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E’ tutto eccetto che un fesso quell’angelo-di-sterco. Mai disattento, sempre sull’attenti, diavolo di sfumature. L’attese sul Golgota il Cristo: Lucifero Gli fa osservare Gerusalemme ch’è tutta una festa, il sangue che sprizza a rivoli, le sedie lasciate vuote dagli amici più fidati. Il tacere del Padre, lo strazio della Madre, l’agonia dei cuori amanti. E’ il primo Venerdì Santo della storia, Satana sferra l’attacco finale, firma la grande-tentazione al Cristo: “Guarda laggiù. Sei sicuro che a tutti costoro tu manchi come dici di mancare?” Doveva essergli rimasta talmente impressa quella confidenza fatta dal Rabbì agli amici, che gliela respinse in faccia nel momento meno adatto, che per il diavolo è sempre il più opportuno. L’attimo ideale per far cascare Cristo dal carro, per tirarlo giù a strattoni dal patibolo: «Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» Da lassù – dove il Cristo somigliava ad un «gufo inchiodato coll’ali stese sull’uscio del contadino» (G. Papini) – Satana gli fece promemoria: “Cristo-Dio, ne vale(va) proprio la pena?” Lucifero lo provocò: “Scendi, lasciali perdere!” L’Altro, provocato, reagì: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46). A conti fatti, forse, per Lui ne valeva la pena. N’è valsa la pena?
Al tempo ch’era appresso ai suoi, l’avvisaglia era che ne valesse proprio la pena: «In una città viveva un giudice (…) C’era anche una vedova» (liturgia della XXIX^ domenica del tempo ordinario). Riparte con una storia, storia d’insistenza e di petulanza, storia di fastidio: «Fammi giustizia contro il mio avversario». Una storia a buon fine: «Le farò giustizia perchè non venga continuamente a importunarmi». Il Cristo-narratore raccatta dalla terra del quotidiano quella vedova e la pone al centro dell’attenzione: “Avete visto quanto ha insistito costei? Con Cristo anche voi farete così. Non farà anche lui come quel giudice con voi?” Dunque, pregate fino a quando Cristo crollerà dalla croce. Non per strappargli qualche favore – che vadano al macero, dunque, tutte quelle vecchie bestemmie imparate al tempo di un certo catechismo più o meno ortodosso: E’ volontà di Dio, non si muove foglia che Dio non voglia, non vorrai mica dare un dispiacere a Dio, vero? Ci penserà Dio a punirti, se non preghi Dio non ti aiuta, chiedigli subito scusa! – ma semplicemente per stare con lui, per stendersi e distendersi nella compagnia della sua amicizia. Non è pietà, nemmeno commiserazione: è la semplice voglia d’essergli amico, di sedersi accanto, di veder realizzati i suoi sogni-su-di-noi piuttosto che i nostri su-di-Lui. A cambiare, dando ascolto alle pagine vissute dei santi, non sarà il cuore di Dio, ma quello dell’uomo: «Non pretendo di tenere la verità entro le reti di ciò che capisco già, ma supplico la verità di venire a rivelarsi laddove non capisco ancora» (F. Hadjadi). Un lottare con Lui, imparando sulla nostra pelle che Lui è l’Altro, l’Amante che sfugge alle nostre piccole certezze, che non si lascia addomesticare dalle nostre pretese. Che ama farsi trovare nella nuda povertà della Croce più che nel facile possesso: «Gesù ha permesso che l’anima mia fosse invasa dalle tenebre più fitte, che il pensiero del cielo, dolcissimo per me, non fosse più se non lotta e tormento. Bisogna aver viaggiato in questa tenebra per capire cos’è» (Teresa del Gesù Bambino).
“Pregano i deboli, i pitocchi: prega la gente ch’è senza carattere” – vanno dicendo i nobili-di-città, gli esperti dei misteri di Dio. Eppure, a prestare ascolto ai Vangeli, la faccenda è esattamente contraria: «La fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita» (Lumen fidei). Entrare in punta di piedi nell’immaginazione di Dio – come fosse il punto panoramico dal quale ammirare un paesaggio – per leggerci con gli occhi di Dio: «La preghiera è come esalare lo spirito dell’uomo e inalare lo spirito di Dio» (E. Keith). Più che un ozioso passatempo per vecchie signore, se compresa e applicata è lo strumento d’azione più potente. Smuove Dio: «E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui?» La sola variabile, gliel’ha rinfacciata Satana sul Golgota: “Sei sicuro che manchi all’uomo come tu pensi?”

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