Comincia sempre tutto da uno sguardo: la più bella tra le storie d’amore é fissata, in principio, da una carezza di occhi che si posano sul cuore e lo fanno battere più forte. Lei, Maria, pronunciò il suo si lasciandosi guardare. Lasciò fare a Dio ciò che dalla creazione fino ad oggi é Sua innegabile prerogativa: Dio guarda e fa, sin dall’inizio vide che era cosa buona. Di lei, cosa molto buona, rimase a lungo a contemplarne la bellezza, e se ne scoprì invaghito. Bellezza, nella sintassi divina, fa rima con bassezza. Di Maria e della sua bassezza ne aveva intra-visto l’abisso e in quella polvere- territorio di misericordia- Lui, decise di posare lo sguardo, intestardito a scandagliarne le viscere con movimenti dal basso verso l’alto. L’Infinito fissa la polvere e decide di animarla, di abitarla. Il guardare in giù -in basso- di Dio si prefissò come punto di arrivo il grembo di una tapina. Ne scaturì terra nuova, grembo fecondo, tenda accogliente per l’umanità intera –grandi cose ne scaturirono: «Se mai nella storia universale qualcosa di capitale é accaduto, é precisamente questo sguardo» (Karl Barth). Ricambiando quello sguardo, Maria divenne Madre. Del Dio vivente e della Chiesa; del Dio-con-noi che é ancor prima Dio-in-noi. Fu questione di sguardi: quando l’economia della salvezza guardò Maria ne risultò sovrabbondanza di grazia. Piena di grazia: nome nuovo di una fanciulla poco più che dodicenne che tutti definiranno beata -di generazione in generazione, di padre in figlio- proprio in virtù di quello sguardo che riempie ed esalta, che travolge e stravolge, e che lei ha lasciato posare su e dentro di sé. Maria: colei che é stata, che é e che sarà piena della vita di Dio, piena dello Spirito del Risorto. Solo di lei le pagine della Sacra Scrittura daranno una tale definizione, non per fare appello ad una sua qualche qualità morale, ma per rimarcare la potenza di quello sguardo d’Amore che lei stessa, con tutto il suo essere, ingigantirá fino a magnificare. La fanciulla, esperta in faccende domestiche e rammendi, è ora chiamata da uno Sguardo a rammendare la storia e a darle pieno compimento. E in quei giorni successe che Maria si alzò -Ella in fondo non si accasciò mai, nemmeno sotto la Croce- come per preparare già la strada di un’elevazione definitiva verso il Cielo. In quella nuova alba del mondo, si alzò -in anima e corpo- da ciò che l’aveva schiacciata, adombrata, ricolmata. Maria andò in fretta… “come sono belli i piedi della messaggera che annuncia la pace” (cfr. Is 52, 7). Elisabetta, la cugina, l’attendeva in Giudea portando nel grembo l’ultimo dei profeti, che appena udì la voce di lei, si mise a danzare come Davide davanti all’Arca. (Arca dell’Alleanza, prega per noi). Elisabetta e Maria si abbracciarono: l’attesa e l’Atteso si guardarono per la prima volta, il desiderio e il Desiderato, seppur in stato embrionale, si riconobbero e ne scaturì in-Canto di gioia. Elisabetta lodó Maria, Maria lodó il (suo) Signore riconoscendolo Dio, Grande, Salvatore, Onnipotente, Santo, Misericordioso, Fedele. “Rallegrati, Maria- Gioisci, figlia di Sion” (cfr. Sof 3, 14), perché il (tuo) Signore è con te: la nuova Gioia -Verbo fatto carne- nella pienezza dei tempi, irrompe nell’antica e infinita tristezza del mondo. Maria, piena di grazia, è la prima portatrice sana dello Spirito di Dio (Tempio dello Spirito Santo, prega per noi). Fu quello stesso Spirito che le mise fretta in direzione Gerusalemme, quasi a voler anticipare del Figlio la missione e la redenzione, lo Spirito che Lei portó ad Elisabetta ed ella divenne veramente Elisabetta; lo stesso che La consoló nell’interminabile giorno del sabato santo e lo stesso che in lingue di fuoco la pose a presidiare nel Cenacolo e la rese testimone oculare della Chiesa nascente (Madre della Chiesa, prega per noi). Sempre volgendo e rivolgendo nel suo cuore le cose compiute, anche Lei portó a compimento l’opera di Dio, divenendo la prima-donna all’altezza dei sogni di Dio. Quando poi venne la sua ora di passare dalla terra al cielo, si alzó di nuovo, e con un piccolo stacco, ascese… (Assunta in cielo, prega per noi). Lei, soglia prima del mistero di Dio fatto uomo, scelse di rimanere sulla soglia anche in cielo: per accogliere, questa volta noi, figli suoi, chiamati a partecipare con Lei dello stesso destino Suo e del Figlio nella Gloria. Dal giorno del suo si, il cielo è un’unica tenda dove Lei, come segno grandioso, dimora sotto lo Sguardo Trinitario; noi, oltre a dimorare sotto quello Sguardo -protetti e amati- siamo costantemente sotto lo sguardo di Maria. (Maria, Porta del Cielo, prega per noi).