Liceo Classico: niente di meno che la pienezza
Attualmente, l’Istituto G.B. Montini, vede il Preside, prof. Paolo Rezzonico, affiancato da due vicepresidi, uno per ogni indirizzo scolastico. Era quindi doveroso lasciare la parola a loro per una presentazione più approfondita dei due rami in cui esso si divide, attraverso le loro parole.
Si comincia , a motivo della sua più antica origine, proprio dal Liceo Classico, cuore pulsante dell’idea originaria da cui nacque l’Istituto Montini, scambiando due parole con il suo vicepreside, il prof. Emilio Brambilla.
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Cosa ti piace, delle materie che insegni?
Insegno italiano, latino e greco : dentro il pensiero e la letteratura, trovo domande sul valore dell’uomo, sulla sua bellezza ed originalità. Ciò rappresentano un’occasione per crescere come persona, nella consapevolezza di se stessi, attraverso l’esperienza degli altri. In particolare, le materie classiche, rappresentando il nucleo della nascente cultura occidentale, contengono in sé la freschezza dell’inizio. -
Hai notato cambiamenti negli studenti a cui insegni attualmente, rispetto ai primi che hai avuto?
A cambiare è la modalità di relazionarsi degli studenti col mondo che li circonda.La bellezza delle persone e la libertà di giocarsi in una relazione sono rimasti immutati. I ragazzi delle ultime generazioni sono sicuramente più bravi con la tecnologia, ma anche meno mnemonici nell’apprendimento; ciò che non cambia è lo stupore di fronte al conoscere. Ogni studente è , al contempo dono e mistero: mi porta ad interrogarmi su quello che faccio, nella consapevolezza della sussistenza di un margine di libertà, che, se – da un lato – richiede di essere educata, esige anche di essere rispettata ed amata. Francamente, non rimpiango il passato: ogni tempo ha la sua bellezza! Certi disfattismi si rincorrono dall’età dei greci e paiono attuali: è normale che le generazioni varino, nel passaggio dall’una all’altra. -
Cosa ti ha portato al Montini? Come è cominciata la tua avventura, in questo istituto?
Ho iniziato a 25 anni e sono ormai 20 anni che lavoro in questo istituto. Ho iniziato a inviare diversi curriculum nelle scuole paritarie, tra cui il Montini, di cui ho saputo l’esistenza tramite una mia coetanea che l’aveva frequentato e la cui madre, per altro, conosceva bene il rettore. Fui chiamato per un colloquio sotto natale, poiché un insegnante di Latino e Greco aveva lasciato vacante il posto, avendo scelto di andare ad insegnare in una scuola statale. Ho avuto da subito una buona accoglienza da parte die colleghi, di cui notai subito quanto avessero a cuore il proprio lavoro. Mi piacque subito molto lo “spirito” del Montini: una scuola cattolica, nel senso di “universale”, cioè aperta a tutti, indipendentemente dal reddito e perfino dalla fede (posseduta o meno), ma solo con la prerogativa di condividere insieme un cammino di crescita.Per raggiungere questo obiettivo, è però importante che sia presente una partecipazione attiva della famiglia al percorso formativo del figlio. Da tutto ciò deriva la grande varietà di persone che lo frequentano, con tutti i pro ed i contro che questo comporta: nel complesso, tuttavia il bilancio è positivo, perché ho riscontrato una buona collaborazione delle famiglie e la varietà, del resto contribuisce a farti cogliere, quotidianamente, il valore del tuo lavoro. Tanti studenti che, magari, in altri contesti, avrebbero fatto più fatica, qui sono riusciti a riscoprire il valore di sé: sono questi i successi più belli! -
Cosa hai portato al Montini?
Sto scoprendo di portare l’aggancio tra lo studio e la realtà: far capire che esigenze, fatiche, bellezze e desideri di partenza sono gli stessi degli autori del passato e dell’uomo di ogni tempo. Anche gli autori del passato possono dirci cose attualissime, che ci toccano ancora oggi, personalmente. -
Che ricordo hai di don Carlo, il fondatore?
Lo conobbi inizialmente al primo colloquio e poi, naturalmente, a scuola, con occasioni pressoché quotidiane di confronto. Posso definirlo come un appassionato educatore, un educatore per vocazione: per lui, occuparsi dei ragazzi era una ragione di vita, per cui si infervorava e spesso si arrabbiava anche coi docenti, per le loro mancanze, fino ad insultarci, alle volte. Secondo lui, tutti dovevano avere la possibilità di accostarsi alla bellezza della cultura e questo lo ebbe chiaro fin dall’inizio, quando fondò un liceo classico e uno linguistico in una zona periferica di Milano. E poi, sicuramente, un uomo di grande fede. Morto nel giugno 2006, ci ha tenuto a celebrare la Messa di fine anno, nonostante fosse ormai consumato dal cancro e sono sicuro che anche adesso prega per noi. Apparentemente duro come persona (era difficile sostenere una discussione con lui), sapeva mostrarsi anche molto tenero e paterno quando si rivelava necessario.
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Quali sono gli insegnamenti che un ragazzo può ricevere dal Liceo classico?
Il Liceo Classico vive spesso un senso di anacronismo. Sembra non serva a nulla, ed è vero, ma nel senso positivo dell’accezione: le materie del liceo classico non sono “serve”, quindi portano alla pienezza della persona, in quanto conducono al confronto con la Bellezza e con il pensiero umano. -
Pensi di apportare migliorie didattiche al percorso formativo? Noti qualche esigenza particolare?
Migliorarsi è necessario, sempre. Entrare in una relazione educativa e didattica lo richiede: ogni volta ti trovi di fronte una persona diversa e quindi sperimenti ogni volta quale sia la modalità migliore per instaurare questa relazione. Alcune novità sono imposte dall’alto (come ad esempio l’alternanza scuola – lavoro): la vera sfida è riuscire a farle diventare esperienze ricche di significato ed occasione di crescita e non – solo – “rispetto delle regole”. Lo stesso si cerca di fare anche per i viaggi d’istruzione, in cui si tenta di conciliare l’aspetto meramente culturale con la possibilità di incontri importanti a livello umano, come ad esempio realtà di volontariato. -
Perché scegliere il Montini?
Per la cura della persona, in modo integrale, proprio in un periodo tanto delicato nella vita di una persona, quale è l’adolescenza: qui non sei solo uno studente, ma una persona che ha un valore di ricchezza aggiunta. Anche l’esperienza spirituale (volontariato, ritiri spirituali, proposta religiosa) è offerta nel rispetto della libertà del singolo studente e della sua famiglia, col tentativo però di creare unità all’interno della varietà della persona, col suo carico di lavoro, studio, affetti, desideri e sogni per il futuro.
Il prossimo Open Day si svolgerà sabato 3 dicembre, alle ore 9,30.
Emilio Brambilla nasce a Milano il 10 luglio 1970, si laurea in Lettere Classiche alla Statale di Milano nel 1994, con una tesi dal titolo “La figura dell’asino nel cristianesimo delle origini”.
Pubblicazioni:
Meditiamo con Sant’Ambrogio – ed. MASSIMO-NED
Grammatica latina IANUA – ed. Archimede
La formazione. Il mondo classico e l’educazione dei giovani – ed. Scolastiche Bruno Mondadori
Le due culture. Scrittori pagani e scrittori cristiani – ed. Scolastiche Bruno Mondadori
Ha collaborato, revisore di testi scolastici per Il Capitello, Petrini, Sei, Arnoldo Mondadori.
Collabora tutto con Bruno Mondadori – Pearson) come consulente didattico, revisore dei contenuti, curatore degli apparati didattici e programmazioni per italiano (antologie del biennio, letterature del triennio) e latino (versionario, grammatica, letteratura latina).
Ha collaborato con UTE LAINATE, Centro Culturale Carlo Maria Maggi, mentre continua la collaborazione con UNIGOLD e CENTRO CULTURALE CROCETTA, in cui tiene conferenze.
È inoltre membro della commissione di certificazione latina presso l’Ufficio Scolastico regionale lombardo ed organista diplomato presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra.
Insegna lingua e letteratura italiana e latina al Montini dal 1996, dopo una breve esperienza come insegnante di religione in una scuola serale. Attualmente, è vicepreside del Liceo Classico.