Fosse
sufficiente questo…! Ma non basta puntarlo in faccia e parlargli: la fatica sta
nel guardargli attorno, nel conoscere l’ambiente in cui vive. Teorema intricato
l’uomo: più semplice incasellarlo nello stampo della nostra mentalità, dei
nostri schemi. Ignorando l’ambiente nel quale è nato, cresciuto, amato. Li
obblighiamo tutti a calzare lo stesso numero di scarpe!
Mi
piacerebbe che nella bisaccia del suo nuovo governo, signor Berlusconi, c’infilasse
– a nome nostro – il coraggio (cioè la capacità di elevarsi sopra i costumi del
proprio tempo) e la capacità di saper perdere. Tutti addestrano alla vittoria: ci farebbe la
cortesia di spiegarci una volta per
tutte come affrontare la sconfitta? E’ solo delle pubblicità progresso? Seppur giovane
mi risulta che poche volte la vita chieda la brillantezza di un centometrista:
il più dei giorni s’addiziona con la pazienza, la durata e la fatica del
maratoneta. Come fare? Nessuno brevetterà la ricetta magica: siamo tutti
apprendisti aspiranti al dottorato. Però potremmo iniziare rendendo meno
ridicolo e più dignitoso il sostantivo "cittadino".
A che velocità? Le consiglio l´idea di "velocità perfetta"
tratteggiata ne II gabbiano Jonathan Livingstone: "non significa
mille miglia all´ora, nè un milione di miglia, neanche vuoi dire volare alla
velocità della luce. Perché qualsiasi numero, vedi, è un limite, mentre la
perfezione non ha limiti. Velocità perfetta vuol dire solo esserci, essere
là".
Esserci. Non apparire!