Scappata – almeno si spera – all’ingordigia degli squali e alla furia dell’oceano traditore, sarà l’uomo dell’osteria il nemico più acerrimo dal quale proteggersi le spalle. Perchè per lui – uomo avvezzo ai brindisi, agli spiedi arrosto e alle carte da briscola – sfidare l’oceano è semplicemente perdere tempo, rischiare la vita e rompere le scatole al quieto vivere dell’uomo. Un’insensatezza insensata, per l’appunto. Eppure per lei – Abby Sunderlad, 16 anni, velista americana – al di là dell’oceano abitava la grande sfida: diventare la più giovane velista ad aver girato il mondo in solitaria e senza scali. Un sogno da far tremare i polsi, un’aspirazione gigantesca, ma anche una grande scocciatura: perchè ricorda all’uomo seduto al bancone del bar che la vita è aspirazione massima e che l’uomo senza sogni corre il rischio di morire di disperazione. O di ubriachezze.
Stavolta è una ragazza ad urlare. Ieri era Karl Unterkircher inghiottito dai ghiacci. L’altro ieri Patrick de Gayardon, tradito dal suo paracadute. Chi parte non prenota mai il biglietto di ritorno: perchè il rischio della morte è il prezzo da pagare per coloro che sognano di vivere. Ma come spiegare all’uomo col Campari in mano che la sfida è tutt’altra cosa dall’improvvisazione e dalla semplice vanagloria personale? La sfida è qualcosa che una volta inalberatasi nell’animo t’impedisce di dormire, di stare tranquillo, di sonnecchiare all’ombra della quotidianità. E’ una voce che interpella, un pungolo dalla gestione difficile, una voce indecifrabile. La sfida all’ignoto è la risposta al senso di provvisorietà e di insensatezza che talora avvolge la storia: chi parte lo fa per ribellarsi, per non cedere al conformismo, per scrivere una pagina nuova di storia. Per spostare un limite, per scrivere una performance, per illuminare le capacità dell’uomo. Magari s’arrende e s’affatica in questo suo incedere solitario: ma appena rimette la testa dentro la porta dell’osteria s’accorge che il rischio dell’incertezza val bene l’abbandono di un’esistenza insipida. E un giorno la storia ringrazierà tutti coloro che, solitari e geniali, hanno spinto il mondo un po’ più in là, hanno spostato un record, hanno offerto un punto prospettico migliore dal quale guardare l’umano per contemplarne le possibilità.
La sfida, da qualsiasi parte la si guardi, è ragione di vita o di morte per chi ne indossa il suo mantello: è la patrona di quel mondo che è fatto solo per esseri autentici, capaci di inabissarsi nel rischio della morte pur di contemplare la lucentezza dell’esistenza. Ma dentro l’osteria di città – sorella gemella di altre istituzioni apparentemente gloriose – una ragazza come Abby è messa alla berlina: e volentieri agli aiuti tempestivi dei governi per salvarle la vita le si rinfaccerebbe gratuitamente la pazzia d’essere partita. O, per lo meno, la clausola di pagarseli da soli quegli aiuti: mandandola a vivere fuori dalle mura della città. Oggi il mondo soffre la presenza di una crisi che, partita dall’economia, sta inesorabilmente allargandosi a macchia d’olio in molti settori dell’umano. Nessuno riesce a tirare fuori il celebre coniglio dal cilindro: ma qualcuno ci tenta, ricordando che nella storia quando è nato qualcosa è sempre stato grazie all’intuito e all’indomita passione di chi è uscito dal coro. Per arrischiare l’intonazione di una melodia andata di moda solo a posteriori.
Abby Sunderland la riporteranno a casa sana e salva. S’apre la scommessa su quanto durerà la sua permanenza tra le mura domestiche.
D’altronde a chi è nato Ulisse non puoi chiedere di accompagnare il cane al parco giochi.
13 Giugno 2010 (09:56 ESTERI) SIDNEY – “Ci riprovero'”. Abby Sunderland, la velista 16enne salvata ieri dopo il naufragio della sua barca, intende riprovare a fare il giro del mondo in barca a vela da sola. “Tornero’ a navigare da sola, riprovero’ a fare il giro del mondo – ha detto Abby in un’intervista all’australiana Abc – non so ancora quando, ma so che mi daro’ un’altra possibilita’. E’ quello che ho sempre desiderato e prima o poi lo faro'”. Abby e’ stata tratta in salvo da un peschereccio francese a 2000 miglia nautiche dalla costa ovest dell’Australia. (RCD)