Di sfuggita, forse: di sicuro, però, dalla madre o dal padre l’avrà sentito più volte ripetere questo concetto. Il concetto di quant’è importante la lealtà: “Il fatto è che la lealtà sta bene su tutto” avrà bisbigliato un giorno Maria tra sé, mentre il suo Bambino l’ascoltava, facendo il finto tonto. Giuseppe, da parte sua, dentro la sua bottega tirava quattro conclusioni quando il vento dei pagamenti soffiava contrario: “Mai visto tanta gente come in questi mesi, Maria, che vive fuori dalla lealtà”. Di lealtà e affini ne parlavano sovente, tra casa e bottega: per trent’anni, giorno più giorno meno, Gesù andò a scuola di lealtà da quei due. Viene quasi da supporre che quei tre – i Tre dell’Ave Maria – abbiano firmato un giuramento di lealtà tra di loro: «Siamo tutti nella stessa barca, in un mare in tempesta, e ci dobbiamo a vicenda una terribile lealtà» (G.K.Chesterton). Quando, parlando tra loro, qualcuno dei tre condivideva lo stupore nell’aver incontrato qualcuno di leale quel giorno, l’altro gli rispondeva a tono: “Pare triste, anche frustrante, doversi stupire della gentilezza, dell’onestà e della lealtà di qualcuno. Succede, però”. Per quanto riguardò Lui – che, ad essere onesti, era l’unico che avrebbe potuto esibire il titolo di “Figlio di papà” senza per questo apparire cafoncello – scelse di vivere a basso profilo: “Nessuno può sapere cosa ci aspetta – si sarà, una sera, confidato a cena coi genitori negli anni della sua lunga vita nascosta – ma per quanto dipenderà da me ho già scelto: amerò cose che sembrano non andare più di moda. Cose come la lealtà, la fedeltà, il rispetto della parola data. So che sembrerò strano, ma preferisco diventare felice che essere normale”.

Detto e fatto. Arrivato a trent’anni, se ne andò per la sua strada senza però dimenticarsi la strada dalla quale veniva. Alla prima occasione, mostrò di quale pasta era fatto: “Non ci sarà mai tentazione più grande di quella di essere dalla parte della ragione ed esibire i muscoli al fine di umiliare l’avversario”. Sulla riva del Giordano giocò lealmente: «Mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera». Poteva evitare di fare la fila, d’immischiarsi coi i luridi peccatori, di perdere tempo con chi stava rischiando di perdere il tempo della salvezza. Invece. Invece per salvare il mondo, scelse di non tradire se stesso: “La lealtà è un lavoro h24, sette giorni su sette. Non sarà mai un lavoro part-time” si ripeteva. Inizia, dunque, mettendosi in fila, confuso in mezzo ai peccatori, gomito a gomito col truffatore e l’arrivista, la meretrice e lo strozzino, l’imbroglione e la ciarlatana. Nessuna preferenza: “Che nessuno, poi, vada a dire che sono stato un raccomandato. Chiedo la gentilezza di poter farmi tutta la gavetta, come tutti”. Giovanni Battista, uno dei pochi che aveva l’occhio, s’accorse e apprezzò: “Conoscere le debolezze di qualcuno e non approfittarsi di loro è una delle manifestazioni di lealtà più belle che esistano”. Pensavano, il mondo pensava, che per farsi rispettare occorresse esibire i titoli, far sfoggio di appartenenze nobiliari, usare frasi del tipo: “Lei non sa chi è mio padre”. Cristo, invece, stupì il mondo partendo da zero. Dal basso: “L’eleganza sarà sempre una questione di lealtà – si confidava Cristo coi peccatori che avanzavano nel fiume con lui -: il resto lo lascio volentieri agli altri”. Sfumature di eleganza

Apriti cielo! Davvero: «Il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo (…) Tu sei il Figlio mio». Non esibì i galloni del potere: per questo il Padre ne fu orgoglioso al punto da intervenire lui. Intervenne il Padre, perchè il Figlio non ne aveva usato la paternità per evitarsi la gavetta: mostrò, insomma, d’apprezzare la sua splendida lealtà. Inizia dal basso la scalata all’alto del Cristo. Inizia senza farsi sconti, ed è per questo che l’esercitò che andrà formandosi vedrà in Lui le stimmate del capitano: «Non devi punire le truppe prima di averne conquistato la lealtà: non ti ubbidiranno più scrive Sun Tzu – E le truppe indisciplinate sono difficili da utilizzare». Così vivendo non avrà molti amici Cristo: avrà quelli giusti.

(da Il Sussidiario, 11 gennaio 2025)

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento» (Vangelo di Luca 3,15-22).

Omelie del Tempo di Avvento e di Natale

I Domenica d’Avvento, A testa alta, 30 novembre 2024
Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, L’ereditiera, 6 dicembre 2024
III Domenica d’Avvento, Giovanni Battista, i ciliegi e Marilyn Monroe, 14 dicembre 2024
IV Domenica d’Avvento, Maria non è mai andata da Elisabetta, 21 dicembre 2024
Solennità del Natale del Signore, Dipende(rà), 24 dicembre 2024
Festa della Santa Famiglia di Nazareth, Questa casa non è un albergo, 28 dicembre 2024
Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, Eleganti si nasce, 1 gennaio 2025
II Domenica dopo Natale, La mano sull’interruttore della luce, 3 gennaio 2025
Solennità dell’Epifania del Signore, La curiosità è il soprannome della speranza, 5 gennaio 2025

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