevamo parlato, le dicevo sei matta — ricorda Samuele, con la voce spezzata dalle lacrime —. Per lei l’unica cosa importante era proteggere Greta. Ora qui a casa c’è un grande vuoto ma la nostra bambina è un miracolo. Quando sarà più grande le parlerò della sua mamma straordinaria che ha dato tutto per lei». La perdita di Glory è senz’altro enorme sia per il marito che per la figlia, eppure il suo sacrificio non è vano, perché, pur nel poco tempo che le è stato disponibile, Glory ha fatto tutto il possibile perché Greta, sin dall’inizio, potesse sentirsi voluta, accolta ed amata, nella propria famiglia, così come nella famiglia e sarà inevitabile che guardi a sua madre con orgoglio filiale e sincera gratitudine.
«Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà. Chi perderà la propria vita, per causa mia, la salverà» (Mt 16,25)
Quante volte, questa Parola ci è sembrata ostica, filosofica, persino un po’ retorica?
Questa storia di vita ci dimostra che, non appena il Vangelo si fa carne, tutto diventa limpido e luminoso.
Non c’è amore più grande di quello che sa dare la propria vita, anzi: si può dire che solo un amore così possa dirsi vero amore. Così è l’amore di una madre. Così è anche l’amore di Dio, che ci dona la vita, per la nostra salvezza.
Grazie, giovane donna e madre esemplare. Che il tuo nome sia profetico e Dio t’abbia già accolta nella Sua gloria!
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Fonte: Corriere della Sera
Fonte immagine: Gelestatic