Del paese dei balocchi e di quello delle meraviglie ormai si parla già al tempo passato. Erano e rimarranno “curve nella memoria”, dolcissimi echi di notti trastullate dall’incantesimo del burattino Pinocchio e della bellissima Alice: le scarpe di zuppa e pan bagnato, Bianconiglio col panciotto e il grande orologio, Oreste, Geppetto, Capitan Libeccio e Mastro Ciliegia. C’erano una volta e adesso sono in cassa integrazione perchè un nuova favola (made in Italy) li ha soppressi: “Noemilandia”, la città della “papimania” dove nessun sogno è impossibile, le bellezze vanno a ruba, le anime pensanti devono vivere da clandestine: pena l’espulsione. In questa new town dell’era moderna è sempre domenica: feste e ricevimenti, danze e intrighi, promesse e smentite, incantesimo e seduzione. Se mai giungerà un lunedì, quello sarà il giorno dei comunicati che smentiscono, delle accuse ribaltate, dei dettagli che si contraddicono. Delle parole mai dette per paura di veder attestato che i lineamenti contano più dei pensieri. E dei sussulti dell’anima.
Nella televisione esiste la “fascia protetta”: quella in cui si tutelano i minori da immagini crude, violente, sensuali. L’orario delle famiglie sedute al tavolo, del pane croccante appena sfornato, delle insalate fresche appena condite. Un tempo di questa fascia oraria s’era gelosi: oggi, anche in fascia protetta, tra il tovagliolo e la forchetta la buona mamma deve sempre tener il telecomando a portata di mano. Per dribblare notizie, flash d’agenzia e immagini che s’addentrano come nubi minacciose nella mente dei fanciulli. Perchè lo capisce anche la bambina – che ha appena tradito le Barbie per il suo compagno di banco – il messaggio nascosto e avvallato dai potenti: “Se ti va di dare un bacio, dallo. Se ti va di imbastire un rapporto, fallo. Se ti piace, usalo”. Chissà se sono più pericolosi i film di guerra che raccontano di carneficine, di massacri e di torrenti di sangue o queste storie sentimentali-politiche che graffiano e feriscono la zona inconscia dell’affettività. Fino a infiacchire la voglia di faticare.
Dicono che a Noemilandia il sindaco sia tutto indaffarato nel respingere richieste di cittadinanza provenienti da tutte le età. Perchè con un tocco di trucco, una piccola lavorazione al computer e qualche raccomandazione giusta il futuro è presto disegnato: anche un pezzo di legno diventerebbe un bellissimo burattino. Eppure anche lì – se una chiesa oggi ci sarà – risuona secco e perentorio l’invito del Cristo: “Andate in tutto il mondo e annunciate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15-20). Un modo elegante per dire agli avventurieri del Vangelo: non scoraggiatevi, insistete. Pietro sognava le tre tende, forse avrebbe dormito pure sotto le stelle pur di non tornare in paese. Ma lassù doveva fermarsi giusto il tempo di poggiare nell’anima la fotografia di quella Bellezza che stava ascendendo al cielo. Per poi raccontarla alla gente di laggiù: dove le luci della festa oscuravano la Luce ch’era venuta nel Mondo. Quella che farebbe brillare di gioia la casa del cuore.
Chissà cosa direbbe oggi, passeggiando per Noemilandia, quel gran genio di Collodi, che una fede tutta sua ce l’aveva. Fino ad allearsi con Dio e usare l’umorismo per dipingere in una favola il vivere della gente di tutti i tempi. Forse sorriderebbe, forse piangerebbe, forse si rattristerebbe. O forse sarebbe tutto tronfio: perchè il suo Gatto e la sua Volpe sono riusciti a scappare dalle carte della favola e hanno iniziato a far carriera. E dettare la moda.
Andate e predicate ad ogni creatura che il Regno dei Cieli non accetterà mai la “richiesta d’amicizia” con Noemilandia. La salvezza è una cosa seria: mica un click da Facebook.