Nella mia diocesi (Genova) tutti gli anni, il 25 aprile, viene organizzata la giornata dei chierichetti. È tradizione che la giornata si svolga nel grande oratorio salesiani di Sampierdarena, un’opera fondata personalmente da san Giovanni Bosco.
Quest’anno il 25 aprile era domenica e ho avuto la possibilità di partecipare anch’io. I giochi, l’animazione, la Messa della giornata sono stati preparati dalla comunità dei seminaristi. Il clima era quello della vera festa, frizzante, allegro, gioioso, simpatico, quello vorremmo respirare sempre nella nostre parrocchie.
Centinaia di ragazzi sciamavano correndo da una parte all’altra del cortile, dei campi da calcetto e di basket, alla ricerca degli stand dei giochi e delle prove ‘liturgiche’. Dopo la Messa il sole ha permesso lo scatto delle foto ricordo, colorate dalle caratteristiche vesti rosse, nere, azzurre, dalle ‘cotte’ ornate da pizzi o da bande color oro, dalle tipiche tuniche bianche con strisce verticali rosse. Mentre camminavo fra i punti-gioco ho incontrato un mio caro amico d’infanzia; era lì con sua moglie in qualità di accompagnatore del gruppo di ministranti della sua parrocchia; è più giovane di me di alcuni anni e confesso di essermi stupìto nel vederlo in quel contesto. Mi ha raccontato che da qualche anno si è riavvicinato alla Chiesa, soprattutto grazie a sua mamma; mi ha detto: «Ho perso molti treni per incontrare il Signore, ma fortunatamente ora ci sono salito». Mi ha mostrato la t-shirt che indossava su cui era scritto, in rossoblu «Gradinata nord». Da sempre è un grande tifoso del Genoa, ma quella domenica ha rinunciato alla partita e ha scelto di stare con i chierichetti. Mentre mi raccontava queste cose i suoi occhi brillavano di gioia. Mi ha fatto un piacere grandissimo sapere che fosse «tornato a casa»; penso che molti giovani e molti adulti abbiano una gran voglia di tornare a casa, di ritornare nella Chiesa; credo sia importante offrire delle occasioni semplici e comprensibili per ricominciare, per fare penitenza, per chieder scusa ed essere perdonati. Lui e sua moglie mi hanno confidato che desiderano avere il dono di un figlio; tempo prima avevano perso per cause naturali una coppia di gemelli; ho consigliato loro di fare una novena di preghiera; mi sono ovviamente impegnato a farla insieme a loro. A chi legge questo articolo chiedo una preghiera per questi amici e per tutte le coppie che sono nella medesima situazione. La gioia di essere amati da Gesù non può essere oscurata da nessuna difficoltà; la tristezza disperata non è un sentimento cristiano.

(don Nicolò Anselmi, Avvenire, pag. 29, 11 maggio 2010)

Buongiorno!

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