donadoni.jpgLa maestra scriveva sulla lavagna: "come volevasi dimostrare". Cioè: il cerchio si chiude. E, come volevasi dimostrare, in Italia l’eleganza e la classe non fanno mai goal. Attestazione rigorosa – perché firmata coi rigori – che il bene fatto bene non va bene. Ne fece le spese il Baggio nazionale nella Pasadena del ’94, ne raccoglie l’ideale mantello il Donadoni delicato di Vienna ’08. Eppure il tecnico dai capelli ricci e dal pizzetto ordinato, alunno di quel Sacchi-stilista in un Milan memorabile, ha scritto pagine di sfacchinata passione, di matura attenzione, di posata compostezza in un’era che dallo scandalo di calciopoli si rialzò con il tintinnare dei quattrini. E con il misconoscimento del Moggi pensiero. Risoluzione senile come il mondo: si torna al passato, a quel Lippi-bis già scritto in filigrana nel contratto proposto al tecnico bergamasco. Ripiomba il tecnico di Viareggio perché è dai tempi dell’Egitto biblico che al rischio della novità il popolo preferisce i moduli riscaldati dai faraoni secolari. All’esaltazione dell’ex-nuovo ct, mister Donadoni risponde con la sua solita eleganza, con la pacatezza di chi non avrà scritto gesta mondiali ma firmato movenze di attenta umanità, di rispettoso agonismo, di elegante fierezza. L’ha punzecchiato il Napolitano presidente, l’Abete padrone, il Matarrese filosofo: a tutti porse la sua dignità e severità di uomo navigato. Perché lui gli schemi li provò nel campo: gli altri li appresero nelle affannose carte contrattuali. Fosse stato burbero e indagato, scontroso e nervoso, qualunquista e spettacolare l’avrebbero portato fino in Sudafrica.
Quant’è semplice far carriera!
Come per Simone di Galilea, l’apostolo ribelle che, a morte accertata, la Chiesa oggi venera con immacolata compostezza. Sicuramente glielo avevano detto in tanti: "Simone, datti una calmata! Cambia musica!" Glielo avevano cantato i suoi amici, pochi e più interessati ai suoi show che al suo comportamento: "Se continui così, prima o poi il Maestro si stanca e di pesci-uomini non ne vedrai più". Glielo avrà detto la sua moglie: "O Lui o me: decidi". Lui fece di testa sua: sposò "madonna" naturalezza per rispondere all’intrigo di quell’Uomo Profeta. E, a sipario tirato, pure la moglie si sarà stupita del suo Simone, che per lei dev’essere stato un grande uomo anche se un poco esigente. E quando l’avrà sentito valersi di discorsi nuove su quella bocca che prima parlava solo di barche, di reti, di pesci e di denaro, avrà avuto un leggero sbattimento di palpebre come fosse stata abbagliata da troppa luce. Lo stile indossato l’avea reso ancor più brillante agli occhi di una moglie solita.

Padre Hans Urs von Balthassar chiamava i primi pensatori dell’era cristiana "facitori di stile". Un attestato d’amore a "madonna" eleganza.
E un’epigrafe funebre e funesta per chi dello stile non sa che farsene!

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