“Uno dei tre fa cenno d’andare oltre, più lontano, altrove: il campo visivo dell’uomo è piccolissimo. Non s’arresta l’Uomo nato per camminare: altre strade, altri cuori infranti, altre finestre da spalancare. E’ che ormai è divenuto loro benevolo: non son più capaci d’immaginarsi in due. Lo pregano d’accettare il loro invito, d’accogliere la loro apprensione – “si fa sera e il giorno è ormai al tramonto” – di acconsentire al loro ardire: “resta con noi, viandante. Dove vai da solo a quest’ora?” Andate con lui viandanti: dove restate da soli a quest’ora?
Gli tengono la mano: quell’ombra è una presenza, ha una voce, è una carezza. E’ ancora foresta, e questo l’insospettisce giusto quel poco che giova loro la cagione di quell’invito. Aggiungono una prenotazione all’oste, poi si siedono a tavola. Alla tavola di una taverna di Emmaus.
“Possiamo ordinare?” – reclama l’oste volgendo lo sguardo ruffiano a Cleopa. Che la guarda e chiede la gentilezza ancora di qualche istante. Di qualche sguardo. Quell’Uomo, forse, sta giocando d’imbarazzo. Cleopa ha deciso: ordina del pane e una brocca di vino rosso. Pane e vino, terra e lavoro dell’uomo. Viandante, lo presentiamo a te. Buona cena.
Pane e vino: il companatico dei tempi andati”.
(M. Pozza, L’imbarazzo di Dio, San Paolo, 2014)
E’ l’inizio di un altro viaggio: tra strade, sguardi e silenzi. Inizia stasera, da casa mia: una casa che è una terra, un pensiero, dei racconti tramandati di padre in figlio. Un campanile e la sua chiesa: e dentro Lui, Gesù di Nazareth. Che rimane il mio cruccio, la mia follia, il mio imbarazzo.
Da qui. Assieme. Col rossore sul volto.
L’appuntamento è domani sera – 2 ottobre 2014 – nella Chiesa Parrocchiale di Cogollo del Cengio (Via don Luigi Agostini, 1).
Buon viaggio, cercatori di Dio!
Alcune recensioni al libro apparse in questi primi giorni.