I promessi sposi ch23

La domenica sera é il nostro appuntamento. Ogni mese e mezzo circa parte il messaggio sul gruppo whatapp e il desiderio di intimità, di un luogo in cui potersi spogliare da tante maschere, spinge ad uscire di casa. Tra la cucina e il salotto si dipanano storie di giovani adolescenti, cuori sgangherati ma pronti a mettere sul piatto non solo tante risate ma anche le ferite più profonde che spesso non sono sostenibili dal cuore, non dicibili ma che necessitano di essere urlate, di far colare mascara e matite. Di cena in cena, con passo vellutato ho avuto l’onore di accogliere questi intrecci di vite ancora acerbe ma fiori stupendi in potenza. E dal capo tavola dell’ingenuitá é partita la provocazione “Ma cosa ha spinto dei ragazzi della nostra età a buttarsi giù da un grattacielo?”. L’apertura del vaso di Pandora. Il punto di vista di chi ha l’anagrafe dalla sua parte, la voce che ha un peso. La leggenda metropolitana, ora realtà, della Blue Whale che ha invaso web, TV, giornali é diventata occasione per smascherare e scandagliare motivazioni nascoste nell’anima. Il senso di ogni respiro, qual è? Dibattito, dialogo, apertura di finestre su un mondo di giovani uomini e donne forse troppo soli, senza una rete di sicurezza per le loro cadute da altezze vertiginose, bisognosi di adulti saldi, come l’onda si infrange sullo scoglio. Come combattere questa solitudine, questi tagli alimentati dall’horror, dalla depressione inoculata da appuntamenti notturni, attimi di popolarità per guardarsi allo specchio e dire “io ci sono”?

Mi son alzata da tavola provocata. Davanti non avevo “rifiuti biologici”, questa é la motivazione dell’ideatore di questa manipolazione dis-umana. Quei piatti in tante serate son stati conditi con lacrime di separazione, di incomprensioni, di delusione, di sogni spezzati, di domande urgenti eppure ho visto sguardi attraversati da un lampo di speranza, quasi a dirmi “per quanto dolore sentiamo a volte, non vogliamo cedere a questo sistema”. Un’iniezione di speranza! “Noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude” ( Rm 5,3-5).
Bazzico quotidianamente tra i corridoi e i banchi in cui serpeggia maligno un dolore e una rassegnazione che vorrebbero stritolare tanti semi che sgomitano per farsi strada nel terreno per crescere rigogliosi, eppure…incrocio anche tanti sguardi che urlano che c’è speranza! 50 giorni per distruggere una vita, ogni giorno per trovare un solo motivo per dire grazie! É la sfida dei “punti luce”. Non permettere alle palpebre di chiudersi sul cuscino prima di aver trovato almeno un motivo per dire “grazie” alla vita per queste 24 ore di opportunità. “Ma il dono di grazia non é come la caduta” (Rm5,15). Cadere lo sappiamo tutti! Dal primo gattonamento ammortizzati dal pannolone, i primi instabili passi aggrappati al mobile, ai fallimenti in amore, i tradimenti in amicizia, le delusioni scolastiche, sbagliare bersaglio nella vita. Artisti della caduta! Ma verso questa storia di evidente fallibilità così intrinsecamente umana, in cui spesso gli adolescenti dall’alto dei loro primi 16 anni si ritrovano invischiati e intrippati a capire chi siano, c’è una mano tesa che raggiunge, afferra e rialza. Si chiama desiderio, passione, forza vitale, sogno, voglia sovrabbondante di vivere, di strapparsi via di dosso le catene che imprigionano, come una camicia di forza e di urlare al mondo “io esisto!”. C’è una mano tesa di adulti, docenti, allenatori, educatori pronti a fare squadra perché pienamente fiduciosi verso gli uomini e le donne di domani. C’è una speranza, c’è una promessa di sovrabbondanza, di felicità strabordante proprio a partire dal buio in cui sei finito! C’è un dono, gratis, che riempie il “gap” tra i miei e i tuoi fallimenti e la felicità, ed é li pronto per te! Anche se non lo credi, se lo bestemmi, se lo ignori, c’è un Gesù che “mentre noi eravamo ancora peccatori” (Rm 5,6) aveva già pagato il conto e saldato ogni debito per me e per te. Questa speranza può abitare anche il tuo cuore che sta valutando di spiaggiarsi come una rassegnata balena. C’è una vita da trasformare in capolavoro.
L’Innominato, in Manzoni, dopo una lunga notte di profondo buio, di rimuginamenti, di domande a una vita imbevuta di crudeltà e solitudine, allo scampanamento dell’alba, araldo di un nuovo giorno, in tutta la valle, comincia una strada di ricerca. Con “smania inesplicabile” cerca risposte, cerca “punti luce”. “Dio! Dio! Dio! Se lo vedessi! Se lo sentissi! Dov’è questo Dio?” (Manzoni)
La sua speranza troverà concretezza nel cardinal Borromeo, mediatore di speranza, professore, educatore, adulto, mezzo e canale del “dono di grazia”. “Voi me lo domandate? voi? E chi più di voi l’ha vicino? Non ve lo sentite in cuore (Dio),  che v’opprime, che v’agita, che non vi lascia stare, e nello stesso tempo v’attira, vi fa presentire una speranza di quiete, di consolazione, d’una consolazione che sarà piena, immensa, subito che voi lo riconosciate, lo confessiate, l’imploriate?”(Manzoni).

A tutte le “balene blu” che cercano una spiaggia su cui lasciarsi morire, ricordate che c’è sempre un dono gratis che passa per carne e ossa umane pronto per te, tutto da scartare!

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