DontPanicI fatti liguri. Quelli di Milano. I bambini al centro di tutto. Quello che mai vorremmo succedesse ai nostri figli…

E, nel mezzo: indagini in corso, accertamenti, domande angoscianti e umanamente inevitabili.  Avremmo potuto evitare tutto ciò? Sarebbe stato possibile accorgersene? Era davvero ineluttabile ciò che accadde?

Si tratta davvero di qualcosa che è molto più inquietante di un semplice delitto, un misfatto contro l’onore o che altro. È un’atrocità, uno di quei peccati che grida contro il cielo. Motivo per cui è tanto più inaccettabile e incomprensibile poterlo accettare da parte nostra. Motivo per il quale, purtroppo, una persona è già condannata anche solo per il sospetto. Motivo per il quale, ancora più purtroppo, c’è chi ha sfruttato quest’onda popolare per fermare i sacerdoti scomodi: quelli che come Giovanni Battista gridavano nel deserto; quelli che si opponevano a mafia, prostituzioni e sfruttamento.

Non voglio entrare nel merito di alcuna questione, in particolare ad indagine in corso.

Ma è successo un altro fatto, nella città di Milano, sempre riguardante la pedofilia, che coinvolge un allenatore di calcio. Inutile dire come questa sia un’altra mazzata di proporzioni colossali, per un genitore.

Tutte queste brutte notizie, per di più, così ravvicinate a livello cronologico, hanno un effetto traumatico, devastante per chi si soffermi appena un poco a riflettere su cosa significhi o possa significare per tutte le parti in causa. In una Milano sempre più insicura, ricevere anche solo voce di episodi simili causa inquietudine, incertezza, angoscia.

 

I figli sono la parte più importante in una famiglia, quelli che spesso condizionano l’intera atmosfera familiare e, nelle migliori famiglie, anche le scelte dei grandi. Sono da proteggere (anche se a volte lo sono fin troppo!).

Nonostante tutto questo, vorrei fare un passo indietro. I rischi sono tanti.

Giusto, e doveroso, ammonire i bambini che non tutto è sempre loro favorevole, che non è possibile fidarsi di tutti e che spesso i pericoli nascono proprio dove meno te l’aspetti. Giusto insegnare loro che anche il corpo ha un valore e a diffidare di chi ha “strani” interessamenti nei loro riguardi.

Però credo che dobbiamo stare attenti a non sfociare in un atteggiamento iperprotettivo, ad angosciare i ragazzi con fobie ingiustificate, a sottrarli ad esperienze di crescita umana e socializzazione perché noi siamo paralizzati dalla paura.

E, in più, in agguato c’è il pericolo peggiore, perché più subdolo: sviluppare la diffidenza, il pregiudizio, la chiusura del cuore, l’incapacità di vedere nell’altro qualcosa di diverso dal nemico da cui fuggire.

Trovare una soluzione? Difficile, molto. Sinceramente non so nemmeno se potrà mai esserci . La vedo come una di quelle questioni ataviche, che si trascinano da secoli. Che potrà essere contrastata, arginata, spero migliorata, ma debellata del tutto mi pare quasi utopia. Proprio per tale motivo, trovo che ogni allarmismo rischi di essere solo controproducente. Come, forse, lo è sempre.

Basti pensare a come comportamenti irrazionali dettati da paura hanno solo peggiorato le situazioni drammatiche in cui si sono verificati. Un po’ come la storiella di Esopo sullo scherzo del pastore: impossibile valutare la credibilità effettiva di parole e denunce quando si vive in costante allarme, guardandosi di continuo alle spalle, temendo qualunque cosa da qualunque persona.

È impossibile sostenere questa tensione per un periodo lungo. Così l’allarmismo, per forza di cose, lascia il posto a un lassismo tanto deleterio quanto coronamento di un’inutile sforzo di concentrazione su qualcosa che rischia di essere superiore alla forza umana.

Dunque, se da una parte questi episodi dovrebbero contribuire ad un migliore dialogo in famiglia – che, come si sa, è il primo rimedio per prevenire tante disavventure -, sono necessarie la lucidità e la forza d’animo sufficienti a renderci conto che, purtroppo, spesso (è un dato statistico) i primi problemi vengono dalla famiglia e dai parenti e amici più stretti, non da conoscenti o sconosciuti.

Per quel che riguarda il resto, se l’uomo è un abisso lo è sia nel bene che nel male. Ecco perché, nonostante tutto, io voglio scegliere di continuare a fidarmi dell’uomo!

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