Parte da
Gerusalemme il rush finale della
strana campagna elettorale del Profeta di Nazareth. Al comizio festoso sulla
piazza del mercato non si presenta a bordo di un pullman o sulla cabina di un
elicottero: preferisce la groppa di un puledro a ricordo delle promesse fatte
ai suoi pescatori-elettori. Scelse l’ulivo come immagine sintesi. Chi tentò
bambinescamente di copiarne la scelta avvertì subito la differenza: era l’Uomo
e la sua idea a rendere forte quel ramo. Da allora si disse: "Un ulivo non fa primavera".
Il ritrovo
è alle porte della città santa: poi il Messia proseguirà verso l’altura del
Calvario (venerdì santo) facendo sosta con i suoi collaboratori presso il
Cenacolo (giovedì santo), attraversando il giardino degli Ulivi per arrivare
oltre il sepolcro domenica mattina. Un tour
di tutto rispetto per serbare una promessa rimasta celebre: "Dopo tre giorni risusciterò". Lo
seguono in tanti. Tutti, verrebbe da dire. Ma a giudicare dalla platea del
Venerdì, meglio ridimensionare le cifre "da manifestazione": lo segue chi lo
ama. A vederli sfilare ci son parecchi volti noti alle cronache locali. Di
uomini: Simone, Giacomo di Zebedeo, Giovanni, Andrea, Filippo, Bartolomeo,
Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota.
Ma anche Caifa, Ponzio Pilato, il sacerdote Anna, Lazzaro. Volti di donne:
Salome, Maria di Magdala, Mamma Maria, Maddalena, le donne di Gerusalemme. E
poi, saltellante tra i piedi di questa ciurma festante, un animale – evidente
nella sua cresta – a fare compagnia al puledro affaticato: un gallo. Non è
fanta-Scrittura: è Vangelo. E dentro le stradine del Vangelo abita ancora
questo gallo. Una delle figure più fastidiose che la Scrittura ospiti al suo
interno. Il puledro cammina al posto di Gesù, il gallo sussurrerà al Pietro
impaurito lontane promesse fatte all’Amico. Come la fata turchina nel Pinocchio
di Collodi – o come la volpe al principe di Saint-Exupèry – il gallo che fece lacrimare
Pietro oggi è oggetto di continue intimidazioni. Necessita di un sistema di
scorta! Soprattutto quando attraverserà luoghi pericolosi: casa mia, Palazzo
Madama, Piazza San Pietro, Montecitorio, il fiume Po, Padova. I fucili sono già
caricati. Basta premere.
Almeno
Pietro un’anima la serbava: cantato il gallo, pianse amaramente.
A noi oggi
il chicchirichì del gallo rimanda
all’osteria del paese dove sulla griglia s’arrostisce il galletto. O, se canta all’alba,
i galletti del Mulino Bianco.
Lui canta.
Noi rispondiamo: "Buon pranzo".
Pietro
piangeva: aveva un’anima lui…!