“Quanta fretta ma dove corri, dove vai?”, è la canzone che Dio ha sicuramente preso in prestito da Edoardo Bennato e ha dedicato a Giona, quel giorno in cui, mandatolo austeramente a Ninive, egli si recò invece presso la prima agenzia viaggi ostinato a comprare un last minute per Tarsis. Comprò un biglietto per la nave, e si imbarcò. Un profeta -ma che dico! uno di noi, uno come noi, come me, come te!- che si alza per fuggire, che si alza per andare nella direzione opposta rispetto all’ordine ricevuto. Nessuna obiezione, nessuna domanda, nessuna richiesta di chiarimento. Solo la fuga.
Lui gli dice “Alzati e và” e Giona va, si, ma da un’altra parte. Seguendo traiettorie longitudinalmente opposte. Quando si dice.. spirito di contraddizione! Si imbarca con scaricatori di porto, gente che stava tentando il viaggio della vita, che non aveva nulla da perdere, che stava cercando fortuna altrove, che stava scappando da un paese che non li voleva per arrivare, forse, in un paese che non li avrebbe voluti. Migranti, pagani, ultimi. peccatori. Gente con troppi dei per fare posto ad un solo Dio. Scappa da una periferia geografica, Ninive, per imbarcarsi con le periferie esistenziali.
Giona, disobbediente e irriverente, si sistema nella sua cabina e si addormenta. Sceglie di dormire per anestetizzare la sua coscienza. Sceglie l’oblio.
«Ma come fai, Giona, a dormire col mare forza 9? Forse hai paura di prenderti le tue responsabilità? O hai paura di un impegno troppo pericoloso, o semplicemente temi la Mia imprevedibilità e la Mia destrezza?
Caro Giona, forse hai dimenticato quelle preziose parole: «Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. Se dico: “Almeno l’oscurità mi copra e intorno a me sia la notte”; nemmeno le tenebre per te sono oscure e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce»? (Sal 139)
E la preghiera di Salomone: «Ogni preghiera e ogni supplica di un solo individuo (…) tu ascoltala dal cielo, luogo della tua dimora, perdona, agisci e da’ a ciascuno secondo la sua condotta, tu che conosci il suo cuore, poiché tu solo conosci il cuore di tutti gli uomini» (1Re 8, 38-39) O di Geremia, che sa di essere “conosciuto” dal Signore “fin dal seno materno” (Ger 1,5)!
Ti ho gettato il vento, i marinai hanno gettato tutto in mare, hai chiesto loro che ti gettassero in mare; loro, pagani, hanno capito che la tempesta era un segno che Io stavo mandando e tu che mi conosci bene che fai? Preferisci morire piuttosto che obbedire a Me? Senti Giona, parliamone! Io so che Ninive è un territorio ostile, il male sta dilagando, mi sono indifferenti, non ne vogliono sentire di convertirsi… Io ho bisogno un segno!
Facciamo così: stattene tre giorni nel ventre del pesce, quando sperimenterai l’abisso del mare-male, quando avrai toccato veramente il fondo, quando non avrai più nessuno a cui appoggiarti, quando innalzerai il tuo personalissimo “De profundis”, Io capirò che ho ricevuto da te il primo segno. Tre giorni ti basteranno… tre é il tempo perfetto perché ha in sé l’inizio, il centro e la fine. Tre giorni di cammino ho dato a Mosé prima di raggiungere il monte Moria, tre giorni ha digiunato Ester, tre i giorni di siccitá annunciati da Elia. Tre giorni é durata la permanenza di Mio Figlio nel sepolcro (Cfr Mt 12, 40). Tre, come Noi Tre!
Allora, come se non fosse successo nulla, Io mi sentirò incoraggiato a chiederti di nuovo di andare a Ninive. Ho scelto te, ti tocca… »
“Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta”
«40 giorni. Ho pensato che sará il tempo giusto perché le tue parole -la Mia Parola- possano fissarsi nel cuore degli uomini, possano essere incubate e darmi, finalmente, un altro segno: mi hanno creduto, si sono convertiti, teshubah!! Allora capiranno che prevarrà su di loro non la Mia ira, ma la Mia misericordia».
“Chissà che Dio non cambi…” (Gio 3, 9) “Chissá che non torni ad amarvi e ad avere compassione di voi” (Tb 13, 8)
«Ho bisogno un segno: fammi vedere che vuoi cambiare rotta, fammi vedere che vuoi ritornare a Me con tutto il cuore… Si, quella strada tanto antica e sempre nuova é l’unica che può svelarti davvero il Mio cuore. Nella tua conversione troverai la mia».
“Dio vide le loro opere, che cioé si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare e non lo fece” (Gio 3, 10)
P.S. Caro Giona, scusami… A tutti quelli che chiederanno un segno, fammi un ultimo favore, racconta questa storia! Ti benedico!»