C’è una frase che mi ha sempre colpito leggendo le opere di Mark Twain: “Tra vent’anni non sarete delusi dalle cose che avete fatto, ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite”.
Dirsi “sarebbe potuto essere ma non è stato”; ripensare con amara nostalgia al passato; sognare come sarebbe potuta cambiare la situazione se solo … ; è’ questo il modo peggiore di terminare una giornata: andare a letto pensando a ciò che non è accaduto col dubbio se se avessimo “giocato le carte” in maniera diversa avremmo potuto vivere una nuova esperienza, che però rimarrà solo un desiderio irrealizzato.
Il “dubbio”. E’ questa la cosa più straziante per chi ha un rimpianto, perché non potrà mai mettersi il cuore in pace accettando un fallimento o un’esperienza negativa, in quanto il pensiero che vi fosse la possibilità di realizzare ciò che si voleva rimarrà radicato nel profondo di questa persona, che ripenserà con dolore a quell’occasione mancata in ogni momento della sua vita futura.
I rimpianti spesso sono errori possibili che non abbiamo mai voluto correre il rischio di fare; per mantenere il delicato equilibrio della nostra vita abbiamo preferito rinunciare piuttosto che osare, ma in questo modo si finisce per vivere passivamente la propria esistenza, nella speranza che nulla turbi il nostro quieto vivere; così facendo, però, definire la propria vita come tale fa storcere il naso, in quanto provare a non rovinare i piccoli schemi ed equilibri che abbiamo creato nel tempo intorno a noi per quella che alla fine è solo paura, fa pensare più a una sopravvivenza che a un viaggio avventuroso quale dovrebbe essere la propria permanenza su questa terra.
La paura blocca l’essere umano, lo rende simile all’uccellino del bosco che per timore dei predatori rinuncia allo spettacolo di volare libero, cullato dal vento, ma la paura è stupida: tutti noi dovremmo iniziare a vivere prima che si diventi vecchi, prima che sia troppo tardi, altrimenti è così che nascono i rimpianti, e non potremo mai essere in pace con noi stessi.
Il rimpianto è un tipo di dolore molto particolare, di fronte al quale siamo impotenti; è per questo che non bisogna mai ammalarsi di questo malessere, perché una volta che si è colpiti dal malanno non esistono medicine per guarire: un’occasione sprecata, che lo si voglia o no, non tornerà mai più, e anche se proveremo a sopperire a questa mancanza con altre esperienze, novità, attrazioni, in noi rimarrà inesorabile il pensiero che avremmo potuto vivere un’avventura in più se solo ne avessimo avuto il coraggio; da codardi, però, abbiamo voltato le spalle e siamo fuggiti, e perciò abbiamo deciso di rinunciare a vivere in quell’occasione.
Di ciò che non è accaduto non ci scorderemo mai. Se si vuole veramente una cosa non bisogna mai rinunciare, perché è vero che è difficile aspettare, ma il rammarico di non averci provato fino all’ultimo sarà sempre peggio. Ciò che conduce l’uomo alla pazzia sono il rimpianto del passato e la paura del domani che ha portato a rinunce; il tempo inesorabilmente vola e ci pone davanti a delle scelte, ma la buona notizia è che noi siamo i piloti di tale volo e possiamo far si che non ci si debba mai guardare indietro disprezzando ciò che siamo stati.
Nella vita non bisogna mai avere rimpianti: se è andata bene è meraviglioso, se è andata male è esperienza. Ogni volta che si cade si raccoglie qualcosa, ed è per questo che ogni sogno che ci si senta di provare a realizzare va affrontato, altrimenti succederà che il passato prenderà il posto del futuro, i rimpianti sostituiranno i sogni, e allora vivere sarà soltanto un’agonia.
In ogni occasione, che sia di relazione, di carriera, di ambizioni personali o altro, bisogna rischiare e provarci; si potrà riuscire nell’impresa a volte e in molti altri casi invece farsi male, ma l’importante è essere avventurieri e provare, affrontare il rischio, perché nella vita il dolore è temporaneo, ma il rimpianto è per sempre.