Ha(nno) fatto una strage dei ventenni: perché è al futuro che vogliono sparare. Del domani non hanno certezza perché sanno d’aver smantellato il presente: e allora sparano per chiudere la partita e sentirsi vincitori. Di loro – giovani come mille altri giovani – rimarrà l’anima sognante, quel sorriso ingenuo sul volto che parla di colori, di voli abbozzati e di frammenti di luce.
Quei voli di gabbiani destinati a vivere balenando nella burrasca. E a noi, immeritatamente salvi, rimane forse un attaccamento feroce alla vita. Di fronte a quei sorrisi digrignati.
L’eterno riposo, ragazzi!
“Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro,
in perpetuo volo.
La vita la sfioro,
com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch’essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere balenando in burrasca”.
(V. Cardarelli, Gabbiani)
“Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita”
(G. Ungaretti, Veglia)