Leggo, dalla cronaca di questi giorni:
Un ragazzino di 13 anni, Jordan Rice, è morto per salvare il fratello minore dalla violenza delle inondazioni a Toowoomba, nel Queensland.
Jordan Rice era in auto con la madre Donna e il fratello Blake, di 10 anni, per andare ad acquistare le divise scolastiche quando un fiume d’acqua ha sommerso la vettura.
I 3 sono riusciti a salire sul tetto dell’auto, ma quando sono giunti i soccorritori, Jordan ha indirizzato i soccorsi verso il fratello minore: un atto di altruismo che è costato la vita a Jorda, rimasto affogato insieme alla madre.
I parenti del ragazzo hanno descritto il 13enne come molto devoto alla famiglia e ai fratelli: “Era molto timido non parlava con nessuno ma quando si trattava della sua famiglia, beh, avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro”.
E la mente torna a una vecchia storia di Natale:
Un mio amico di nome Paul ricevette un’automobile da suo fratello, come regalo di Natale. La vigilia di Natale, quando Paul uscì dal suo ufficio, un monello di strada stava girando attorno all’auto nuova fiammante, ammirandola. “E’ sua questa macchina, signore?” chiese.
Paul annuì. “Me l’ha regalata mio fratello per Natale.” Il ragazzo rimase sbalordito. “Vuole dire che suo fratello gliel’ha regalata e a lei non è costata niente? vorrei…” – Esitò.
Naturalmente Paul sapeva che cosa avrebbe desiderato. Avrebbe voluto avere un fratello così. Ma quello che disse il ragazzo scosse Paul profondamente.
“Vorrei,” proseguì il ragazzo, “poter essere un fratello così.”
Paul guardò il ragazzo con stupore, poi impulsivamente aggiunse: “Ti piacerebbe fare un giro con la mia macchina?”
“Oh, sì, tantissimo.”
Dopo un breve giro, il ragazzo si volse e con gli occhi luccicanti chiese: “Signore, le dispiacerebbe passare davanti a casa mia?”.
Paul sorrise. Pensava di sapere che cosa volesse il ragazzo. Voleva mostrare ai vicini che poteva tornare a casa su un’auto grande. Ma Paul si sbagliava di nuovo. “Può fermarsi dove ci sono quei due gradini?” Chiese il ragazzo.
Corse su per i gradini. Poco dopo Paul lo sentì ritornare, ma non velocemente. Accompagnava il fratellino paralitico. Lo fece sedere sul gradino inferiore, poi si strinse a lui e indicò l’automobile.
“Eccola, Buddy, proprio come ti ho detto di sopra. Suo fratello gliel’ha regalata per Natale e non gli è costata un centesimo. E un giorno io te ne regalerò una uguale… Allora vedrai tutte le belle cose delle vetrine natalizie che ho cercato di descriverti.”
Paul scese e sollevò il ragazzo sul sedile anteriore dell’auto. Il fratello maggiore, con gli occhi luccicanti, salì accanto e tutti e tre cominciarono un memorabile giro natalizio.
Quella vigilia di Natale, Paul imparò cosa voleva dire Gesù quando disse: “C’è più benedizione nel dare…”
(UN FRATELLO COSÍ, da “Chicken Soup for the Soul” di Canfield/Hansen – Health Communications – traduzione dall’inglese di G. Carro © 2010)
Spesso, pensiamo di non avere amici, fratelli, persone che ci vogliano bene. Ma ci siamo mai preoccupati di esserlo, per chi ci sta vicino?
In fondo, non è molto diversa dalla domanda che Cristo pone al dottore della legge…
Per chi ancora non lo sapesse, ma possiede un account facebook, segnalo la nuova pagina di don Marco Pozza.
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