Avola, 40 km da Siracusa. Sicilia. Terra fino a pochi anni fa famosa per i dolci alle mandorle e per il Nero d’Avola. Poi i riflettori sono sempre su di lei, perché hanno scoperto che questo scorcio di Sicilia custodisce un figlio-prete strano: don Fortunato di Noto. Un prete con il Breviario e la Scrittura in mano, ma anche con un cellulare e un Pc come strumento di missione. Un fisico che richiama più Bud Spencer che Fra Cristoforo. Un cuore che richiama più fra Cristoforo che don Abbondio.
Lui rappresenta una chiesa che rischia, una chiesa che non si vergogna se al suo interno annovera preti beccati con le mani nel sacco, preti con la coscienza sporca, preti che infangano la bellezza dei bambini. Non si vergogna perché sa che quelli sono “quattro delinquenti che non dovevano diventare preti” (Mons. Fisichella, Anno Zero, 2007). In nome di questa trasparenza don Fortunato non si è sconfortato se sabato 25 giugno 2005 migliaia di persone hanno festeggiato la Prima giornata dell’Orgoglio Pedofilo. Non si è ammazzato se in Olanda c’è un partito che vuole liberalizzare la pornografia infantile, il sesso con gli animali e i rapporti sessuali tra adulti e bambini maggiori di 12 anni. Non si è fatto ricoverare. Ha fatto di più: ogni anno dal 1995, invita a celebrare la prima domenica di maggio la Giornata della Memoria dei bambini – vittime della violenza, indifferenza e sfruttamento.
Il grido di centocinquanta milioni di bambini straziati dovrebbe spaccare la Terra. Invece fa poco rumore, la pedofilia. Troppe volte è sottovalutato dai sapienti don Fortunato! Invece lui ha la capacità di rendere tremendamente semplici grandi drammi dell’uomo. Ci sono cose che non capiamo e che sono sciocchezza. Ci sono cose che non capiamo e che racchiudono misteri altissimi. Tra questi le parole pedofilia, pedopornografia, infantofilia, pedocriminalità.
Lo vogliono morto perché, come i profeti dell’Antico Patto, è un cane che abbaia! Ma nessuno capisce che i cani che abbaiano sono i cani fedeli al loro padrone. Con i dati alla mano, questo prete – gigante nel fisico e nel cuore – difende la voce di chi non ha voce: i bambini! Lo ha reso grande e famoso l’immondizia che regna nel nostro mondo che, ostinatamente, ha il coraggio di dichiararsi “umano”. Umano quando solo in Italia l’anno scorso sono scomparsi 1698 bambini (dati della Polizia di Stato) e nel mondo ogni anno 2 milioni di bambini sono sfruttati a fini pedo-pornografici. Per non parlare dei 380.000 piccoli volti entrati nei data-base della Polizia e che nessuno sa più rintracciare e salvare. In oltre 106 paesi non si vietano le punizioni corporali a scuola, si diffonde sempre più la piaga del traffico di organi, ogni anno 73 milioni di minori subiscono violenze sessuali, 275 milioni assistono a violenze domestiche, 126 milioni sono coinvolti in attività di lavoro rischiose.
Odiato da Marco Dimitri de I bambini di Satana, di fronte a questa moderna strage degli innocenti” non si da pace. E da Avola ogni volta ri-parte per sferrare il suo attacco alle grandi lobby criminali. Riparte con il “Bambino di Betlemme” come modello: perché nella Chiesa stare dalla parte dei bambini non è una moda transitoria, ma una scelta permanente. Parola di Paolo VI.
Una sera ad un incontro una bambina gli ha chiesto: “Don Fortunato, perché ti vogliono uccidere”. E lui, con le lacrime agli occhi ha risposto: “Se il mio martirio servisse a salvare un solo bambino, che mi ammazzino”.
Gente! Se abbiamo un cuore non possiamo lasciare solo quest’uomo: condanniamo il Boy Love Day del 26 giugno 2010, chiediamo che i siti che promuovono l’iniziativa vengano oscurati, uniamo le voci per urlare: “Giù le mani dai bambini!”. E se ti cogliesse la titubanza nell’appoggiare questo prete e la sua missione umanitaria, fatti una sola domanda: “Se fosse il mio bambino la vittima da proteggere, cosa farei?”
Se trovi l’occasione, appoggia questo sacerdote.
Firmi la speranza del tuo mondo!