Calvene (VI) – Una partecipazione che il paese di Calvene non ricorda a memoria d’uomo. Eppure laddove nessuno aveva ancora osato c’è riuscita la verve dialettica, la follia professionale e il carisma di un sacerdote funambolico che adesso s’è messo pure a fare lo scrittore. Un pubblico di oltre 700 persone ha preso d’assalto la Palestra Comunale del piccolo comune della Pedemontana per partecipare alla presentazione ufficiale del romanzo Penultima lucertola a destra. La sconfitta è l’arma segreta dei vincitori (Marietti Scuola, € 9,50) firmato da don Marco Pozza.
Arrivato in compagnia del giornalista ed europarlamentare Magdi Cristiano Allam e incalzato dalle domande del fratello-moderatore il dott. Sandro Pozza (che è anche il suo deus ex machina invidiabile), è riuscito a tenere con il fiato sospeso, per oltre due ore, una platea che non ha osato muovere ciglio sotto l’incalzare della sua arte oratoria e della sua proverbiale capacità di provocare.
Un uso della parola e una capacità di comunicazione che lo stesso dottor Allam ha definito “invidiabile”: “fortunato quell’editore che ha uno scrittore capace di promuovere se stesso in una maniera così sublime e convincente”.
A suo agio con le platee, è stato capace di una serata impeccabile, culturalmente elevata e dal grande afflato spirituale. “Don Marco è un sacerdote che possiede un’affabile capacità di scrittura. Ma è il suo spirito luminoso e coinvolgente a stregare le menti e conquistare i cuori della gente” – ha affermato Magdi Cristiano Allam nel suo intervento denso di stima e di profonda amicizia per l’autore. Dire che ha semplicemente presentato il suo romanzo sarebbe diminuire al grado massimo il valore della serata. Perché chi c’era ha avuto la possibilità di ri-pensare la Chiesa, d’immaginare un nuovo modello di società e d’imparare un alfabeto nuovo con il quale diventare protagonisti di una nuova pagina di storia.
“Questo è un ragazzo che è quello che scrive. Con le parole racconta il suo mondo e lo fa con un coraggio e una simpatia quasi irriverente. Quando ho letto il suo primo faldone, disordinato e meraviglioso, ho capito che poteva nascere qualcosa di inedito. Questa sera ne è la prova” – sono state le parole dell’Amministratore Delegato di De Agostini Scuola Roberto Devalle.
A fargli da splendida coreografia, la magistrale passione delle maestre della Scuola Elementare di Calvene, con oltre 50 bambini che sono divenuti la colonna sonora di una liturgia tanto commovente quanto inaspettata. Quella stessa scuola che ha avuto come suo alunno colui che l’altra sera ha dato luminosità e gloria a chi gli ha insegnato ad usare la penna e scrivere il suo nome. Fino a far dire alla sua maestra (chiamata ad arte sul palco dei relatori) – “grazie per avermi dato la possibilità di essere stata la tua maestra”. Tra la folla c’era la Regione Veneto, la Provincia di Vicenza, volti di sindaci e di docenti, ma sopratutto c’era la sua gente tutta in prima fila. Gente anonima, un fiume di giovani e più di qualche adulto con gli occhi lucidi e commossi: perché ci sono sere in cui pensi d’andare ad uno spettacolo e te ne torni con un quaderno pieno d’appunti. Il tutto contornato da una regia e un’organizzazione impeccabile, coordinata da una squadra di combattenti mai domi che in questi anni ha iniziato a scommettere su questo prete dalla forza d’animo smisurata e con una grinta che certe volte incute soggezione e forse un po’ di paura. Per il semplice fatto che i suoi occhi assicurano che a quello che dice e scrive lui ci crede davvero.
La conclusione della serata è stata un coupe de théâtre degno di un maestro navigato: l’arrivo a sorpresa di Giovanni Pellizzari – “l’amico più piccolo che tengo” l’ha presentato don Marco -, il vincitore dell’ultima edizione de Lo Zecchino d’oro con la canzone Il contadino: anche lui un concentrato di grinta, di simpatia e di esuberanza da sembrare l’alter ego di quel prete che, seppur strafottente, ha dimostrato per l’ennesima volta che di fronte alla Bellezza la gente tace, si commuove e piange. Tanto di cappello ad un autore capace del gesto più profetico: trovare il coraggio di chiudere una serata dentro una bolgia da stadio con una preghiera e una benedizione. Qualcuno aveva detto che la gente non cerca più Dio? A Calvene, l’altra sera, uno scrittore-sacerdote ha dimostrato l’esatto contrario.
L’abbraccio commosso di Magdi Cristiano Allam (giunto appositamente in segno di grandissima amicizia) e le oltre tre ore di attesa per farsi autografare il romanzo sono stati l’esempio più bello di una serata che Calvene non dimenticherà facilmente. E che i suoi detrattori impareranno presto a conoscere come la prima mossa del nuovo Partito delle Farfalle. Che ai Monsignori leccheranno i baffi.
Perché quando tu li pensi sconfitti, loro scattano in contropiede.
(Elena Martino)
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L’intervento del dott. Roberto Devalle (39.48 kB)