Da Vicenza
a Padova i km sono 30. Tra strade, campagne e mulattiere s’inanella una storia
che dal Palladio t’accompagna verso il Santo per antonomasia. Distinzione d’accenti,
d’economia, di civiltà. Vicenza e Padova questa settimana si son incrociate nei
media per due diverse idee dell’uomo. A Valdagno la Cooperativa Primula
ha indetto un’emozionate giornata di sport. Protagonisti 200 disabili spinti
dal tifo di alcune scolaresche che, almeno per un giorno, hanno respirato il
profumo dello sport che abbassa record ma anche barriere. Fisiche e mentali.
Oltre il Bacchiglione, nella città dell’Università, due gemelli autistici trentenni
sono intimiditi ed invitati ad andarsene perché importunano i condomini. Con le
loro grida, le loro lacrime e i loro pugni sbattuti: linguaggio che non hanno
scelto loro di poter usare. Ma che serve loro per raccontare la vita. Per la
maggior parte gli importunati sono dirigenti di banche, professionisti e
insegnanti. Cioè gente che, in teoria, spende la vita per rafforzare l’economia,
l’educazione, il bene comune. Il capo d’accusa da loro impugnato: "Quanto avete intenzione di rompere ancora? Avete creato danni incalcolabili alla
tranquillità del condominio". E’ deleterio nella sua genialità l’intuito
quando abbandona l’umano per appisolarsi in tranquillità. Ruud Gullit,
poliedrico ed eclettico campione del Milan degli anni Novanta, osservava giorni
fa: "Il razzismo è figlio dell’ignoranza,
ma anche di un’altra cosa: quando una nazione è debole e non dà valori, allora
gli stupidi cercano un avversario sul quale sfogarsi. Solitamente lo trovano
nello sconosciuto." Nello sconosciuto ma anche nel diverso. Diverso da chi,
poi, non ci è dato sapere visto che – aggrappati e iniziati alla vita da una
follia d’Amore Eterna – ognuno reca in sé un’originale impronta di originaria
diversità. Un disabile umiliato è uno schiaffo in faccia ad una civiltà che ha
scelto l’allenamento del cervello alla cura del cuore. La difesa dell’economia al
passaggio dei valori. Della vita.
Resta l’immagine
di quella pista d’atletica colorata di urla, incitamento e umanità. Dove lo
sport intreccia in un’unica trama l’abilità, la disabilità e la fratellanza. Un
giorno – quando saremo noi disabili nei confronti di qualche altro – intuiremo
cosa implica che l’uomo cerca la tranquillità. Una ricerca così ostinata che,
se ostacolata, non escluderà l’eliminazione dell’uomo che, magari incespicando,
sogna di poter correre, danzare e vivere.
Perché
pure lui tiene un cuore da tingere di gioia.