Natale è… annuncio
I Vangeli del Natale sono ricchi di una caratteristica: l’annuncio.
Il primo è quello a un sacerdote della casa di Abia, Zaccaria: è la nascita di Giovanni Battista, il più grande profeta, che, già nel grembo materno, riconosce la presenza di colui al quale dovrà “aprire la via”. A questo, ne seguiranno molti altri. A Maria, che è quello centrale, nella storia della salvezza: l’annuncio di una maternità divina, che supera il tempo della storia e lo spazio della vita, diventando un evento escatologico unico ed irripetibile, capace di dare l’avvio alla redenzione del mondo . Ma anche l’annuncio ai pastori, intenti a vegliare nella notte.
Una visita celeste e gioiosa
“Traboccante” di grazia, così è la Madonna. Così piena, da essere stracolma. Quando accade una cosa simile, il sentimento dominante è quello della gratitudine. Perché se a traboccare la grazia, non c’è merito, ma c’è un dono gratuito. A fronte di questo, a prevalere è lo stupore: perché proprio io? Forse, ci si aggiunge anche un pizzico di confusione, ma quel che è certo è che questa elezione è motivo di gioia. Così come il popolo d’Israele è gratuitamente eletto, ad insindacabile giudizio divino, anche Maria, pulzella di Nazaret, altro non è se non è il punto in cui la grazia divina si concentra secondo modi e tempi insondabili.
Il cuore dell’annuncio
Il Messia, atteso delle genti, il Redentore del mondo, prenderà carne e sangue, nell’esile corpo di una fanciulla (adesso, con le nostre suddivisioni di età, probabilmente la definiremmo nell’incipienza della sua adolescenza), cresciuta in un piccolo paese di una sperduta e secondaria provincia romana, nel I secolo. Colui che i patriarchi attesero e i profeti annunciarono, avrà finalmente un volto. Perché lei? Magari, anche: perché una lei? Ti pare che Dio possa scegliere una donna? Questo mi chiese una volta, in Duomo, un giovane musulmano. Ad essere sincera, capisco lo straniamento. È completamente al di là di ogni logica del tempo e, forse, anche nostra. Eppure, la prima risposta che viene è proprio questa: se Dio è libero è onnipotente, in fondo… perché no?
Donne nella storia d’Israele
Non è, del resto, la prima donna che abbia un ruolo rilevante, nella storia d’Israele. Giaele uccide Sisara il cananeo nel sonno, con un piolo della tenda[1]. Rahab la prostituta svolge un ruolo fondamentale, nella conquista della terra promessa[2]. La vedova di Sarepta sostiene il profeta Elia nella sua fatica[3]. Giuditta uccide Oloferne, per liberare il proprio popolo dalla dominazione straniera[4]. Non è dunque la prima volta che una donna diventa protagonista della storia di salvezza, ma la Bibbia vede emergere diverse figure di personaggi femminili forti, carismatici, volitivi e determinati.
Una donna unica nella storia
Al contempo, però, Maria è un esempio assolutamente unico, che non ha pari, nell’intera storia umana. Nessun’altra prima di lei, nessun’altra dopo di lei, nessun’altra come lei. Solo lei ebbe il privilegio, l’onere e l’onere di avere sulle labbra il destino dell’umanità. L’attesa di quel sì ha immobilizzato il creato. Quella fanciulla di Nazaret era il passaggio obbligato per la redenzione del mondo. E non era inevitabile la sua scelta. Anche lei, come ogni altra creatura, è nata libera, per cui le sarebbe stato possibile rifiutare.
Dubbi e desiderio di comprensione
Infatti, non sgorga subito dalle sue labbra un sì. Non accoglie immediatamente la proposta che il misterioso angelo le porta come un dono inatteso. È giovane, ma non ingenua. Ha fede, ma non è una credulona. Domanda come sia possibile questa sorte che le è affidata, dal momento che non si è ancora sposata. Dà, quindi, sentore di sapere benissimo come avvenga la nascita di un figlio e, proprio questo, domanda, desiderosa di comprendere meglio. Quanto sentiamo vicina Maria, in questa sua incertezza, che precede il sì? Assomiglia alla nostra incertezza, quella con cui, balbettando e, più spesso, borbottando, accogliamo la volontà di Dio sulla nostra vita.
Lo Spirito Santo e un esempio concreto
La richiesta di chiarimento della giovane risulta legittima; così, le sono offerti due spunti. Il primo è uno dei pochi accenni che troviamo, nel Vangelo, allo Spirito Santo. Segue l’esempio del primo annuncio lucano, a supporto della fede di Maria: anche Elisabetta, più anziana di lei, è incinta. Se lei ha potuto, al di là delle aspettative legate all’età e alla sua condizione – a detta di tutti – di sterilità, rimanere gravida, non dovrebbe essere più facile per Dio generare in lei, giovane, una nuova vita, pur senza l’apporto di un uomo?
L’accoglienza, nell’affidamento
Finalmente, l’atteso sì arriva. Ed è un sì che dice l’affidamento alla Parola. Chissà quanto avesse esattamente compreso di quel divino mistero che è l’incarnazione del Verbo, che ancora oggi rimane inafferrabile alla teologia e, troppo spesso, adombrato dalla corsa ai regali, nella vita quotidiana dei cristiani…probabilmente, però, intuisce che la parola del messaggero è in relazione con la parola divina e perciò può essere considerata affidabile. Da ciò nasce l’affidamento, che richiede sempre, in ogni caso, quel pizzico di rischio. Come lanciarsi con il parapendio: sai che l’associazione è affidabile sai che l’attrezzatura è all’avanguardia, eppure il dubbio sulla sicurezza si affaccia. Così come, del resto, la stessa ebbrezza attraversa il fidarsi umano, perché ogni persona rimane pur sempre un mistero,
che può schiudersi in un’esperienza positiva, oppure negativa. Nella fede di Maria, possiamo quindi vedere la fede di ciascuno di noi, nella consapevolezza che il mistero permane, anche nel momento in cui la scelta è quella di fidarsi…
[1] Gdc 4, 17-22
[2] Gs 2-6
[3] 1Re 17,8-16
[4] Giuditta
Rif. letture festive ambrosiane, nella domenica dell’Incarnazione, o della Divina Maternità di Maria
Fonte immagine: Flickr
Una risposta
Grazie Maddalena una bellissima riflessione..