La seconda domenica d’Avvento ambrosiana ci fa soffermare in modo particolare sul tema dell’annuncio. Quale l’oggetto di questo annuncio?
Innanzitutto, la rivelazione più bella: Dio, da sempre, pensa all’uomo e a come comunicargli il suo amore.
Il pensiero di Dio per ogni uomo
La seconda lettura rende esplicita la prima, che già delineava l’idea di Dio di annunciarsi a tutte le genti, non solo al popolo d’Israele. Paolo definisce, infatti «grazia» la possibilità di annunciare l’opera di Dio. Paolo, da sempre, è consapevole della sua storia e del mondo con cui sia stato chiamato a quella conversione così radicale che l’ha completamente trasformato, da persecutore di Cristo ad apostolo delle genti, impegnato in prima persona a veicolare per tutto il mondo conosciuto la parola di quel Cristo che, fino a quel momento, aveva, per lui, rappresentato un’eresia itinerante e un pericolo per l’integrità della fede ebraica. L’apostolo riconosce, quindi, nella rivelazione di Dio in Cristo, continuità e pienezza con la rivelazione del Dio di Abramo. In Gesù, Dio è diventato accessibile: l’impronunciabile è diventato parola fatta carne.
Operatori edili all’opera
Una tale “rivoluzione” del pensiero dell’uomo su Dio, richiede un’adeguata preparazione. Ecco, quindi, stagliarsi, all’inizio del vangelo di Marco, la figura del Battista, che troneggia, imperiosa nel suo ascetico rigore. Vestito di pelle, cavallette e miele selvatico quale menu abituale, a simboleggiare sobrietà e astinenza anche nella frugalità del suo pasto. Sin tesi di come la vita spirituale non possa essere organizzata a compartimenti stagni. Lo spirituale è concreto, dal momento che l’uomo, insieme inscindibile di anima e corpo, richiede grande coerenza nella gestione delle due parti che lo compongono. Spirito e corpo, perennemente in dialogo tra loro, chiedono di poter essere indirizzati nella medesima direzione, secondo un fine comune. Non è possibile chiedere allo spirito quanto al corpo non è richiesto. Per questo, quindi, l’adesione del corpo alla richiesta dello spirito è necessaria per ottenere una complessiva armonia, nella vita dell’uomo.
Lavori in corso: un invito all’azione
Prepararsi è parola chiave, nell’Avvento, cammino di preparazione ad un evento, storicamente avvenuto, ma ricorrente nella vita dell’uomo, per due motivi: innanzi tutto, perché in Dio, eterno presente, ogni attimo è eterno e, in Lui, davvero, è Natale ogni giorno; in secondo luogo, perché solo se l’uomo si mette in sintonia con Dio può pensare di vivere, in pienezza e autenticità, il Natale di Cristo, Incarnazione di Dio nel mondo dell’uomo.
Per accogliere un dio come noi, dobbiamo però rivoluzionare il nostro modo di pensare, perché noi l’abbiamo sempre immaginato come lontano, incommensurabile, incomprensibile, per cui, anche: distante, oltre ogni umana comprensione e, spesso, disinteressato della sorte umana.
Il Vangelo, con la concretezza di uno stradino che sistema al meglio l’itinerario che il messia dovrà percorrere, ci ricorda della concretezza che è bene caratterizzi anche la nostra vita spirituale. Meglio poco, ma bene, che riempire le nostre giornate. Un gesto, un segno che ci ricordi che il Re dell’Universo ha preso carne per ricordarci che l’amore di Dio non ci abbandona mai e potremo capirne appieno il valore quando proveremo ad amare come lui, senza stancarci di insuccessi od opposizioni.
Rif. letture festive ambrosiane, nella II domenica di Avvento, anno C, particolarmente: Ef 3, 8-13; Mc 1, 1-8Fonte immagine: Edilsanfelice
2 risposte
Che bella meditazione. Grazie Maddalena buon venerdì e buon fine settimana a te e don Marco
Bella meditazione grazie Maddalena