aperol.jpgChissà com’era tagliato quell’aperitivo. Comunque non sarà la fine: certezza vuole che nella Scrittura Sacra, nell’intento di trasformare e abbellire le città degli uomini, Dio decolli sempre dalla periferia. Dalla debolezza. Dall’anonimato. Mai dalle stanze dei bottoni abitate dai vari governatori, tetrarchi e assessori della storia: quelle le va a scovare per smantellarle con la debolezza sulla quale ha investito giorni di lavoro e notti di adorazione. Quella è certezza divina. Certezza umana, che non vale però la stessa consolazione, è che il sindaco Variati ha ritirato una proposta da Nobel per l’ironia: trasformare un assessore alticcio, fuggitivo e pauroso delle sue azioni in un testimonial per un’improbabile campagna sulla sicurezza stradale. Più o meno come caldeggiare la parrucchiera del paese a capo dei Servizi Segreti del Vaticano. Ma la notte, anche stavolta, ha recato consiglio: lo spazio che valse la conversione dell’Innominato di manzoniano apprendimento, ha suggerito al primo cittadino una sintesi onorabile: passi un goto de vin ma il resto è ingombrante da offuscare. E’ mancata la fiducia: peccato che la stessa fiducia i giovani l’abbiano nobilmente smarrita molto prima, scoprendo che l’assessore decretato alle loro politiche era in tutt’altre faccende affacendato. Magari lui, aggrappato a quel gergo che smista le nozioni, le chiamerà "colazioni di lavoro": nel linguaggio del cuore restano cadute di stile. Apprendemmo da infanti quel comando disceso dritto dall’Eterno: quello che dice di onorare il padre e la madre. Ma c’è pure un’esigenza susseguente all’onore: che si mostrino onorabili agli occhi altrui. All’uomo pubblico – che abiti le sacrestie o gli uffici della politica nulla cambia – è chiesto l’esempio per procacciarsi la credibilità. Per vantare più autorevolezza che autorità. Quella credibilità che – luminose le parole uscite dalla penna della Donazzan donna-assessore – "non si costruisce con una pacca sulla spalla del padre comprensivo". Trasudano nebbiosa tristezza quelle affermazioni architettate sulla distinzione tra vita pubblica e vita privata, quasi l’uomo fosse la somma di compartimenti stagni e non un inventore di strade e uno scrittore di sogni: il vero maestro non è colui che detta delle idee, ma colui che ammaestra ad apprendere il giusto rapporto con la vita quotidiana.

Signor Sindaco, aumenti pure la luce, l’acqua e il gas.
Ma anche la credibilità della politica: è la vita della gente.

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