Fuoco, primo piano

La domenica seguente alla solennità dell’ Epifania, la liturgia ci propone il Vangelo che vede l’episodio del battesimo di Gesù. Al contrario di quanto annuncia il famoso detto (“L’Epifania tutte le feste porta via”), in realtà il tempo di Natale si conclude con questa festa

Un’epifania

Insieme con la visita dei Magi[1] e con le nozze di Cana[2], questi tre episodi sono considerati tre momenti importanti, in cui diventa manifesta il legame particolare con il Padre e la divinità del Figlio, il rabbi di Nazaret. Tre manifestazioni diverse. La prima, la venuta dei magi, ancora avvolta nel mistero, lascia a quei doni preziosi e particolari un messaggio che guarda  lontano, nel tempo e nello spazio: l’oro del re, l’incenso del sacerdote, la mirra per la sepoltura. Un regalo che avrebbe rabbuiato qualunque madre e che, sicuramente, deve aver dato da pensare anche alla Madre di Dio. Le nozze di Cana, nel vangelo di Giovanni, sono ricordate espressamente come il “punto di partenza” e il primo dei “segni” che Cristo compì, durante la sua vita pubblica. Significativo che fu ad un matrimonio. Il Verbo, fattosi carne, comincia la sua opera dall’amore che prende carne: il matrimonio.  

Una tappa importante

In un “abbassamento” (κενοσυσ) di Dio che, in Gesù, ha preso forma a partire dall’Incarnazione, il Battesimo non può essere trascurato. Sin dai primi commentatori cristiani, questo brano ha destato vari problemi esegetici. Perché il figlio di Dio si mette in fila coi peccatori, se è senza peccato? Dallo stesso Giovanni Battista in avanti, erano, infatti, tutti consapevoli dell’evidente aspetto penitenziale insito nel gesto di conversione verso il quale tanti, lungo il fiume Giordano, si mettevano in fila, attendendo pazientemente il proprio turno.
Un atto per dire no al peccato, per rendere concreto il desiderio di cambiare la propria vita, avvicinandosi maggiormente alla volontà di Dio su di sé. In fondo, cosa distingueva il maestro di Nazaret da qualunque altro uomo che si appressasse alle sponde del fiume Giordano? Con o senza, nessuno ha i peccati scritti in faccia!

Il senso di un segno

Rimane, forse, ancora oggi, immerso nel mistero il motivo per cui il Figlio di Dio abbia compiuto questa scelta di farsi battezzare da Giovanni. Un’immagine forte: Dio, in mezzo agli uomini, senza distinzione, né separazione. Un’ulteriore tappa di avvicinamento alla Croce. La solidarietà con gli uomini, che non l’ha fatto recedere, neppure quando l’uomo rinuncia a ciò che lo rende tale. Una scelta che, senz’altro, racconta lo stile di un Dio che, su tutto, ama l’uomo, sempre, indistintamente, senza compromessi, perfino quando questi fa di tutto per non rendersi amabile.

Uno spirito infuocato

Uno come gli altri, in fila sulla riva. Ma è il parente il primo ad accorgersi della stranezza, rendendola evidente e fuori luogo. Pacatamente, Cristo, Dio dei paradossi, lo invita a lasciarlo fare, a battezzare con acqua il Dio che battezza col fuoco. Fuoco: così è detto il battesimo del Cristo. Luce e calore: difesa dal freddo e dagli animali feroci, ma mai privo di rischi. Un fuoco, incontrollato, è presto un incendio, terrore di ogni abitante di case per lo più in legno. Quasi un monito, ancora oggi: non illuderti che lo Spirito possa passarti accanto e lasciarti accanto. Se vuoi sentire il suo calore, devi accettare il rischio. Il rischio di non rimanere come prima, il rischio di partire più leggero. Per camminare più spedito.


Fonte immagine: Canva IA
Rif. Vangelo ambrosiano, nella solennità del Battesimo del Signore


[1] Mt 2, 1-12
[2] Gv 2, 1-11

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