Dio si è stancato. Con quest’incredibile annuncio inizia, ogni anno, l’anno. Si è stancato pesantemente, stancato “di brutto” come direbbero gli uomini. Non è tanto la stanchezza di chi, per alzarsi dal letto, ha dovuto fare uno sforzo tale che, per la stanchezza, si rimette a dormire. La sua è una stanchezza diversa, la stanchezza dell’innamorato che, volendo giocare di seduzione per andare a caccia dell’amato, decide di puntare sul “vedo non vedo”. Ha cominciato la sua seduzione inviando come piccioni viaggiatori dei “postini” stranissimi, diventati celebri con il nome di profeti: gente che, restando libera, cedette in commodato d’uso la loro storia a Dio. Erano loro che agivano, parlavano, viaggiavano ma lo facevano “al posto di Dio”, come fossero abitati da un dio infuocato che prima di togliere il sonno alla gente alla quale erano rivolte le sue parole, toglieva ogni pace a chi chiamava per portare alla gente quel messaggio. Per tanto tempo gli fu gradita questa modalità di collegamento col mondo: «Molte volte e in diversi modi nei tempi antichi Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti» ci racconta l’autore della Lettera agli Ebrei. Le “molte volte” dicono che non fu soltanto una volta: molte volte, con molte storie, nascondendosi in molte persone. La lista di costoro è disponibile per venire consultata da chiunque voglia: Isaia, Geremia, Abacuc, Giona, Gioele, Sofonia, Aggeo, Malachia, Baruc, Daniele, Amos, Osea. Chi più ne ha più ne metta tra quelli più famosi e quelli della porta accanto. Non solo «molte volte» ha parlato: per non apparire ripetitivo, parlò anche in «diversi modi» e questo la dice lunga su quanto ci tenesse, sin dall’inizio, che la sua proposta d’amore giungesse al cuore di tutti, di ciascuno. Per questo parlò dello stesso concetto – “Ve l’ho promesso: arrivo. Non vi accorgete che, nel deserto, una strada vi sto aprendo?” – ma lo disse con modi e toni diversi: con delle frasi aggressive e delle parole di poesia, con condizionali e imperativi. Il concetto era lo stesso, cambiava la lingua: in modo che ognuno la sentisse rivolta a sé.

Poi, però, Dio si è stancato. Anche la gente, a dir la verità, era un pochino stanca: a forza di sentirsi ripetere “Sta arrivando! Eccolo: è qui a due passi” e non vedendolo arrivare, si era un po’ scoraggiata, spegnendosi nell’attesa. Una cosa così, però, non poteva che stancare Iddio in persona che, da parte sua, la lesse forse come una sorta di mancanza di fiducia: “Cosa pensano? Forse che io sia un buffone come Satàn, o un venditore di fumo come tanti altri?” Non per rabbia o per rivalsa, ma soltanto per amore Dio si è stancato: stancato al punto tale che – ricorda lo splendido narratore della lettera – «ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio». Della stanchezza di Dio mi piace il suo arrendersi: stanco nell’avvertire la stanchezza dell’umanità ad aspettarlo, in quattro e quattr’otto passò dal “Ci sarò” dei tempi antichi all’ “Eccomi” di Natale. Siccome il bene vuol essere dimostrato, allora i fatti contano più delle bellissime parole. Il Dio cristiano, intelligente com’è, capì che il mondo era giunto al punto tale che ai “Ci sarò per te!” preferiva gli “eccomi qua”. Fu per questo che si fece trovare sottocasa: nella stalla, ad un passo da ogni casa, alla portata di tutti. Fu, quest’annuncio – «E’ nato» – esaltante come un “ti passo a prendere a casa”. È da allora che eccomi non è più soltanto una forma verbale, un’annunciazione, una presenza: eccomi è un luogo bellissimo. L’eccomi di Dio, giusto sotto casa.

Basta più parole: anche Dio avverte – se solo continuasse a parlare – il rischio di sentirsi rinfacciare: “Basta bla-bla-bla!” Fece all’umanità la sorpresa di farsi trovare accanto a casa loro, dovunque abitassero: «La cosa più splendida che possa succederti è che, dopo tante preghiere, gli Dei scendano da te. La cosa più terribile è vedere che ti abbandonano» (F. Genovesi). Non spiegò il perchè della scelta: l’amore vero dice solo “eccomi!” Quel che c’era da dirsi, era troppo grande per le parole: si presentò Lui in persona. E annullò tutte le scuse.

Buon anno 2024!
don Marco Pozza

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo (Lettera agli Ebrei, 1,1-2).

Editoriali del Tempo di Avvento e Natale
I^ Domenica d’Avvento, Attenzione ai colpi di sonno, 2 dicembre 2023
Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, Bellamia, 8 dicembre 2023
II^ Domenica d’Avvento, Un’anguilla elettrica tra pesci rossi, 9 dicembre 2023)
III^ Domenica d’Avvento, Pensa di essere chissachì, 16 dicembre 2023
IV^ Domenica d’Avvento, Nel trantràn quotidiano, 23 dicembre 2024
Solennità del Santo Natale, «E’ nato», 25 dicembre 2023
Festa della Santa Famiglia di Nazareth, Gesù non andò in seminario, 30 dicembre 2023

3 risposte

  1. Grazie Grazie Grazie
    Non potevo immaginare un augurio migliore per questo nuovo anno che mi appresto a cavalcare

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