A Barbiana, profondo Mugello toscano, stava una scuola stramba: proseguiva 365 giorni l’anno. 366 nel bisestile. Pure il maestro era balordo: sapeva di teologia, di filosofia, di letteratura, d’astrologia, di matematica e di politica ma optò – per obbedienza mutatasi in passione – d’ammaestrare quel pugno d’analfabeti sistemati lassù, dove bastò molto meno burocrazia che in Vaticano per attribuirgli l’onorificenza più bella: priore di Barbiana. Sbraitava, esigeva, strigliava. Si spolmonava, sgridava, si consumava. Ci teneva così tanto a quella piccola scuola-canonica che – maestro unico ma con alunni senza grembiule raddrizzati ben presto nella condotta – un giorno spiegò loro il perché di tale pretesa: "Quanti vocaboli possiedi? Al massimo 250: il tuo padrone non ne possiede meno di 1000; questa è una delle ragioni per cui lui resta padrone e tu rimani nelle condizioni in cui sei, povero e servo". La scuola come occasione di rinascita, di dignità, di luce. Quei piccoli analfabeti divennero giganti: abitano nella politica, nell’economia, nell’esistenza. Perché ebbero la fortuna d’imbattersi in un maestro, don Lorenzo Milani, che li sapea vincere e convincere con parole, emozioni e dottrina. Lasciando intravedere, intuire e gustare quella passione che nasce dal diletto della bellezza.
E che riesce a ricreare il sapore del sapere.
Barbiana venne archiviata perché pericolosa e vincente. A Vicenza, invece, è già tempo di ricaricare gli zaini. Di rimettere nell’armadio sundek, infradito e creme abbronzanti. E di rinfrescare tabelline, declinazioni e paradigmi. Di frequentare aule, biblioteche e sudate carte. Di ri-creare alleanza, amicizia e familiarità con la storia di Erodoto, la matematica di Pitagora, le riflessioni del trio Platone-Aristotele-Plotino, le note di Schubert e Chopin, l’impressionismo di Monet e le stiratrici di Degas, la mestizia del Leopardi e l’inedito della coppia Tramaglino-Mondella.
Il Ratzinger Pontefice nella Sardegna del Soru governatore e del Berlusconi cittadino onorario implora una nuova generazione di cristiani che evangelizzi la politica, l’economia, l’esistenza. I politici l’applaudono e gli stringono la mano. Per spegnere subito il fuoco. Immagina se la scuola aprisse la rivincita di un mondo giovane: con la testa sui libri, il cervello scattante, la sete di riscatto afferrare quelle 1000 parole che basterebbero per distinguere la Verità dalla Menzogna.
E riacquistare la padronanza di noi stessi.