Una voglia matta di portare a spasso Cristo per i cavoli miei, per le strade mie. Questo, solo questo basta, per farmi assomigliare al pescatore di Galilea, il pescatore-pescato dallo sguardo furibondo di Cristo. Anche Pietro, esattamente come me, sapeva bene chi fosse Cristo. Glielo disse apertamente, senza paura di sbagliare risposta – «Tu sei il Cristo» -, portandosi a casa uno dei più bei voti sul registro che Cristo abbiamo mai firmato: «Tu sei Pietro, e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa» (Mt 16,18). Poi, però, si montò leggermente la testa, perdette la misura e pensò d’essere diventato lui il padrone del Cristo. E Cristo il cagnolino da tenere al guinzaglio, portandoselo a spasso per le strade. Eccolo il pescatore padrone: «Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo». La creatura che pensa di comandare il Creatore, il figlio che dice al padre come fare il padre. La voglia matta d’insegnare al Cielo come ci si comporta quaggiù sulla terra: «Ho visto presuntuosi correggere anche un caffè» (L. Campiglio). È per uno strano paradosso che, nei Vangeli, quanto più sono limitate le capacità di alcuni tanto più la loro presunzione è immensa. Il grande Pietro ha gia deciso: Gesù, il suo Gesù, d’ora innanzi, si comporterà come deciderà lui. Punto e a capo.

Tutt’altra cosa dalla mansuetudine di Maria, la Madonna, che, nascosta da qualche parte nel gruppo degli apostoli, avrà bisbigliato tra sé: “Il mio Pietro non cambia mai: o abbassa un po’ le ali, o si farà male. Ma gli voglio bene così: non fosse così, non sarebbe più Pietro”. C’è differenza tra Pietro e Maria, la stessa che c’è tra me e Maria. Non è differenza di genere, di sesso, neanche di lineamenti: è una differenza di posizione. Di posizione davanti a Dio. Io, al mio Dio, glielo dico chiaramente, col petto gonfio: “Cambiami questa vita, Signore: mi fa schifo, non riesco più a condurla, sono diventato insopportabile a me medesimo. Se vuoi ti suggerisco io un’alternativa!” Insomma, Cristo: mettiti dietro a me – ai miei sogni e alle mie fantasticherie – e pensa soltanto a mettere la firma in calce a quello che ti dico io di fare”. Io e Pietro davanti, che teniamo per il guinzaglio Dio. Maria, la Madonna, si mette in posizione diversa quando c’è Dio di mezzo. Nemmeno lei, magari, capisce tutto: “Signore, non ci capisco niente di questa mia vita, sono in piena confusione” gli dirà spesso, visto che gliel’ha già detto a Nazareth. “Ma io mi fido di te: ti prometto che prenderò sul serio ciò che mi sta capitando. Tu, se puoi, accendimi la luce: che io ci veda meglio”. Non è proprio la stessa maniera che siamo soliti usare noi due, presuntuosi come pochi altri.

Cristo, comunque, il guinzaglio non se l’è lasciato mettere nemmeno dalla Madre sua. Figurarsi da due bertoldi come io e Pierino: «Và dietro a me, Satana! Perchè tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Scordiamo spesso, noi due, che nella storia ha fatto più danni la presunzione di chi pensa di sapere tutto piuttosto dell’ignoranza di chi non sa nulla. Poco importa se non l’abbiamo capito, Cristo ha la pazienza dell’agricoltore, il buon senso della maestra: «Chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà». La lezione, anche questa volta, viene servita fredda, senza fronzoli: “Ritorna al tuo posto il prima possibile, Pietro: che se ti metti tu al comando, andiamo a sbattere di sicuro”. E il posto di Pietro, il mio, non è il posto dell’umiliazione ma è un posto da “business class”: è «dietro» a Cristo. Il suo corpo, in caso d’incidente, proteggerà il nostro. Anche se alla partenza la voglia di guidare noi la macchina, il bolide della salvezza, procura un’eccitazione da prima pagina. Un orgoglio da copertina. Nessun problema: ci penserà sempre Cristo a rimettere a posto le cose. L’uomo, da parte sua, continuerà nella folle sfida di volere mettere il guinzaglio a Cristo. Senz’accorgersi, così facendo, di essere come uno che, dopo aver scritto la sua autobiografia, ci mette come titolo: “La Bibbia”.

(da Il Sussidiario, 14 settembre 2024)

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà» (Vangelo di Marco 8,27-35).

3 risposte

  1. Troppo spesso teniamo Cristo al guinzaglio come un cagnolino fedele,ma sbagliamo perché la nostra fedeltà e di seguirlo camminando dietro perché Luì possa illuminare la nostra strada. Buon sabato Don Marco .

  2. Mi viene in mente (GV 21, 18) “ti cingerà e ti condurrà là dove tu non vorresti”, già… dove io non vorrei andare, ma poi penso anche (Mc 7,31-37) “Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e parlare i muti”, … Lui ce la farà a farmi udire e parlare… le cose che fa’ sono tutte ben fatte….

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