Marco Pozza (Calvene, 21 dicembre 1979) è uno straccio di prete al quale Dio si intestardisce ad accreditare simpatia, usando un’inspiegabile misericordia. Sacerdote e scrittore, è il parroco del carcere Due Palazzi di Padova. Presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma ha conseguito il dottorato in Teologia Fondamentale con una tesi su Cittadella, unica opera uscita postuma dello scrittore-aviatore francese Antoine de Saint-Exupèry. Il motivo? Era infastidito assai dal fatto che il mondo intero conoscesse Il Piccolo Principe ma quasi nessuno conoscesse chi fosse il suo papà letterario. Più le infinite cose belle che aveva scritto oltre a quella sua favola divenuta nel tempo gigantesca. Immortale.
La sua passione è quella di provare a contaminare mondi tra loro, in apparenza, ben differenti: a volte riuscendoci, a volte meno. In ogni caso gli rimane addosso la bellezza di averci comunque provato: come nella primavera del 2020 quando, assieme alla comunità del suo carcere, ha ideato e scritto i testi della famosa Via Crucis 2020 celebrata in una Piazza san Pietro deserta a causa della pandemia. Per Rai1 conduce dei cicli di puntate de Le ragioni della speranza, la rubrica settimanale del programma A Sua immagine.
È autore e conduttore di programmi televisivi di approfondimento culturale e religioso: Padre Nostro (Tv2000, 2017), Ave Maria (Tv2000, 2018), Io credo (Tv2000, 2020), Dei vizi e delle virtù (Discovery Channel, 2021) che hanno avuto la partecipazione fissa di Papa Francesco e dai quali sono nati altrettanti bestseller (usciti con Rizzoli) tradotti in tutto il mondo. Nell’autunno 2022 scrive e conduce Il Discorso della montagna (Canale5, 2022).
Appassionato di sport e giornalismo, nel tempo libero che gli rimane ha già iniziato ad abbozzare la sua prima enciclica, qualora gli toccasse la dura avventura d’essere eletto Papa. L’incipit è già stato scritto: «Ho odiato ogni minuto di allenamento ma mi dicevo: non rinunciare. Soffri ora e vivi il resto della vita da campione» (M.C.Clay).
Non è il miglior uomo del mondo: non pretende nemmeno di diventarlo, tra l’altro. Gli basta, al tramonto di ogni giorno, avere fatto di tutto per essere il migliore uomo possibile.
Ascolta la versione integrale della canzone
“Figlio amato del Padre“, di Tiziana Manenti.
documentario sul carcere per Tv2000
9 puntate per Tv2000
11 puntate per Tv2000
9 puntate per Tv2000
docufilm sul carcere per Discovery Channel
8 puntate per Discovery Channel
9 puntate per Canale5
«Cambiare sveglia le risorse addormentate, scalda il cuore ed eccita la mente […] è come grattare via da una parete del salotto la vecchia carta da parati della nonna, elegante ma consumata, per dare una nuova luce alla stanza con una bella imbiancata».
(G. Montali, Scoiattoli e tacchini. Come vincere nelle organizzazioni con il gioco di squadra, Rizzoli, Milano 2008, 163)
“Sono sempre stato un cane sciolto. Avanti tutta, come un navigatore solitario. Mai avuto padrini, né sponsor. Mai fatto parte di lobby di potenti dirigenti, mai goduto del favore di giornalisti condiscendenti o di raccomandazioni. Se ho ottenuto qualcosa lo devo a me stesso, alla mia determinazione e alla passione che ho messo nella mia carriera. E sono orgoglioso di essere un grande professionista, magari non un grande allenatore, ma certamente un professionista e un uomo perbene”.
(M. Franzelli – D. Scarnati, Carlo Mazzone. Una vita in campo, B.C.Dalai, Milano 2010)
“Non siete abituati a uno come me, così aperto. Uno che si comporta come ritiene giusto, che non ha paura di esprimere che cosa prova e che cosa pensa, anche se sembra scorretto. Sarebbe molto più comodo e facile per me, dire che i conti si fanno alla fine, che tutto è possibile. Così non avrei problemi. Vi direi soltanto quello che siete stati abituati a sentire sempre fino a oggi. Invece io vi dico che vinceremo il campionato e voi pensate che sia una commedia, una presa in giro, una mancanza di rispetto e di umiltà. Ma io non cambio: se mi sarò sbagliato, me lo rinfaccerete, ma preferisco essere così”.
(Beppe di Corrado, “Josè Mourinho, l’allenatore degli allenatori” in Sopra la panca. Prima e dopo Mourinho, Piemme, Milano 2009)
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