Un
allenatore vicentino l’ha scelta come biglietto d’auguri per i suoi piccoli
atleti che, ogni pomeriggio, allena con indefessa passione al centro sportivo: è
raffigurato un atleta – Oscar Pistorius, 21 anni – con i piedi bionici che
nutre un sogno "proibito": correre i 400 metri all’Olimpiade di Pechino. In quei
piedi se ne sta nascosto un microcosmo: la fatica e il coraggio, l’ardire e la
paura, una volontà agghiacciante e un mistero di sofferenza, il cuore e il
cervello, l’urlo e la preghiera, il buio e la luce. La vita: nella sua
complicata e indecifrabile bellezza. E sopra la foto, l’allenatore scrisse: "Perché prima di arrenderti, ci pensi due
volte. Buon anno, campioncino!"
Leggi quest’augurio e intuisci che a certi
maestri basta il suono delle parole per risvegliare il talento celato
nell’animo.
M’intrigano questi piedi. M’affascinano perché
sono prete. Perché mi costringono a leggere i passi di Dio nell’anno che sta
per entrare negli archivi celesti. Li guardo e, sullo sfondo, m’appaiono volti eloquenti
che hanno affrescato il 2007. L’addio dell’Abbè Pierre, il "gigante della
carità" e di Oreste Benzi, il prete dalla "tonaca lisa". Il dramma di Daniele
Mastrogiacomo e il martirio di Filippo Raciti. L’addio a Boris Eltsin, il
"Corvo Bianco" e a Mstislav Rostropovic, il musicista che suonò il violoncello
di fronte al muro sgretolato di Berlino. L’anno di Maddie McCann, dei bambini
di Rignano Flaminio e di Padre Giancarlo Bossi, sequestrato – liberato nelle
Filippine. L’anno di Antonietta di Martino e di Andrew Howe: l’altra faccia
dello sport che non si chiami schifosamente
calcio. Le braccia aperte di Benedetto XVI a Montorso e la rivoluzione
silenziosa dei monaci buddisti in Birmania. Il volto di donne al potere:
Christina Fernandez Kirchner, Micelle Bachelet, Aung San Suu Kyi, da 12 anni
costretta dietro il cancello di casa sua. L’addio di Enzo Biagi, maestro di
giornalismo, di Meredith Kercher e di Iole Tassidani. L’anno di Kakà, di
Benigni e di Celentano.
Un anno
offerto da Dio all’uomo per divenire adulto di fronte a Lui!
M’arrampico
sulla splendida idea di quell’allenatore: prendo la foto e cambio la frase.
Sopra i piedi bionici – sognanti medaglie olimpiche – ci scarabocchio le parole
di un gigante: "Spe salvi" ("Salvati
nella speranza").
La
speranza che, volendo, nella vita nulla c’impedisce di correre.
A testa
alta!

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