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La vacanza è il tempo della libertà, non come liberazione dallo studio, ma perché obbliga alla fatica e alla responsabilità della libertà e della sincerità. È il tempo in cui viene a galla quello che vuoi veramente.” (Giussani)

Si è concluso con questo augurio l’anno scolastico per i miei ragazzi dalle braghe basse, dai capelli dalle pettinature impossibili, ciondolanti coi loro eastpak, intrisi di fumo, dipendenti da cappello girato al contrario, anche il cappello dice “voglio fare l’opposto!”. L’augurio di non perdersi e di non affogare in questo mare immenso che si spalanca di fronte. La speranza di trasformare il tempo del riposo non in vano cazzeggio ozioso che come uno zombie mi porta dal divano al letto e ritorno o a far serata fino a spaccarmi, ma che diventi occasione per fermarsi e guardarsi finalmente allo specchio. Ironico dirlo ad una generazione che passa le mezz’ore in bagno a sistemarsi ciuffi prominenti e a provare sguardi ammaliatori. Anche la strega di Biancaneve sembra una pivella a confronto!
Mi fa compagnia l’eroe così poco amato di quest’anno. L’evergreen Ulisse, il viaggiatore per eccellenza! Un uomo affascinante, fisicamente prestante, dalla testa sopraffine, dannatamente astuto e tremendamente umano. 10 anni per combattere una guerra innescata dal più banale dei motivi: l’amore per la donna “sbagliata” e altri 10 per ritrovare la strada di casa! L’unica bussola: una moglie e un figlio. Non conosco cosa diriga la vita dei miei studenti, quale sia il motore delle loro imbarcazioni soprattutto ora che possono tracciare la rotta da soli al largo di quasi tre mesi di navigazione ma sicuramente so che forse non basteranno queste settimane per provare a immergersi dentro loro stessi e andare a pescare la bellissima ostrica incastonata dentro al cuore. Per cui ansia da risultato svanita, ma tanta speranza che venga mosso qualche passo!

“È il tempo in cui viene a galla quello che vuoi veramente.” Il tempo del desiderio, di scoprire la propria vera identità. “La proiezione di un sé migliore di quello attuale nel futuro”(Cencini). Quello che siamo chiamati ad essere e ancora non siamo. Sfida affascinante solo per veri impavidi. Dinamismo, il desiderare, “tensione evolutiva”. Così vera questa frase ma anche così spaventosamente difficile, non saprei nemmeno da che parte cominciare se avessi di nuovo 16 anni. Ho avuto una fortuna smisurata nella mia adolescenza. Le mie estati sono state costellate di esperienze piene, campi scout, servizio, parrocchia, Grest, amici. Sono stata una privilegiata per aver trovato tante serate davanti a un fuoco a lasciar venir fuori chi io sia veramente e questa brutta abitudine non l’ho ancora persa! Si è trasformata in un modus operandi che persiste tutt’ora senza mai passare di moda. Faccio memoria di questa mia fortuna che non mi ha evitato la noia, le cazzate, i pomeriggi eterni, il vuoto, la solitudine o le serate a far tardi ma che mi ha lasciato la voglia di non smettere di far venire a galla la vera me.
Un ragazzo si giudica da come usa il tempo libero”(Giussani). De-sidus...mancanza di una stella. Nostalgia come motore. Un pezzo per volta. Un’estate per volta. Cercate, domandate, chiedete, pretendete. Pretendete adulti in grado di solleticare i vostri sogni, i vostri desideri, di tirarli fuori, dargli colore e nome. Cercate esperienze significative, di incontro, di relazione vera, pulita, sincera, anche di scontro ma reale. Fate incetta di albe e di tramonti, stellate da contemplare, lasciate che l’Infinito vi sovrasti, vi affascini, vi provochi, vi faccia nascere domande di senso. Non spaventatevi! Anche Ulisse ha dovuto scegliere tra amori facili, probabilmente che la moglie mai avrebbe scoperto, su isole lontane quanto ammalianti eppure non ha potuto non ascoltare quella voce nell’intimo che lo riconduceva sulla rotta del ritorno verso una meta più incastonata dentro da sempre, quello che voleva veramente!
Becoming who you are!” (Merton). Tornare a casa! Allora, non fermatevi di fronte al non saper come gestire abbondanza di tempo libero, così tremendamente affascinante e agognato ma anche così spaventosamente libero! Quasi da far annoiare! Riempitelo di bellezza, coltivatela nelle piccole cose! Un libro che accenda fuochi, un film da gustare e da cui lasciarsi abbeverare, occasioni di aiuto gratuito, quello senza per forza un ritorno in denaro come noi adulti vi abbiamo spesso insegnato, ma quello silenzioso, capace di strappare sorrisi. E se potete viaggiate! “Chi non viaggia non conosce il valore degli uomini” (proverbio arabo). Camminate! Raggiungete vette che tocchino il cielo, che costino anche un po’ di fatica. Come canterebbe Ligabue “il bello deve ancora venire”, per cui ci auguro di lasciar venire a galla tutta la bellezza che già c’è dentro di noi e che sia un tempo di libertà e sincerità senza paura di far la scoperta più bella da sempre: io chi sono!


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