A sfatare il fatto che siano piccoli come uomini, come me, è la loro fretta: «Vuoi che andiamo a raccoglierla?» esortano i discepoli a Cristo accorgendosi che nel campo, tra le spighe di grano, c’è della zizzania a infestarlo. La risposta choc: «No!» Un no tassativo, deciso, alquanto frustrante per dire loro ciò che ha in cuore di dire senza fronzoli: “Chi ha fretta dimostra che la cosa che sta per fare è troppo grande per lui”. L’intento, in apparenza, è a dire poco impeccabile: perchè, dunque, chiedere loro di non toccare questa robaccia che sta rischiando di strangolare il grano buono? Perchè, come tramandano i nonni, il diavolo ci mette lo zampino in ciò che si fa in fretta. Ha messo lo zampino addirittura nello sguardo degli amici di Gesù. Guarda dov’è andato a nascondersi questo pirata: «Signore, non hai seminato del buon sempre nel tuo campo?» Ha fatto in modo di scombussolare le idee, d’imbrogliare le menti al punto da addossare al Cristo la più lurida accusa: che sia stato Lui ad avvelenare il campo. Lui, comunque, non si preoccupa più di tanto: chi capisce in fretta come agisce quel maiale di Satana – e nessuno meglio di Cristo lo capisce. Anche viceversa! – sa quando agire lentamente. Chi agisce in fretta, al contrario, spesso dimostra che non ha capito a fondo una questione. Dunque, «no!»: che nessuno vada a strappare la zizzania. Basti sapere ai discepoli, per il momento, che la colpa non è di Dio, come hanno appena sospettato loro, ma del Demonio. Questo, a rigor di logica, Cristo ci tiene a sottolinearlo subito: «Un nemico ha fatto questo». Sia chiaro!
Lo scandalo di questo no! ancora oggi scompiglia le menti credenti: “Non è che, alla fine, Dio conceda il diritto di cittadinanza al male nel mondo? Non è affatto quella bontà che dice d’essere!”, dubitano le menti quando si concedono in affitto all’avversario. Dio che permette il male! Dopo l’essersi autoproclamato morto stecchito, questa è la più grande genialità di Satana: il sospetto di dare al Dio cristiano la colpa d’avere guastato la storia umana. Una balla di dimensioni così ciclopiche non la si può credere più di due secondi: per questo il demonio ha fretta che i discepoli mettano mano al campo. Non era affatto stupida nonna quando diceva che la fretta è del diavolo. La lentezza è di Dio: voleva solo dire, a modo suo, che il demonio, quando ti mette fretta di fare qualcosa, è perchè ti vuole togliere il tempo di pensare. Sa bene, visto che stupido non è, che se tu ci pensi solo tre secondi, le sue frottole si smascherano da sole. Ecco, dunque, la sua necessità di metterti fretta: “Vuoi che sbrindelliamo la zizzania?” Il motivo di tale fretta? Siccome non è riuscito a danneggiare il campo intero, non gli rimane che sperare che i discepoli, raccogliendo la zizzania, la confondano con il grano buono. E, facendo così, strappino anche il grano con la zizzania. È rimasto solo Cristo a denunciarne l’imbroglio, ma basta, avanza: No! «che non succeda che, raccogliendo la zizzania, sradichiate il grano buono». Smascherata la truffa e rovinati i piani: non ama la zizzania Dio, ma più della possibilità di toglierla del tutto dal campo, Gli interessa salvaguardare la più piccola particella di grano. La smania di pulizia dei discepoli, ai suoi occhi, ha un che di allarmante. «No!»
Alla fine, comunque, il grano e la zizzania non finiranno nello stesso posto, anzi: «La zizzania legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio». A Satana solamente il lusso di poter condividere lo stesso campo con Cristo. Un perpetuo corpo a corpo sarà la vita d’ogni uomo sulla faccia della terra: «Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura» (cfr Mt 13,24-43). Lasciate a Satana l’illusione, al calare della luce, di avere vinto la partita. Soltanto una cosa chiede Dio: accettare che “partita finisca quando arbitro fischia”. D’altronde “sono tutti di corsa. Tutti che corrono, tutti che arrivano tardi”. Il consiglio è «mai avere fretta. Fai tutto con calma e in uno spirito calmo» (F. di Sales). Satana ha le sue ore, ma Dio ha le sue giornate. E non finirà a taralucci e vino. Tutt’altro!
(da Il Sussidiario, 22 luglio 2023)
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”» (Vangelo di Matteo 13,24-30).
2 risposte
Un omelia chiara, spigliata, adatta anche ai credenti traballanti,mi sembra di sentirla Don Marco, sempre gioioso e sorridente, grazie infinite.
Allora, fidiamoci di Dio, Primo-seminatore… di grano, di bontà, di bene. Di Dio Creatore, che conosce bene, quindi, tutte le sue creature, anche il Nemico che semina zizzania. Affidiamoci a Lui, e con pazienza e consapevolezza, curiamo e custodiamo il nostro cuore dalle insidie del maligno. Buona domenica e grazie, don Marco.