Un fariseo sincero, che parla con autorevolezza, un personaggio importante, rappresentativo: “maestro in Israele” lo chiamerà Gesù pur con una punta d’ironia. E’ un personaggio a tuttotondo Nicodemo. Corre perché intuisce che all’uomo tutto è permesso, fuorché rimanere neutrali. Quando Guglielmo Marconi annunciò agli altri scienziati l’invenzione della radiotelevisione senza fili, esclamò: “I cieli narrano l’opera di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle Sue mani”. Non ha potuto tacere la Verità! Corre Nicodemo perché intuisce che se sbatte contro quell’Uomo la sua vita acquisterà significato. Forse anche sapore. Il sale della minestra: quello che manca oggi. Se Maria presenziasse con Gesù, come un giorno a Cana di Galilea, ai nostri banchetti, non direbbe più: “Figlio, non hanno più vino”, ma direbbe: “Figlio, non hanno più sale”. “La luce è venuta nel mondo, – dice Giovanni – ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce”. Diciamoci la verità: il fatto che Dio viva tra gli uomini è un annuncio insulso anche per molti tra noi cristiani. Eppure – ci assicura l’evangelista Giovanni – “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (cfr Gv 3,14-21). Tanto: senti che pesantezza, che nostalgia, che spessore dietro quest’aggettivo. Quasi a dire: ha amato il mondo in maniera esagerata, folle, pazza; ha perso tanto tempo per l’uomo. Un aggettivo che ti rimetta nel cuore voglia di novità. Plinio il Vecchio diceva: “Natura hominum novitatis avida” (“la natura dell’uomo è assetata di novità”). A me sembra un bellissimo complimento: l’augurio di un cuore nuovo. Un cuore come quello di Cristo. Che non invecchia mai. Che ha sempre il miracolo di un’ultima parola da dirti, fresca come acqua di torrente. Che ti colma la vita senza intasare l’esistenza. Che parla di linea giovane senza deluderti con le rughe della decadenza. Che ha sempre una sorpresa di riserva con cui affascinarti. Che dà ai vocaboli del tuo vecchio dizionario significati vergini, capaci di scaldare i petti. Che anche se ti dice verità antiche come le montagne, ti fa provare il brivido dei primi passi.
Adulto, “chi opera la Verità viene alla luce” (liturgia della III^ dom. di Quaresima) Di’ la verità: incontrarsi faccia a faccia con un crocifisso è dura, ma anche farci trapassare da una luce quando si ha del marcio dentro non è cosa da poco: in entrambi i casi si preferisce sgattaiolare via. “Chiunque fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere” (3,20). E allora, papà, perchè continui a dirmi: “basta un po’ di pentimento e Dio è sempre pronto a perdonare”. Non capisci che così rovini la fede nella bontà di Dio. Attento: non è più il peccato dei deboli (che merita sempre il perdono), ma è il peccato dei furbi, e questo non merita il perdono. Anziché uno stimolo al bene, la fiducia nella fedeltà di Dio si è tramutata in una falsa sicurezza che spinge al male. E’ una cosa che Dio non può sopportare. Papà, insegnami che Dio è così costretto a dimostrare che la sua pazienza ha un limite, che il suo perdono non passa sopra alla giustizia. Papà, raccontami i tuoi sani compromessi: per salvare l’unicità della mamma, il sorriso disarmante dei tuoi bambini, per non svenderti. Ti prego: insegnami che la profezia va urlata, non bloccata sulle labbra. Perché se il mondo si beffa dei messaggeri di Dio, se disprezza le sue parole, se schernisce i suoi profeti, come si potrà ancora rimediare?
Ragazzi/e, “chi opera la Verità viene alla luce”. Augurio splendido e scomodo per la nostra generazione giovane. Non abbiate paura, non preoccupatevi: con un briciolo di speranza e tanta passione nel cuore rovescerete il mondo degli adulti. Appassionatevi alla vita. Mordete la vita. Non accantonate i vostri giorni, le vostre ore, i vostri sogni, le vostre tristezze con quegli affidi malinconici ai diari. Amate la bellezza! Coltivate la vostra bellezza! Curate la vostra persona, curate la dolcezza del vostro sguardo. Scegliete per la vita! Amate le cose pulite, belle: la poesia, il sogno la fantasia. Scegliete per la vita! Coltivate le amicizie, incontrate la gente. Il mondo ha bisogno di voi per ribaltare il suo corso. Ha bisogno di giovani critici. Diventate “sovversivi”. Non fidatevi dei cristiani “autentici” che non incidono la crosta della civiltà. Il cristiano autentico è sempre un sovversivo, uno che va contro corrente non per posa ma per convinzione. “Rompete le scatole” – raccomandava don Pino Puglisi ai bambini di Brancaccio-. E lo farai a testa alta se sarai nella Verità.
“E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante” – ricorda la volpe al Piccolo Principe – . Mamma: quanto tempo hai perso per guardare mio papà? Papà: quanto volte hai accarezzato le mani della mamma? Ragazzo, quanto hai ascoltato quei passi che s’avvicinavano? Nonna, quante volte hai innaffiato quel giglio? Vecchio poeta, quanti sguardi hai dato a quel paese? Ragazza, quante volte hai annusato il profumo di quella camicia? Avete perso tempo, gente: ma quel tempo ha reso uniche quelle cose.
Dio ha perso tanto tempo per il mondo fino a farlo diventare unico per Lui.
Ma tu, perdi tempo per Dio?