Poche ore al penultimo lungo pre-Berlino. Nel pomeriggio mi ispirerò a Stefano Baldini (esagero? No, vi spiego:) ma per la precisione alla sua frase che mi è rimasta impressa in un’intervista del 2006: una delle cose più belle del mio sport è che posso uscire di casa e cominciare a correre, e quando finisco sto semplicemente rientrando. E’ quel che farò, esco e vado verso il ponte di Paderno d’Adda, scendo verso il fiume e poi lo risalgo. Correndo verso Lecco arriverò al traghetto di Imbersago, al castello di Brivio e un paio di chilometri dopo inverto la direzione e (mentalmente) sfrutto la corrente dell’Adda per tornare ai piedi della salita del Toscano (prende il nome dal ristorante che si affaccia sulla valle e sul ponte – è finito anche in qualche film). Non so se a quel punto riuscirò a correrla, so che ci proverò – anche lentissimamente… – per poi prendere la strada di casa, ultimi 5,5k prima di un meritato bagnetto.

 

Mi ispirerò alla frase del nostro campione olimpico ed alle immagini che ancora affollano la mia mente, dall’ultima Utmb. Vedere quei “ragazzi” correre sui sentieri del monte Bianco è travolgente. Pensare di non riuscire a fare un lungo come si deve, se penso a loro, mi sembra impossibile. Anche se so che dovrò fare i conti con le mie gambe. Ma oggi è il mio “riposo settimanale” – come dalla prima lezione del dottor Tavana: il giorno del lungo cerca di fare in modo che sia un giorno di libertà. E così da stamattina non faccio altro che lavoretti leggeri e casalinghi, dal pc al letto, dalla cucina al garage… Ora un film con mia figlia (Una notte al museo 2) e stasera il bis, al cinema, perché fra poco riparte la scuola e tutta la mia famiglia sarà tornata al lavoro, il giorno libero è mio ma resta a loro disposizione. Magari mi addormenterò al cinema… No, non credo: Shrek piace anche a me, somiglia molto anche a quello che potevo diventare io restando un pigro cicciottello.

 

Dopo questo allenamento il programma verso Berlino è davvero chiaro. Eccolo almeno per i fine settimana.
Sabato sarò a Jesolo per tornare in “gara”, si torna a correre con La Gazzetta dello Sport, torna The Run by Powerade con la sesta delle sue dieci tappe: dieci chilometri tutti di un fiato. Non so come andrò, so che non andrò come l’anno scorso (un fulmine, feci il mio record! appena sotto i 41′) ma so che non sarò solo, perché oltre a tutti gli altri appassionati potrò correre con don Marco Pozza al mio fianco. Lui sulla distanza vale circa 34 minuti, ma stavolta lo obbligherò a soffrire con me, in quella che per lui – che prepara la maratona di New York – sarà soltanto una passeggiata. E non può che essere così visto che la mattina dopo dovrà partecipare alla mezza maratona di Bassano del Grappa. Lì ancora non so se potrò correre anche io, devo prima capire come sto e quanto avrò digerito la corsa della sera prima. Correre le due corse al massimo è soltanto pericoloso, potrei solo farmi male. Correre una delle due gare in funzione dell’altra, e quindi con la giusta lentezza, dovrebbe andar bene. Vedremo.
Non correrò, e questo un po’ mi spiace, a casa mia. A Ronco Briantino la sera di sabato si corre una staffetta molto particolare e tutta nuova, tre per 2k non competitiva. Ritrovo alle 18 in comune (una bellissima villa stile liberty) e partenza alle 19 (magari una decina di minuti dopo visto che le iscrizioni si chiudono venerdì – telefono 338.3680603 – ma qualcuna potrà essere accettata anche prima del via). Sarà una cosa piccola, quasi in famiglia, come tutti i numeri zero.

 

Il fine settimana successivo gli appuntamenti sono pure due. Perché The Run è di scena a Vigevano (nella splendida cornice del centro storico: tre giri) domenica 12, ma io forse andrò a Parma a correre la mezza maratona, ultima vera prova prima di Berlino. Poi tutto semplice, qualche altro allenamento – anche di qualità – sino al 19 e quindi scarico assoluto e dieta premaratona sino alla partenza per Berlino.

 

PS. don Marco i video e le tv – Il progetto “A New York con fede” prosegue a gran velocità. Per ora si corre e si scrive, ma presto sarà anche un video (magari un corto… chissà) dedicato alle scuole, ai ragazzi, a un certo modo di fare sport guardando oltre la prestazione, anzi utilizzando la prestazione come scopo, come target per far emergere altre qualità, per sentire se stessi. Comunque, se correre è un esercizio che di declina almeno inizialmente al singolare, quel che abbiamo in testa è solo condivisione, anche di immagini e video. Questo è quel che chiederemo a tutti in questi mesi, filmati e foto da condividere per costruire tutti insieme una storia, quella di un prete che sulla strada per New York racconta la sua fede insieme alla sua preparazione, la sua corsa insieme alla sua visione. Per questo possiamo lavorare tutti insieme.

 

 


NOTA – E’ possibile commentare questo post anche sul blog di Manlio Gasparotto cliccando qui.

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