I discorsi avevano finito per strangolarli. Si erano strangolati di discorsi: “Io mi sono rotto di questi bei discorsi. Sempre uguali che mi viene da vomitare non quando li faccio io, ma anche quando li sento fare da altri. Basta!” Riflettè così, più o meno così, il capoclasse Pietro all’indomani della pesantissima disfatta: «Il successo non è quante volte vinci, ma come giochi la settimana dopo che hai perso» scriveva Pelè. A spiarli, nel loro triste ritornare alla vita normale, non c’è dubbio che più di qualcuno verrebbe beccato a leccarsi le ferite: chiunque abbia amato, anche solo una volta, si porta addosso una cicatrice. Filippo, parlottando con Pietro mentre provano a rimettere in acqua le vecchie barche, sembra dire: “Sai Simone: oggi, almeno per me, è la Giornata Mondiale delle cicatrici. Se ci passo la mano sopra, riesco a leggere tutta la mia storia con Lui. Che nessuno più mi venga a parlare di felicità!” Con un cenno del capo, Simon Pietro sembra dirgli che lo capisce bene: che capisce bene questa mestizia, che questa sua diffidenza verso la gioia è anche la sua diffidenza. La gioia, per gli undici amici rimasti a secco di allegria, era diventata all’improvviso come un tasto mai usato del telecomando che guardi con grande diffidenza, con altrettanta paura. Erano gli stessi d’allora, della mattina nella quale fecero l’esatto contrario di quello che stanno facendo adesso. Del mattino in cui fecero armi e bagagli, lasciando piantato tutto, per andare dietro a quell’Uomo che aveva il luccichìo negli occhi. Erano gli stessi, solo con qualche cicatrice in più: “E’ tutto come avevo previsto, Mamma – disse Cristo Risorto alla Mamma alquanto inquieta per la reazione degli amici più cari -: hanno solo bisogno di tempo. Stavolta non sarà tutto-subito, ma arriveranno: adesso sono diffidenti, poi si lasceranno andare. Come le onde, morbidamente”. Ritornò da loro per questo: perchè ritornassero da Lui.

Fece tutto Lui anche stavolta. Li riabbracciò con il suo sguardo magnetico, con la forza d’urto delle sue parole: «Pace a voi! Perchè siete turbati e perchè sorgono dubbi nel vostro cuore?» Detto così, mostrando «loro le mani e i piedi»: poichè sono feriti, lascia che a parlare siano le ferite. Lascia che siano le ferite a dirsi il perchè di ciò ch’è accaduto. Quando s’innamorarono la prima volta, fu un amore adolescenziale: si trattò, al massimo, di limare un po’ gli spigoli. Adesso – dopo un po’ di delusioni, di corna e di abbandoni – è come innamorarsi verso i quarant’anni: non si tratta più di limare gli spigoli, ma di far combaciare le tue cicatrici alle sue. E viceversa: per questo mostrò loro le mani e i piedi feriti, con i segni delle cicatrici. Come dire: “La vostra sofferenza non mi è nuova: ciò che vi ha fatto male, è ciò che ha fatto male anche a me, amici”. Così tanto male che, loro, se l’erano giurato e spergiurato: “Mai più!” Quello sguardo da conquistatore era diventato come una cartolina di un posto lontano dove non ritornare mai più in vita, per nessun motivo. Lo sapeva già Lui: quand’era partito per ritornare, Gli era chiaro che se avesse voluto riabbracciarli, avrebbe dovuto non dimenticarsi di accarezzare anche l’insicurezza nascosta dietro quell’apparente diffidenza. Il suo fiuto, l’aveva spinto fino sul ciglio delle cicatrici: “Se alle ferite tu dai il giusto tempo di guarire, togliere la crosticina diventa poi una delle cose più piacevoli”, si disse mentre ritornava a calcare la sabbia di quella spiaggia da bestemmia.

Tolse loro la crosticina, mentre loro si distrassero nel togliere la crosticina del pesce sulla gradella: «Gli offrirono una porzione di pesce; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro». Mangiando, senz’accorgersene, avvertirono ambedue che la ferita stava diventando cicatrice: se l’accarezzavano ambedue – «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi» – e ritornarono a raccontarsi la vita come delle vecchie amiche ritrovatesi a quarant’anni. Nessun spigolo da limare, stavolta: il tempo di far combaciare le ferite e il cuore tornò a battere. Ancora più forte: “Ma quante ferite può contenere un sorriso, Pietro?”

(da Il Sussidiario, 13 aprile 2024)

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni» (Vangelo di Luca 24,35-48).

Editoriali della Quaresima e del Tempo di Pasqua

Mercoledì delle Ceneri, Rondine di Quaresima, 14 febbraio 2024
I Domenica di Quaresima, Il sex-appeal di Satana, 17 febbraio 2024
II Domenica di Quaresima, Cercare il pelo nell’uovo, 24 febbraio 2023
III Domenica di Quaresima, Zelo in condotta, 2 marzo 2024
IV Domenica di Quaresima, Nicodemo è un portiere spiazzato, 9 marzo 2024
V Domenica di Quaresima, Il deodorante non è la doccia, 16 marzo 2024
Domenica delle Palme, In stato confusionale, 23 marzo 2024
Giovedì Santo, Il fornaio e quelle tredici pagnotte, 28 marzo 2024
Venerdì Santo, Il Dio ermellino, 29 marzo 2024
Sabato Santo, Il male della Madonna, 30 marzo 2024
Pasqua di RisurrezioneNemici promossi, amici bocciati, 31 marzo 2024
II Domenica dopo Pasqua, Il tubetto di pazienza di Gesù, 6 aprile 2024

6 risposte

  1. …”Stavolta non sarà tutto-subito, ma arriveranno: adesso sono diffidenti, poi si lasceranno andare. Come le onde, morbidamente”…
    Questa frase mi dà molta speranza. Le onde per ora sono ancora in burrasca, ma ho Fede e magari già in mattina si lasceranno andare morbidamente.
    Grazie don Marco per tutto il bene che trasmette.

  2. Il ” momento burrascoso” ormai dura da parecchio…anni….com onde alte….però grazie don Marco perché ogni volta che leggo al mattino le tue riflessioni sono sempre una medicazione guaritrice e un granello di speranza nel cuore .

  3. Quell’ Uomo con quel luccichio negli occhi,mi sei venuto subito in mente tu caro don Marco, quando parli,ti agito,ti sbracci e coinvolgi i presenti con il tuo sorriso. Buona giornata a te e ai tuoi ragazzi.

  4. Tu trasmetti vita.. che comprende anche tante cicatrici.. e farle combaciare è faticoso. Ma confidando si riesce.. grazie sempre don Marco. Ti abbraccio tanto

  5. Quando ero adolescente nelle nostre parrocchie c’era il parroco e il cappellano e lui era x noi ragazzi il Gesù che ci donava allegria con parole nuove e solide senza sconti ma senza tristezze di un Dio del passato
    Don Marco ora c’è un parroco x due parrocchie e tocca a noi adulti essere testimoni di gioia
    Noi adesso siamo gli orfani delle utopie… ebbene sì è sempre un piacere leggerti Grazie e buona continuazione
    Sia lodato Gesù Cristo

  6. Ho partecipato ieri sera all’incontro a Seriate,e l’esempio delle cicatrici che s’incontrano e combaciano è confortante,ci vuole fede e pazienza ma piano piano si riparte più carichi con la certezza che Lui è con noi sempre.buona domenica a te e ai tuoi ragazzi 🙏🙏

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