Una parte dell’ultimo singolo di Malika Ayane, intitolato “Senza fare sul serio”, recita così: “Lento può passare il tempo, ma se perdi tempo, poi ti scappa il tempo”.
Durante le nostre giornate, specie quelle vissute nel pieno della giovinezza, spesso il tempo è qualcosa a cui non si dà peso; quando si ha vent’anni si pensa che si abbia ancora tutta la vita davanti, che gli anni passeranno lentamente, e anche da adulti si tende a dare più rilievo ad alcuni aspetti della propria esistenza mettendone da parte altri, dicendosi: “a questo penserò più tardi”; ma siamo davvero sicuri che sarà sempre possibile dire “più tardi”? Siamo sicuri che questa breve frase non possa diventare un giorno “magari l’avessi fatto prima”?
Ogni cosa, nella nostra vita, è scandita dai minuti che passano: non abbiamo mai tempo di leggere un libro perché bisogna pulire la casa, non facciamo in tempo a prendere il treno perché la colazione è durata due minuti più del solito, ci svegliamo non quando siamo freschi e riposati, ma quando la sveglia ce lo impone per arrivare in orario al lavoro, oppure anche nello sport dobbiamo sottostare alle regole del tempo, perché se impieghiamo trenta secondi a nuotare per cinquanta metri, abbiamo la certezza che non rappresenteremo la nostra nazionale alle Olimpiadi di nuoto; è sicuro: il tempo è uno dei padroni che governano il nostro mondo, e dato che, nonostante qualche tentativo, non possiamo fare nulla per sfuggirgli, l’unica cosa che ci resta da fare è provare a sfruttarlo al meglio.
Ogni volta che da giovani i nostri genitori ci hanno urlato contro di non buttare via il nostro tempo e fare qualcosa di utile, probabilmente non abbiamo mai accolto con gioia il loro rimprovero, però bisogna ammettere che in queste situazioni hanno sempre avuto ragione; il classico “oziare” tanto caro ad ognuno di noi, caratterizzato ad esempio dallo stare sdraiati tutto il pomeriggio sul divano a guardare la TV, è giusto concederselo ogni tanto a patto che non diventi il nostro stile di vita, perché non esiste nulla di più triste che vivere un’esistenza fatta di momenti per “passare il tempo”.
“Passare il tempo” è uno dei più grossi sprechi che si possano fare, perché vuol dire vivere come un parassita pur avendo le potenzialità per non esserlo; farsi scivolare via le giornate, diventando vittime della noia e dell’indifferenza, causa l’annientamento dello spirito combattivo che esiste in ogni essere umano, che deve essere padrone del suo destino e non schiavo della pigrizia che prova a insinuarsi in ognuno di noi. E’ proprio la pigrizia, intesa sia come fisica che mentale, il più grande antagonista del tempo; quante volte nostra madre ci ha chiesto un favore e noi l’abbiamo rimandato fino a quando è stato possibile? Quante volte ci siamo ridotti agli ultimi tre giorni per studiare interi capitoli di storia per la verifica fissata un mese prima, pur avendo trascorso intere giornate senza nemmeno sapere cosa fare? E’ incredibile come si sia in grado di perdere tempo quando se ne ha, e come invece ci si lamenti quando se ne ha troppo poco per fare quello che si ha in mente.
Seneca una volta ha detto: “Mentre si rimanda, la vita passa”. Le parole di questo filosofo sono assolutamente veritiere, perché non è possibile vivere la vita rimandando nel tempo le questioni che ci si presentano davanti; ogni volta che fuggiamo da un problema o una nuova esperienza che destabilizzerebbero la nostra routine e il nostro “dolce far niente”, stiamo facendo un torto gravissimo alla nostra esistenza, perché così facendo, quando prima o poi i nodi verranno al pettine e dovremo affrontare la questione che prima avevamo posticipato, staremo togliendo del tempo ad altre occasioni, negandoci così la possibilità di sperimentare nuove situazioni e crescere attraverso nuove possibilità, che di volta in volta ci vengono donate. Dire a se stessi “c’è tempo per questa cosa” è una delle frasi più pericolose che si possano pronunciare, perché come Malika Ayane canta nel suo ultimo singolo, si rischia di passare dall’avere troppo tempo a non averne affatto, poiché inesorabilmente ogni minuto passa, e se non godiamo di ognuno di essi pensando al domani come un qualcosa di lontano, c’è il pericolo che un giorno quel “domani” arriverà, e se non avremo combinato nulla nella nostra vita, si rimarrà col proprio rimpianto come unica compagnia.
Anche nell’ambito delle relazioni amorose il “rimandare” è spesso sinonimo di errore. Fin dalle prime infatuazioni è sempre stato un tabù quello del dichiarare i propri sentimenti a un’altra persona; ogni volta sono innumerevoli le paranoie al solo pensiero di aprirsi all’altro, mille i dubbi sul fatto che la vicenda possa avere degli sviluppi indesiderati, e spesso ci si riesce a creare problemi immaginari senza che essi abbiano un vero fondamento; ogni volta la questione sembra non avere alcuna soluzione se non quella di rimandare la dichiarazione e dedicarsi ad altro, ma è proprio così che si rischia di rovinare tutto.
Aspettare il momento buono per dichiararsi non è altro che un modo per far vincere le insicurezze; ci diciamo ogni volta che bisogna aspettare quell’occasione per avere maggiori possibilità di successo, ma così può capitare che perdiamo totalmente l’altra persona, che magari in un determinato momento sarebbe disposta a stare con noi, ma dopo un po’ che aspetta giustamente passa oltre e ci lascia solo con l’amaro in bocca. Le occasioni sono treni che passano e normalmente non tornano più, e perderli perché si ha paura di fare un determinato passo può essere drammatico, perché una volta che, in futuro, si realizzerà che se non si avesse rimandato si sarebbe potuto passare più tempo con quella ragazza o quel ragazzo, nascerà in noi un senso di rimpianto, che è un sentimento molto complicato con cui convivere. E’ la classica situazione del “carpe diem” proclamata da Orazio, il quale vuole comunicare che di ciascuna situazione della vita bisogna provare a coglierne il bello e fare tesoro di ogni istante, poiché quell’attimo non tornerà più, e ciò significa che se non l’avremo colto avremo buttato via un pezzetto della nostra esistenza.
La soluzione alla maggior parte delle situazioni in questa vita è agire. A nulla serve starsene con le mani in mano e aspettare, a nulla serve rimandare a più tardi perché si ha paura, a nulla serve sperare che la situazione si risolvi da sola perché ciò non avverrà; dobbiamo agire, e non lasciare che la paura ci domini. Quando si agisce cresce il coraggio, quando si rimanda cresce la paura, e noi uomini siamo anche più fortunati di altri esseri viventi, perché anche se gli anni passano rapidamente, essi ci danno comunque un lasso di tempo più che sufficiente per vivere al massimo delle nostre possibilità, mentre ad esempio le farfalle, bellissime creature che decorano questo mondo, possono godere della vita e delle occasioni solo per qualche ora; avendo a disposizione un tale dono, abbiamo il dovere di rendere ogni attimo significativo, in quanto ogni secondo è un regalo che ci dà la possibilità di vivere appieno e sfruttare ogni occasione.
Ritardare l’azione è sconveniente; non possiamo rimandare a domani quello che potremmo fare oggi, perché magari domani ci sarà una nuova esperienza, una nuova avventura da vivere, e sarebbe un peccato perdersela perché siamo impegnati a fare quello che avremmo potuto fare ieri, ma che per un motivo o per l’altro abbiamo rimandato a più tardi. Procrastinare ogni cosa ha il potere di rovinarci la vita, ed è per questo che dobbiamo cambiare il tempo futuro in un tempo presente; dirsi “lo faccio”, è questa la differenza tra un vincente e un perdente: l’uno affronta le sfide anche se complicate, prova a vivere come un vero uomo la sua vita, agisce pur sapendo di poter sbagliare; l’altro decide di fuggire dalle situazioni, decide di buttare via la sua esistenza per paura di fallire o per pigrizia, decide di dirsi costantemente: “lo farò”.