Costa immensamente trattare bene l’uomo. Molto più che volergli bene: è per questo che, fatti i conti, l’uomo ha tantissimi corteggiatori, pochissimi amici. «Cristo è amico dell’uomo» (P. Mazzolari): sa bene che senza un amico la casa libera è anche una casa vuota. Che giova, all’uomo, possedere un cuore se poi non lo stringe con altri? Il mondo, dunque, si è diviso come non mai: prima e dopo di Lui. Non poteva che andare così. «Avete inteso che fu detto»: di non rubare, di non spergiurare, non soverchiare il debole, non sopraffare lo straniero e la vedova (liturgia della VI^ domenica del tempo ordinario). Già lo sappiamo: a chi fa una legge basta scemare il più possibile le scelleratezze di tutti, gli interessa che la convivenza sia possibile, che l’ordine venga mantenuto. La legge, però, è sempre più disattesa che osservata: “Fatta la legge, trovato l’inganno”, così ragiona l’uomo. Ecco che il potente la scansa, il cattivo la viola, il debole la froda: “Rispettassero la legge, vivremmo tutti più in pace”. Invece no: la legge non vince il male, solo lo tiene a bada, non cancella la ferinità ma le mette un guinzaglio: «Facevano un po’ di bene alla vista di tutti per essere più liberi di fare il male in segreto. Esageravano l’osservanza dei precetti per meglio tradire l’intuito della Legge» (G. Papini). Null’altro.
Una sorta di simulazione all’obbedienza, mica proprio un’osservanza.
Fino al giorno in cui Cristo è sceso dalla Montagna. “Basta formalismi, tutti a casa” fu ciò che capirono gli altri, i non-beati: pertanto, a Colui che ha appena rivoltato il mondo sotto-sopra come un carro di fieno, non resta che giurargli la morte. Era reo, ai loro occhi, d’aver fatto aprire gli occhi: la Legge era marcia, non portava più a nulla, s’era impaludata nella formalità. Anche il bene s’era fatto fuligginoso: non bastava più farlo, occorreva farlo bene. Il bene-va-fatto-bene: ciò che capirono, quelli che non volevano capire, era che per Lui la Legge s’era prosciugata, una sorta di mammella senza latte, una vecchia-filastrocca che bastava solo per allenare la memoria. Il cuore, però, stava allo scoperto: nessun cuore si sazia con il minimo dell’amore. Nasce, dunque, una nuova giornata: «Voi siete il sale!» Ciò che conta non è la quantità – ne basterà un pugno per insaporire il mondo -: che il sale non diventi insipido, questo gli stava a cuore. Fu così che Cristo sferrò l’attacco frontale: «Ma io vi dico». La felicità è minacciata ad ogni istante, l’uomo non ha più nessun amico, solo Cristo gli è rimasto appresso. Non perde tempo: “Hanno detto, ma io vi dico”. A colpire l’atto tutti si sono mostrati capaci: ciò che a Cristo riesce – così bene che un giorno l’attaccheranno al chiodo – è andare a colpire l’intenzione, quella che poi conduce all’atto. Che era come ridurre a poltiglia ciò che stava più a cuore a quella gente: la Legge. “Tutto apparenza. Poco più che il gesto di una brava cortigiana, gente”. Cristo accelera, tenta un di-più che è da vertigini: il fuoco non si può spegnere se non quando è una fiammella. Così è dell’ira: dopo, sarà tardi. Quel che conta, insomma, è l’intenzione: se un lavoro dev’essere fatto bene, va condotto alla radice. Quando, del male, se ne accorgono tutti, è troppo tardi per Cristo. Vero umanesimo sarà fare manovalanza delle intenzioni. Degli sguardi: accadrà, in certe mattinate, che tagliare il primo filo di uno sguardo voglia dire salvarsi dalla rete d’intrecci che da uno sguardo potrà nascere. Nel caso, il consiglio è crudo assai: “Cava l’occhio, gettalo via”. Poca roba rispetto alla salvezza, eppure tanta-roba per noi di quaggiù. Fatto sta che, d’ora innanzi, sarà sempre così: non si capirà l’amore, per chi siede alla sua scuola, se non si accetta l’esagerazione. La carità non basta più: la follia-della-carità cerca.
Gliel’hanno giurata: “La pagherai!”. Non poteva essere altrimenti. Avendo fiducia dell’uomo, gli parla da uomo, con franchezza e fiducia: si fa meno fatica a lavare un bicchiere che l’anima propria. Per le cose-morte un po’ d’acqua e uno straccio bastano: per il cuore serve dell’altro. “E’ venuto a farci la morale”: è questo che hanno pensato subito i farisei. Che tanti pensano di Lui. Più che di morale, insegna come fare per non buttar via tempo: la guerra, prima che sulle strade, s’alza nel cuore. Cristo s’è accorto: vorrebbe che s’accorgessero tutti. Nel frattempo, alza il tiro con chi può: vuole che s’accorgano almeno gli amici.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno» (Matteo, 5, 20-22a.27-28.33-34a.37)