sentinelle, ragazzi, adolescenti davanti al sole che sorge

Vite allo specchio

Alcuni segnali, indice di disagio e depressione, sono, tra i vari, il cominciare a smettere di prendersi cura di sé. Intere giornate in pigiama, poca voglia di farsi una doccia, di mangiare. Tutto si spegne, nulla sembra avere più senso. Quando la tenebra avvolge col suo mantello, comincia derubando quelle piccole routine che, invece, rendono belli i volti, fanno sentire vivi e permettono di attendere di incontrare una nuova giornata, persone, occhi. Spesso si evita perfino di guardarsi allo specchio. Non ci si “vede” più e non ci si sente “visti” L’immagine riflessa diventa come una lama a due tagli: gli occhi che ci fissano possono giudicare e condannare oppure promettere novità, evoluzione.

Il lockdown è stata una lunga notte, innegabile. Questi ultimi mesi sono diventati la soglia tra la fine della notte e l’alba, il momento che richiede coraggio, il coraggio di essere svegli ai primi bagliori.
Lo specchio è il primo “altro” con cui comincia ogni giornata e permette di decidere se ciò che si vede riflesso è “abbastanza”, è all’altezza, se va modificato perché il mondo se lo aspetta, lo richiede, oppure se davanti a quell’immagine ci si sente in pace. È una lotta che richiede energia soprattutto in quel momento della vita in cui si sta scoprendo che faccia indossare davanti agli altri e a se stessi, che cosa di sé si vuole o si può mostrare, cosa va tenuto nascosto e cosa è ancora nebuloso, misterioso, incompreso.

Di notte, tutto si amplifica: ogni demone prende vita e forza. Di notte, si è soli coi propri pensieri, con le proprie paure, con ciò che si scopre di sé. Ma è il momento forse più calmo e lento in cui poter stare con gli occhi piantati su ciò che spaventa per sfidarlo a duello, per non sottrarsi alla battaglia, ma attraversarla. È quello spazio di tempo che permette, allora, di scegliere, una volta sorta l’alba, di far tacere la sveglia, di uscire da sotto alle coperte e di presentarsi all’appello dello specchio con speranza e determinazione. E se, dalla notte, si esce avendo dato un nome al proprio nemico, alle proprie paure, è una conquista importante. San Paolo ha descritto perfettamente questa lotta che diventa risorsa intoccabile: “Quando sono debole, allora sono forte” (2Cor 12,10)

“Ho sempre avuto molto da fare, troppo per concentrarmi su me stessa e per analizzarmi come sto facendo in questo periodo. Da ormai più di un anno, siamo in una situazione che non ci concede di vivere la solita vita frenetica; bellissima ma veloce, vivace ma senza pause. In quest’anno, sono passata dal godermi la pace di casa e la mia famiglia, che non era stata riunita per un bel po’, al cercare nuovi hobby e il modo per migliorare me e il modo in cui spendo le mie giornate. Ho pensato molto in tutto questo tempo, forse troppo, a come stava procedendo la mia vita prima di fermarsi di punto in bianco. Ho sempre cercato di comportarmi come gli altri volevano che io mi comportassi e, in qualche modo, questo periodo mi ha aiutata a disintossicarmi dalla società e dall’idea che voglio che gli altri abbiano di me. Ho ridimensionato molti problemi che credevo insormontabili, ho capito un po’ meglio me stessa, le mie paure e i motivi per cui non riesco ad essere me al cento per cento. La prima quarantena sicuramente mi ha cambiata: mi ha fatta diventare più insicura e più introversa, ma ora sto imparando a conoscere le mie debolezze e a provare a trasformarle in punti di forza. Tutto questo mi ha insegnato a fregarmene del pensiero altrui perché quelli con cui dobbiamo fare i conti a fine giornata siamo noi stessi, a non sprecare il mio tempo, a non dare mai nulla per scontato, a godermi ogni istante e a prendermi del tempo per me.”

La sentinella del mattino ha avuto il coraggio di attraversare il buio, di non scappare dalla battaglia con le tenebre, ma, anzi, di combattere. È una guerra che dura una vita intera, quella con se stessi, ma tanti nostri adolescenti hanno saputo cogliere l’occasione di questo tempo per combattere le loro personali battaglie. Scegliere tutto ciò è già un primo passo verso il giorno. Darci un nome è il successivo. Scoprire come le ferite diventano feritoie e punti di forza, è aver fatto un salto in avanti, un cambio di livello. L’augurio è che scoprano presto come in tutto ciò non siano mai soli, ma che, grazie ad una fraternità che cammina al loro fianco, possono scoprirsi sempre più nella loro essenza. È “l’altro”, che sempre ci restituisce il nostro limite (e quindi: la nostra identità) e ci permette di portare a compimento chi siamo. “Tutto è compiuto”.

“Credo sia questo, bambina mia, il segreto per crescere: avere il coraggio di scegliere ciò che davvero si vuole per sé, ciò che davvero può renderci noi stessi. […] Non devi camminare sola, Iris. Devi sempre cercare qualcuno da seguire. […] Devi guardarti intorno e cercare. Quando incontrerai qualcuno che sa guardarti solo perché tu sei desiderio assoluto di felicità, senza pretendere nulla in cambio, ecco, quella sarà la persona che potrai seguire”. (M. Segato)


Il sogno è che questo spazio possa diventare strumento anche per molti ragazzi. Per questo motivo, è stata aperta una mail apposita in cui ogni adolescente può condividere il buio che ha vissuto e che vive, ciò che ha scoperto in questo tempo, ciò per cui ringrazia come pure i sogni che lo abitano, le preoccupazioni. oppure può condividere qualche pensiero o risonanza dopo aver letto gli articoli già pubblicati. 
Qui, se lo volete, potete inviare commenti, riflessioni, condivisioni.


Introduzione: Adolescenti in DAD: quando uno schermo non basta #IN-ASCOLTO

Sezione “VOCE DI UNO CHE GRIDA NEL DESERTO”:
1. POSSO URLARE? #IN-ASCOLTO 1
2. EMPATIA, DOVE SEI? #IN-ASCOLTO 2

Sezione “SENTINELLE DEL MATTINO”
3. Chiamato a guardare in alto
4. Altari come punti cardinali

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