L’uno: un numero primo tutto speciale. L’uno e la solitudine dei numeri primi. Il numero dei vincenti, quello di “mamma, sono arrivato uno!”, quello che nelle classifiche arriva sempre prima del due. Un numero magico, pulito, diritto. “Numero uno”: lo si dice di una cosa bella, di un exploit da applausi, di un gesto memorabile. Per chi corre l’uno è magia e responsabilità: più i numeri s’avvicinano al basso più l’atleta vale. Solitamente è il vincitore della passata edizione: in qualche caso lo si dà per un merito di riconoscenza. Sul pettorale l’uno fa la sua bella figura: alla partenza, durante la gara, sotto il traguardo è un numero che non passa di certo inosservato. Finora avevo conosciuto il 79 e il 90 di Padova, il 561 di Venezia, il 294 di Roma, il 335 di Jesolo, il 5 di Bassano del Grappa: numeri ai quali m’ero un po’ affezionato per averci condiviso interminabili minuti di gare e di sudati pensieri. Tanto che ora se ne stanno protetti sotto il vetro della scrivania con la loro polvere ancora attaccata. L’uno, però, non avevo mai osato contemplarlo nemmeno in sogno.
Anche se sogno un giorno di diventare un numero uno per Lui: è il mio Dio-Allenatore.
Stasera sulla costa l’Adriatico sbatterà le sue onde contro i piccoli ponticelli. E la cucina di Manrico profumerà di delizie. Eppure so che prima di andare a letto mi emozionerò un po’, nel chiuso della mia camera con i miei tre angeli-tifosi. Perchè ripenserò ai tanti maratoneti con i quali avrò celebrato messa alle 19 in Piazza Giorgini a San Benedetto del Tronto. E poi perchè prenderò il mio completino e sopra l’immagine di don Camillo e Peppone quattro spille bloccheranno il mio pettorale di domenica mattina: il numero uno. Il numero dei grandi sul petto di uno che grande sportivamente forse non è. Ma che nel cuore sogna di diventarlo battendo i sentieri che il suo Allenatore gli indicherà.
E quelli sì che sono e rimarranno strani allenamenti. Oppure curve nella memoria.
Il numero uno: forse le mani tremeranno. Ma anche queste sono le gioie che ripagano le migliaia di chilometri percorsi rincorrendo numeri: di timer, di pettorali, di classifica, di ritmo. Di gradi, di percentuale d’umidità, di altitudine e di calorie. Di medi e di ripetute.
La strada è lunga solo per chi non va in fondo ai suoi sogni.