Tre amici avvicinati da un destino: essere preti per
conto di un Dio terribilmente singolare. Nella sua pretenziosa attrattiva. L’età
è giovane: il più vecchio annovera 30 primavere. Il sogno è d’alta quota: restare
leali con Dio in eterno. La donna che condividiamo alla sera è sbalorditiva
perché non rende nessuno dei tre dubbioso delle sue attenzioni: Maria di
Nazareth. Siamo tre ragazzi della Padova fortunata che ogni mattina s’accorgono
d’essere "impresari di Dio" in un cantiere provocatoriamente all’avanguardia:
l’animo dell’uomo. Sappiamo d’essere piccoli scalatori ai piedi di una grande
vetta: la santità. Ma non perché la montagna è alta decidiamo d’abbassarla.
Anzi: l’impossibile c’affascina, c’intriga, ci violenta nella nostra occasionale
malinconia. Siamo giovani e per questo a
volte siamo "snobbati" dai grandi. Giovani che magari fanno innervosire: perchè
non vogliamo più saperne di un cristianesimo dell’abitudine. Sentiamo, con gli
auricolari della preghiera, che dei discorsi, delle parole, delle elucubrazioni
il mondo è stanco: però quand’avverte la presenza di un testimone sa ancora
fermarsi, ascoltare e lasciarsi emozionare. Questo cristianesimo
dell’innamoramento ci strapazza il cuore!
Viviamo in
diaspora: uno a Padova, uno a Roma, uno a Frosinone. Ma quando c’incontriamo
dal vivo o per telefono, su Skype o su Msn, per e-mail o sui nostri blog non ce
lo nascondiamo che la nostra "ditta" attraversa un momento d’inflazione. Però
non ci spariamo perché abbiamo appreso molto bene alla scuola di un docente –
che parlava in ebraico del suo Dio usando il cuore – che "concentrazione per
riduzione" è operazione di pertinenza tutta biblica: il popolo si concentra
sempre più riducendosi. Ma nonostante tutto il Regno di Dio cresce nel cuore
dell’uomo, il lievito fa fermentare la pasta, la semente nascosta nel terreno
sta germogliando. Siamo preti di Santa Romana Chiesa: pertanto siamo al
corrente che oggi, all’interno della Chiesa (universale e particolare) si
dicono molte parole, si scrivono molti documenti. Li ascoltiamo, li leggiamo.
Ma non ci dimentichiamo che la nostra legge essenziale è il Vangelo. Leggiamo e
gustiamo il Vangelo: ecco la nostra mattutina missione. Lo snoccioliamo come
sta e giace, nudo e crudo.
Un Dio che
ci fa imbestialire ma anche innamorare perché anche quest’anno, la notte di
Capodanno, mentre ci trovava inginocchiati, ci rassicurava che essere
minoritari non significa essere insignificanti.
Tutt’altro!