BrucoIn una piazza di Vicenza –
prossimo ad una gelateria affollata e in mezzo al vociare confuso dei passanti
– da giorni si piazza un bambino. Nello zaino giocattoli che non usa più, nella
testa il sogno di venderli, nel cuore la voglia di aiutare un bambino rom che
non può comprarsi lo zaino. Tra i passanti c’è chi lo irride, chi lo guarda
perplesso, chi non s’accorge. O finge di non accorgersi. Lui ricambia tutti alla
stessa maniera: "Buona giornata", con
un leggero inchino di rispetto. Chi lo vede sbufferà: "Cosa pensa di fare? Cambiare il mondo?" Attenzione, perché visto
che il mondo ha scelto di sposare donna-arroganza potrebbe anche capitare che
un giorno Superman e la sua tutina blu vengano rispediti tranquillamente a casa
da chi Superman non è nato.
E, forse, non lo è mai
stato.
E’ storia di questi
giorni. Una di quelle storie che possono capitare solo nel bel paese e nelle
sue isole da molti invidiate. In Sardegna un treno viene bloccato da centinaia
di bruchi. Sulla linea ferroviaria Olbia-Sassari il motore di un treno
tossisce. Il passo rallenta, s’appesantisce. I dischi d’acciaio messi ko. Tutto
bloccato. Sembra un cartone animato: la debolezza che smantella la potenza. Un
esercito di bruchi manda in tilt l’arroganza fumosa di un treno lanciato a
tutta velocità. E sposta il fumo nel ritardo nervoso dei passeggeri. E pensare
che quando vediamo un bruco nessuno di noi storce il naso più di tanto. Non
sarà certo un bruco a rovinarci la vita. Pensiamo noi…!
Maledetta quella soggezione
che c’ha fatto smarrire il sogno di colorare il mondo. Da bambini si conviveva
con i sensi di colpa che ci stimolavano a migliorare. Oggi abbiamo scelto di
vivere con la vergogna: fino a quando non siamo smascherati nessuno prova più
imbarazzo. Perché nessuno più si scandalizza. E i piccoli bruchi preparano la
loro vendetta! Perché avvertono che, dopo tutto, l’arroganza si vince sempre e
solo con una preziosa debolezza.
Non è così difficile
dimostrare come le urla di Saddam Hussein abbiano partorito polvere se
confrontate con la sofferenza fragile e le parole stentate delle ultime ore di Papa
Wojtyla!
Anche a Vicenza piccoli
bruchi stanno crescendo. Magari negli angoli delle piazze, nei crocicchi, nelle
zone dimenticate. Crescono colorando e ingegnandosi. Noi li sottovalutiamo: ma
intanto maturano. S’ingrandiscono.

D’altronde nessuno pensava
che un bruco più un altro bruco più un altro bruco ancora fossero così forti.
Ma, orologio alla mano,
hanno dovuto tristemente ricredersi!

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