Li hanno etichettati come i "giamburrasca" di
Thiene: sono bambini e ragazzi iperattivi che – non essendo in grado di
controllare il loro comportamento – han costretto il corpo docenti a tornare
sui banchi di scuola per frequentare un "corso di formazione". Ci si consola
pensando che la maggioranza sono stranieri: come se cambiasse qualcosa. Non ci
consola, invece, pensare che le tabelline e il teorema di Pitagora a scuola
separano ancora i dotti dagli ignoranti, mentre un corso di "alfabeto emotivo"
se ne sta tuttora al vaglio di qualche ministero della pseudo – istruzione.
Eppure il sommario sarebbe di spontanea ideazione: creatività, emozioni, proiezioni, desideri, piaceri,
dolori. Dopo 22 anni di studio una domanda non ha
trovato risposta: serve più il teorema di Pitagora o declinare un corretto
alfabeto emotivo? Conobbi un ragazzo, geniale nelle matematiche costruzioni ed
estimatore del genio di Pitagora di Samo che, dovendo scegliere una canzone
come immagine della sua vita, non esitò ad additare quel verso di Battisti: "guidare
come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile
morire". Però, sulla cattedra, sapeva dimostrare che "la somma delle
aree dei due quadrati costruiti sui cateti è uguale all’area del quadrato
costruito sull’ipotenusa".
D’altronde il nostro vocabolario annota più termini per esporre il
corretto funzionamento della sessualità umana che la capacità di cogliere al
volo i moti silenziosi dell’anima. E, passo dopo passo, abbiamo imparato a
scandire a ritmo di musica stereotipi ai quali attribuire la paternità della
giovanile malinconia: la "tempesta ormonale" verso il sorgere della primavera è
sempre una cartina da estrarre in mancanza di riflessione! Nascosti dietro la
teoria degli ormoni, a noi pare ovvio che i poeti sprechino tempo nel dire con
tredici parole ciò che il chimico annota in una formula sintetica! Ma i poeti
lo sanno: da che mondo e mondo le parole sussurrate sono ritenute indegne
d’ascolto. Motivo? Rischiano di risvegliare il pensiero! Etty Hillesum, anima
ingabbiata nella follia di Auschwitz, nutriva il sogno di essere "il cuore pensante della baracca". Quando
penso a Roger Rabbit, mi chiedo spesso chi abbia incastrato madonna tenerezza!
Un giorno
una mamma esclamò: "Com’è intelligente il
mio bambino. Io alla sua età ero più insulsa". Detto a lui, dirimpetto a
lui!
Che da
quel giorno confuse l’intelligenza con la buona impressione della mamma!