Nascita di un fiore 80X60

Quel giorno (21 dicembre 1979 – 2012) fu per me davvero da fine del mondo! Per la prima volta provai l’ebbrezza di calcare il palcoscenico della vita. Grazie al coraggio di un uomo e di una donna che ben presto imparai a chiamare mamma e papà. Da quel giorno tutto ebbe il sapore delle cose semplici, quelle che ancor oggi rendono amabile la mia terra di collina: quattro parole al chiaror di luna, una stretta di mano in calce al sentiero, una brocca d’acqua di fontana, il trascolorare dei faggi nell’autunno dei monti, la cantilena quieta del cuculo a maggio.
Un sogno lungo trentatre anni, con l’aggiunta di quei nove mesi passati ad organizzarmi nel segreto del grembo di una donna meravigliosa, la mia mamma. E tutto il resto a colorare la storia in compagnia di chi ha reso la mia vita meno monotona e più luccicante con la sua amabile presenza, mio fratellino Sandro. A loro oggi dedico il grazie più bello. A loro e a quell’esiguo manipolo di monaci pazienti che ogni giorno cercano disperatamente di fare di me un uomo migliore, accettando di ripartire dopo ogni mio fallimento. Spinti e convinti da un Dio che perdutamente mi ama e dannatamente mi riaccredita fiducia all’alba di ogni nuovo giorno.
Da oltre trent’anni.
Alessandro Magno a 18 anni vinse la battaglia di Cheronea; santa Giovanni d’Arco aveva appena 17 anni quando liberò Orleans; Blaise Pascal a 16 anni già scriveva opere e a 18 anni inventò la prima macchina calcolatrice della storia; Mozart componeva a 18 anni; Domenico Savio divenne santo a 15 anni. Santa Teresina morì a 25 anni; Guglielmo Marconi aveva 21 anni quando compì il primo esperimento di trasmissione senza fili. Raffaello Sanzio morì a 37 anni, Chopin a 36, Gesù di Nazareth detto Cristo a 33 anni. Oggi non capisco se sono in ritardo oppure ancora in tempo: la sola speranza che batte nel mio cuore in festa è quella d’essere un giorno all’altezza del sogno di Lui. Che quel giorno, inimitabile nella sua graziosità, accese in uno sperduto paese di montagna un’avventura da fine del mondo: la vita del piccolo Marco.
Una vita colorata di speranza.

“Se io avessi una botteguccia
fatta di una sola stanza
vorrei mettermi a vendere sai cosa?
La speranza.
“Speranza a buon mercato!”
Per un soldo ne darei
ad un solo cliente quanto basta
per sei.
E alla povera gente che non ha da campare
darei tutta la mia speranza
senza fargliela pagare.
(G. Rodari)

A chi mi vuole bene, grazie. A chi non me ne vuole, grazie lo stesso. A chi ci ha provato a volermene, grazie davvero: non è mai stato facile – e forse mai lo sarà – amare uno come me. Comunque la si guardi, la vita rimane la cosa più bella che ho.

don Marco Pozza

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: