Una sigaretta tra dita ingiallite, un
bicchiere di rosso in mano e un lessico grottesco sulle labbra. La carta
d’identità lo colloca tra i sessantenni d’Italia, il fisico non lo reputa
figlio di nessuno sport, probabilmente. Mi stupisce, vista l’età, il libro che
sta leggendo sulla panchina di Piazzale Ravenna, nel mio quartiere: "Io e te tre metri sopra il cielo" di
Federico Moccia. Mi riconosce, alza lo sguardo e mi scandisce a chiare lettere:
"Padre, siete tornati all’anno zero!"
E mi manda a quel paese! Chiaro il collegamento con la trasmissione televisiva
di giovedì scorso.
Tiro dritto e mi tornano alla mente le
parole posate e sudate di Abebe Bikila, maratoneta africano: "Corro scalzo per sentire cosa mi sussurra
la terra". Uno corre scalzo per sentire la voce della terra, l’altro sogna
di vivere tre metri sopra il cielo per estranearsi tranquillamente. Uno rimane
fedele alla terra, l’altro preferisce essere straniero per non sentirsi figlio
di una storia difficile, arrugginita ma abitata certamente da Dio. Uno
s’incarna nella storia, l’altro dipinge ironia sulla storia senza volerla
abitare. Anche sotto il ponte, poco più in là campeggia la stessa scritta: "Io e te 3MsC". Ma stavolta i lineamenti
delle lettere sono giovani, distratti, colorati. Penso a Padova: grembo di
Mantenga e di Squarcione, di Donatello, Giotto e Petrarca. Terra di santi e
poeti, di imprenditori e artisti, d’ingegneri e santi. Custode della sapienza
dal 1223, 106 corsi di laurea, piazze dipinte di giovinezza. E mi chiedo:
perché vivere tre metri sopra il cielo? Forse ci fa paura la bellezza, proviamo sgomento quando vediamo il mare
in tempesta o il firmamento nelle notti d’agosto, il colore dei fiori che
spuntano nei crepacci o l’incantesimo delle vette innevate, lo struggimento
degli alberi che si torcono nella bufera o lo splendore degli occhi di una
donna… Forse siamo anche noi come gli uomini e le donne del tempo di Gesù:
quello che ci rompe cerchiamo di evitarlo. Salvo poi l’assurdità: attraversiamo
i meridiani, disturbiamo i paralleli, sborsiamo cifre non indifferenti per
andare a vedere oceani lontani e non ci accorgiamo della goccia d’acqua piovana
sul davanzale di casa nostra.
Preferisco inciampare camminando nella
storia piuttosto che dormire appisolato lassù! Il cielo è azzurro per chi apre
gli occhi; è nero per chi li chiude.
Anche se abiti "tre metri sopra il
cielo"!