Immersi com’erano dentro le ombre, i discepoli avevan dimenticato quanta luce ci fosse nel mondo. Fin quando, un bel giorno, l’Amico di luce non li prese per mano, li condusse fuori dall’oscurità delle ombre e li portò a prendere il sole sul cocuzzolo d’una montagna della zona. Poco importa se era più collina che montagna: “L’importante – si disse tra sé il Cristo andando su per la salita, battendo la pista –, vi prego, è che chi non è capace di fare luce non si metta a fare ombra”. Più che un messaggio in codice, era la sua dichiarazione di guerra (l’ennesima) al ciarlatano di Satàn che, giù, continuava a spargere il suo letame di sospetti sull’affidabilità di Cristoddìo. Che, innervositosi a puntino, invece che usare le mani per menarlo in mondovisione, sceglie di prendere per mano «Pietro, Giacomo e Giovanni» e portarli «in disparte, su un alto monte». In alto, perchè in basso, complice l’ingegneria menzognera dell’avversario, vedevano la realtà in bassa definizione: tutta un po’ sgranata, a mò di brutta copia, quasi una sorta di idea poco più che abbozzata. Quando invece, a sentire Iddio, la loro storia era già incinta di Dio: “Aspettate il regno dei cieli? – ribatteva agli amici in apprensione – Non lo vedete? Eccolo qui!” Si chinava a prendere un trifoglio, ad indicare una gamba aggiustata, a toccare le occhiaie dell’orbo che aveva appena gettato la benda. Piccolezze: nulla in confronto ai fuochi d’artificio del demonio. A forza di colpi, gli amici iniziarono a perder colpi: “E se avesse ragione Satàn?”

Zaino in spalla, dunque: fin lassù. Laddove, all’improvviso, «fu trasfigurato davanti a loro». Fiocchi di luce in vetta: «Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce». Quel suo sorriso, sul Tabor, non era mai stato possibile vederlo così radioso: penso fosse il medesimo che allagò di luce il volto di quella ragazza che, nel buio d’una stalla, per prima fu accarezzata dal fulgore della bellezza nella notte del primo Natale. Era una sorta di cisterna che, aperta, buttò fuori una riserva di luce così ustionante che a quei tre pellegrini la sorte fu curiosa: «Caddero con la faccia a terra, furono presi da grande timore» annota, con una precisione millimetrica e imbarazzante, l’evangelista. Che tutti, nei secoli, sappiano che non sempre si ha bisogno di tempo per conoscere chi siamo, come siamo: conoscersi è luce improvvisa. E poco importa se ti bruci un po’ le ali, se sbatti la faccia. Il guadagno, per questa volta, sarà infinitamente più redditizio della botta presa: poterti gustar la storia, la tua storia, in uno schermo ad alta definizione com’è il volto di Cristo, non ha paragoni sulla faccia di questa terra. «Dove gli uomini non possono nulla, Egli sorge di colpo e, in preda alla impazienza del vincitore, taglia di netto il nodo delle difficoltà» (F. Mauriac): gli sputi, tutti gli sputi del mondo, nulla potranno sbattendo addosso ad un sorriso così. Cristo è un violento: la sua violenza è l’amore. In altissima definizione.

Li lasciò intontiti, in preda a quell’isterismo degli occhi che fece pronunciar loro cose a dir poco vergognose: «Signore, è bello per noi stare qui – disse quel pescatore che non era così baldo come s’immaginava da adolescente-: farò qui tre capanne» (cfr Mt 17,1-9). Come dire: “Chissenefrega degli altri rimasti a guardare la storia sgranata: sistemiamoci quassù, che sia finita una volta per sempre!” La risposta fu una sculacciata epica: “Ingordo che non sei altro. Torna giù, Pietro, dai vostri amici, invece. E insegnate loro come si fa a guardare il mondo in HD, con il mio sorriso come mega schermo”. Tacquero tutti: eran ancora alle prime armi, non era ancora chiaro che i doni di Dio, quand’arrivano, non sono per aumentare la proprietà privata ma per diminuire l’oscurità pubblica. Da allora, in tutti i giorni a seguire, ogni qualvolta vedevano una luce accendersi, quei tre (ri)vedevano il suo sorriso lassù: ogni luce era il ricordo invisibile del suo bel volto. Cristo vinse senza alzare le mani: quando si accende la luce, Satana si imbarazza d’esser in sovrappeso di balle. Per questo insegna a risparmiare sulle bollette della luce.

(da Il Sussidiario, 4 marzo 2023)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti» (Vangelo di Matteo 17, 1-9).

Una risposta

  1. Quanto è difficile vedere luce in questi periodi. Confidare e sperare. Grazie don Marco e a pomeriggio. Un abbraccio grande e affettuoso

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