Lettura

Luoghi  tristemente d’attualità

Da Gerusalemme a Gaza. Luoghi che, purtroppo, oggi, si rincorrono, nei principali titoli di cronaca, non per eminenti motivi culturali o  altri meriti, bensì per quella ragione mai davvero gloriosa, quale è quella militare, che, dietro ad una vana gloria di conquista, trascina, sempre, inevitabilmente, una scia infinita di sangue, morte e dolore.

Nel capitolo 8 degli Atti, però, vediamo un’ambientazione tranquilla. Un etiope, col suo carro, sta viaggiando e legge le Scritture. Però, non le capisce. Qui risiede il suo problema.

Filippo, ansioso di comunicare la Buona Novella

Altrove, sappiamo che Filippo attende solo un segno per poter direzionare la sua azione evangelizzatrice: non vede l’ora, infatti, di poter ampliare il raggio di azione della diffusione della Buona Novella, quella di un Dio capace di sconfiggere anche la morte, di un Messia finalmente arrivato, anche se in modo diverso dalle aspettative tradizionali del popolo ebraico.

Un incontro provvidenziale

Dalla narrazione, veniamo a sapere che a sospingere Filippo verso l’eunuco, a far incrociare le loro strade è proprio lo Spirito: ne ha anticipato le mosse, la strada, il percorso. Ha, letteralmente, diretto le mosse dell’apostolo, affinché raggiungesse la meta, sia in senso geografico che missionario. Abbiamo potuto vedere come agisca lo Spirito che, leggendo i desideri reciproci, ha fatto in modo che questi potessero, incontrandosi, realizzarsi pienamente.

La docibilitas, voglia d’imparare

Vediamo l’Etiope, di cui ignoriamo il nome ma di cui intuiamo l’intraprendenza (se un eunuco, inizialmente, era considerato ai margini della società per la sua condizione, spesso, proprio in base ad essa riusciva a raggiungere posti di comando prestigiosi, fino a diventare anche tra i più importanti funzionari nei regni dell’Antico Vicino Oriente). È la dimostrazione plastica dell’azione concreta di fronte alle avversità, manifesta nel modo più evidente possibile del desiderio sorgivo ed irrefrenabile di comprendere. Non basta leggere: a che serve, quando la comprensione latita? In lui possiamo vedere la docibilitas, vista come la predisposizione ad imparare, la disponibilità a lasciarsi insegnante, che è – di fondo – la caratteristica imprescindibile e più appetibile da trovare in un allievo, qualunque sia la disciplina.

Un battesimo desiderato

Come manna dal cielo, giunge Filippo, a rendere familiare quel testo per lui, fino a quek momento, incomprensibile. A congiungerlo con la Parola che, fatte carne, sola è in grado di unire, indissolubilmente, Antico e Nuovo Testamento in un abbraccio che li rende indissociabili, pena l’incomprensione oppure un riduzionismo che rischia di rendere monco ed insufficiente ogni riferimento. A fronte di questo arrivo atteso e desiderato, sorge un nuovo desiderio, immediato, a cui il protagonista non riesce a por tempo in mezzo. Quanta differenza coi nostri giorni, in cui il Battesimo è spesso avvertito non come un dono atteso, bensì come un’indesiderata intrusione e quasi un sopruso!

Lo Spirito, alla base di ogni incontro

Nel testo, la causa remota alla base dell’incontro è raccontata. Filippo raggiunge l’eunuco perché lo Spirito ha suggerito questa direzione. Non è un caso fortuito. Non è capitato senza un motivo. L’incrociarsi dei loro destini ha rappresentato la reciproca soluzione dei loro problemi: Filippo sapeva di essere in viaggio per evangelizzare, ma (inizialmente) non sapeva dove andare, l’eunuco stava leggendo con interessa, ma senza gli strumenti per comprendere. Solo unendosi, i due hanno potuto dare compimento alle proprie aspirazioni.
Forse, anche nelle nostre esperienze, quegli incontri che leggiamo come fortuiti, sono il realizzarsi del lavorio dello spirito, anche se preferiamo attribuirne la causa ad una fortuna irrazionale.


Rif. Prima lettura, nella I Domenica dopo la Dedicazione della Cattedrale, anno B: At 8, 26-39

In quei giorni. Un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: «Àlzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etìope, eunuco, funzionario di Candace, regina di Etiopia, amministratore di tutti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, stava ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaia. Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti e accòstati a quel carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Egli rispose: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo: «Come una pecora egli fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, la sua discendenza chi potrà descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita ». Rivolgendosi a Filippo, l’eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero dove c’era dell’acqua e l’eunuco disse: «Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?». Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò. Quando risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada.

Fonte immagine: Pexels

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