Lo strabismo è materia attinente la vista: gli occhi non sono orientati nella medesima direzione. Mentre un occhio è intento a fissare un oggetto, l’altro è rivolto all’interno, all’esterno, in alto, in basso. Lo strabismo è un difetto: dunque nessuno augurerà a qualcuno d’essere strabico senza venir tacciato d’essere un animo cattivo. Nessuno, eccetto Uno: il Cristo dei Vangeli, l’Uomo dalla vista finissima, figlio dell’Oculista-primo, il genio degli sguardi. Di Lui, giudicandone lo sguardo, scrissero che «qualsiasi sciocco può contare i semi in una mela. Solo Dio può contare tutte le mele in un seme» (R. Schuller). Lui, esperto di occhi, a chi ama – e (chi)ama – augura di farsi strabico, per amore. E’ strabismo strano quello del Vangeli: “Guardare in alto con gli occhi in basso” pare affisso, come in un cartello, alla porta d’ingresso della Novella, quella buona. Dell’Avvento, lo spazio d’attesa che inizia oggi. In basso: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle: sulla terra angoscia di popoli in ansia». Terremoti, calamità tempeste e sfuriate di mari. In alto: «Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perchè la vostra liberazione è vicina». Libertà, abbracci, oceani di tenerezza. L’alto, guardando il basso: giravolte di sguardi, capriole per gli occhi, lo strabismo augurale dei Vangeli.
Un quasi-insulto agli specialisti della vista.
Per quanto grande sia un baobab – recitano nel Madagascar – ha sempre come genitore un seme piccolo. Il piccolo, poi, certe volte impaurisce: sembra il nulla, l’inadatto, l’opposto della capacità. “E’ un caos!”, dice l’uomo quando tutto gli pare limitato, piccolo, sproporzionato. Nel caos, però, abita Dio. E In qualsiasi caos l’uomo abiti, quello sarà il punto di partenza per (ri)tornare a Lui. “Non aspettare Godot. Cercalo!” ha scritto qualcuno in un muro appresso alla metro B di Roma. Cercalo in basso, guardando verso l’alto: «Deve esserci un processo chimico che rilascia delle sostanze benefiche nel corpo quando fai del bene al prossimo, pensai durante il viaggio di ritorno (…) Sto iniziando a vedere le cose da un altro punto di vista» (Pif, …e che Dio perdona a tutti). Occorrerà augurarci vicendevolmente lo strabismo perpetuo per salvarci: di contare i semi in una mela sono capaci tutti. Di contare le mele in un seme, saranno capaci solo gli strabici. Che è la beatitudine aggiunta all’ingresso dell’Avvento: “Beati gli strabici, solo loro riusciranno a veder nascere il Regno di Dio”. Uno strabismo che il Vangelo raccomanda di mantenere in-forma con una dieta ferrea da imporre al cuore: «Che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita». Perchè è dal cuore – che è organo riproduttivo esattamente come l’altro – che dipende il corretto andamento della vista: io vedo ciò che custodisco nel cuore. “E’ tutto un cesso questo mondo!” dice l’uomo che ha un cuore a forma di water. “E’ un gioiello il mondo, così com’è!” dice l’uomo il cui cuore è in festa. Il mondo è lo stesso, ciò che fa la differenza è lo sguardo che si posa sul mondo, il cuore che solletica lo sguardo a muoversi. “Non ingrassate il cuore! – suggerisce Dio – Si appesantirà lo sguardo e il mondo vi apparirà tutto una stanchezza”. Da strabici, invece, con il cuore leggero, il mondo apparirà per com’è: l’abitacolo di Dio, la cui presenza innerva nell’intera storia umana un bellissimo progetto di sviluppo. E’ speranza in arrivo.
Nel mondo di-giù batte forte un germoglio del mondo di-su: «I semi sono invisibili. Dormono tutti nel segreto della terra finché a uno di loro non piglia il ghiribizzo di svegliarsi. Allora si stiracchia, fa spuntare timidamente verso il sole uno splendido, innocuo germoglio». (A. de Saint-Exupéry). Il Vangelo tradisce un’immensa fiducia nei semi: “Dimostrami che hai un seme, t’aspetterò per tutta la vita, se servirà”, bisbiglia Dio al peccatore. Degli oggetti inutili mi affascina, da sempre, la capacità che hanno di aspettare il loro momento. Vegliano – «Vegliate in ogni momento» – e quand’è il loro turno si alzano, scattando «davanti al Figlio dell’uomo». Strabici e senza grassi-aggiunti nel cuore: ogni Amore, quand’è tale, mostra di avere le sue esigenze.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo» (Luca 21,25-28.34-36)
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