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In un sabato sera come tanti mi è capitato di guardare “La battaglia di Hacksaw Ridge”.
La storia vera del primo obiettore di coscienza dell’esercito statunitense.
Lo scenario: il mortale fronte giapponese nel secondo conflitto mondiale. Sequenze di scene truci, cruente, così realiste da non lasciar spazio all’immaginazione.
Un giovane soldato, altamente ostacolato per aver scelto di arruolarsi ma senza far uso delle armi. Non imbraccerà mai un fucile, nonostante le pressioni e il fuoco nemico. Una scelta temeraria, ma radicata in una fede profonda. Durante quella battaglia sanguinolenta, sceglierà di non rientrare al campo base per restare a “mettere in salvo” i corpi dei compagni ancora mezzi vivi ma gravemente feriti. Scene di grande tensione e spesso solo per stomaci forti. Ma c’è una frase che, come una preghiera, quest’uomo continuava a far salire al Cielo “Ti prego, mio Signore, aiutami a salvarne ancora uno”. Ancora un uomo, anche solo mezzo vivo, per cui valga la pena rischiare la vita per salvarlo. Ancora uno a cui ridare salute, metterlo in salvo. Salute e Salvezza. La missione che dava fondamento al suo esistere.

A tratti l’ho ammirato, a tratti l’ho insultato di fanatismo eroico, a tratti gli ho dato del pazzo guardando il film.
Oggi, quel Gesù che, per trent’anni, è rimasto nel silenzio, che per tre anni ha attraversato con le sue Parole tutto Israele, che per tre giorni ha abbracciato nel cuore la scelta d’Amore più difficile di tutta la Storia, proprio oggi, potrebbe apparirci però così: un fanatico, un eroe a cui nessuno ha chiesto nulla, un pazzo che ha agito per chissà quale fede avesse nel cuore. Siamo nella settimana che celebra il più grande Incompreso della storia dell’umanità.
L’unico che non ha salvato solo quelle 75 vite al fronte, ma che ha donato tutto per tutti, americani e giapponesi, russi e tedeschi, napoletani e trentini. L’Unico che nel proprio cuore, per tutta la sua esistenza, ha ripetuto incessantemente “lasciamene salvare ancora uno e un altro e un altro ancora e ancora…tutti”. L’Unico che è rimasto fedele all’Amore, alla missione che il Padre gli aveva affidato. L’Unico che anche di fronte alla menzogna, alla fregatura, a chi ha fatto di tutto per screditarLo, a chi lo ha condannato senza prove schiaccianti, a chi lo ha attaccato di pazzia, di essere un ciarlatano, è rimasto fedele a Se stesso. L’Unico che ha ridonato vita in mezzo alla morte, speranza nella distruzione, redenzione nel peccato.
Contemplo quel crocifisso sanguinante, sofferente eppure così pienamente compiuto, riuscito, e il mio cuore trema perché incapace di contenere quell’ondata di Amore che mi assale. Si inabissa in un mistero così vasto e impossibile da concepire da mente d’uomo, di fronte a quella braccia aperte pronte a salvare ancora una volta anche me.

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